Italia, missione bis. Un sogno possibile (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
All’indomani dell’atterraggio, Jasmine Paolini e compagne hanno svolto il primo allenamento a Shenzhen, là dove l’Italia campione in carica della Billie Jean King Cup avrà l’onore di aprire le danze martedì 16 settembre contro le padrone di casa della Cina. Inizialmente era stato un sorteggio tutt’altro che benevolo: non solo il fattore campo, ma soprattutto la possibile presenza della numero I cinese Qinwen Zheng, avanti 4-0 nei precedenti contro Paolini. L’assenza della numero 9 del mondo, incapace di recuperare in tempo dall’infortunio al gomito nonostante fosse tornata in campo ad allenarsi, cambia tutto. In contemporanea è poi arrivato il forfait di altre stelle: Keys (USA), Osaka (Giappone) e Raducanu (Gran Bretagna). A ciò aggiungiamo la mancata qualificazione della Polonia di Swiatek, l’esclusione della Bielorussia di Sabalenka e della Russia di Andreeva, nonché le rinunce di Coco Gauff e Amanda Anisimova. A conti fatti, a Shenzhen sono davvero poche le giocatrici al pari della nostra numero 1. Ma se c’è una cosa che l’Italia ha dimostrato di saper fare bene è procedere un passo alla volta. E allora testa a martedì, dalle ore 11 italiane, ci sarà la Cina. La squadra di casa punterà sulla talentuosa ma ancora acerba Wang Xinyu, numero 35 del mondo, dotata di un gran servizio e colpi pesanti. Accanto a lei, Yuan Yue e la mancina Wang Xiyu per un posto nel secondo singolare. In casa Italia tutto lascia presagire che sarà Bronzetti a scendere in campo, con Cocciaretto più indietro nelle gerarchie e la giovane Grant ancora acerba per un impegno del genere. In doppio sarebbe quasi sicuramente sfida tra specialiste: Paolini/Errani contro Zhang/Jiang. In caso di vittoria, l’Italia troverebbe in semifinale una tra Spagna e Ucraina. Nella parte bassa del tabellone si sfideranno Kazakistan-USA e Giappone-Gran Bretagna. Si gioca a settembre (16-21), sì subito dopo lo US Open, ma anche una settimana prima del WTA 1000 di Pechino, fattore che invoglia le protagoniste. Un aspetto che ha inciso nella decisione di assegnare a Shenzhen l’organizzazione della competizione per tre anni. […]
Davis, stelle cadenti (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Quattro squadre già a Bologna e due nobili che rischiano una clamorosa eliminazione. I playoff di Coppa Davis, tornati alla vecchia formula delle sfide in casa e in trasferta, hanno dato i primi verdetti. Carlos Alcaraz ha ripreso ad allenarsi e da venerdì sarà a San Francisco per rappresentare l’Europa in Laver Cup. In compenso ha scelto di non rappresentare la Spagna in Davis. E così i suoi connazionali sono a un passo dalla sconfitta contro la Danimarca di Rune, avanti 2-0. Il doppio di oggi sarà decisivo, e le statistiche non sono troppo favorevoli agli spagnoli mai capaci di rimontare da 0-2 in Davis. Il fattore campo (si gioca a Marbella sulla terra rossa) non ha dato nessun vantaggio alla squadra di casa che, senza la sua stella, si è eclissata. Prima Rune ha piegato un volenteroso Pablo Carreño Busta 7-5 6-3, e poteva anche essere un risultato prevedibile, ma poi Elmer Moller, che da bambino batteva Alcaraz nei tornei junior, ha compiuto l’impresa rimontando un set di svantaggio a Jaume Munar per sigillare il 2-0 («La pressione di essere il numero uno della squadra mi ha giocato un brutto scherzo», dirà). Comprensibilmente abbacchiato David Ferrer, capitano degli spagnoli: «Un duro colpo – ammette -. Siamo sotto 2-0, ma non è finita e abbiamo un’altra possibilità. Bisogna rialzarsi. La Danimarca era sotto 0-2 al primo turno e si è ripresa. Perché non possiamo farcela anche noi?». Discorso applicabile anche all’Australia, una nazione che della Davis ha fatto la storia ma che, in casa, ha chiuso la prima giornata di singolari sotto 2-0 col Belgio guidato da Darcis. Scombussolati dalle polemiche per la sospensione di due settimane da parte dell’Itia a Lleyton Hewitt, che avrebbe spintonato e minacciato un addetto all’antidoping a Malaga lo scorso anno, gli aussie si sono piegati a Raphael Collignon, autore dell’altra impresa di giornata. All’esordio in Davis a Sydney, il 23enne n.91 al mondo ha sorpreso Alex De Minaur, n.8, nel primo incontro mai giocato in carriera con un Top 10. Nonostante i crampi che lo hanno colpito nel secondo set, Collignon ha resistito e battuto De Minaur al terzo set in un match che ha superato le tre ore. L’altro punto l’ha portato Zizou Bergs che ha battuto Jordan Thompson. Match point per i belgi oggi nel doppio ma la situazione sembra più aperta rispetto al tie della Spagna contro i danesi. Quattro squadre e tutte in trasferta hanno già strappato il pass per Bologna […]. La Germania è stata la prima a passare il turno superando 4-0 il Giappone a Tokyo […]. Jurij Rodionov è stato l’eroe per l’Austria: sua la vittoria in singolare su Marton Fucsovics a Debrecen, che ha sancito un’entusiasmante vittoria per 3-2 della sua nazionale sull’Ungheria. Un doppio, Andrés Molteni e Horacio Zeballos, ha decretato la vittoria 3-1 sull’Olanda, finalista nel 2024 contro l’Italia, e quindi il ritorno dell’Argentina alle Finals. A Osijek, Nikola Mektic e Mate Pavic hanno dato alla Croazia la speranza di una rimonta memorabile sulla Francia, ma uno scatenato Corentin Moutet, ha superato 7-5 6-4 Marin Cilic, chiudendo la sfida per 3-1.
Slam, il re è Sinner. L’unico a 26 vittorie (Giovanni Pelazzo, Tuttosport)
Settembre è un mese spartiacque, quello in cui ricomincia la scuola, le aule universitarie tornano lentamente a ripopolarsi e in ufficio si rivede persino quel collega che ad agosto pare non abbia mai lavorato. […] Il tennis a settembre inizia a tracciare i primi bilanci, perché New York – come l’Epifania dei grandi appuntamenti stagionali – tutti gli Slam si porta via. Qualche top player, come Jack Draper (ma tante volte nel recente passato era toccato anche a Rafa Nadal), decide di chiudere anticipatamente la sua stagione; c’è chi la conclude inconsciamente pur continuando a giocare e chi invece tenta una clamorosa rimonta verso le ATP Finals di Torino – vedi Auger-Aliassime, oggi decimo nella race grazie all’inattesa semifinale allo US Open. Se a livello di titoli Slam c’è ben poco da contare, visto che anche quest’anno nel maschile c’è stato il dominio di Alcaraz e Sinner mentre nel femminile hanno trionfato quattro tenniste diverse (Keys, Gauff, Swiatek e Sabalenka), più interessante è andare a scoprire quali giocatori e quali giocatrici hanno vinto più partite a livello Major nel 2025. Considerando entrambi i circuiti, al primo posto non può che esserci Jannik Sinner, unico giocatore tra uomini e donne a raggiungere tutte le finali Slam nel 2025 e soltanto il quarto a riuscirci nell’Era Open dopo Novak Djokovic, Roger Federer e Rod Laver. L`attuale n. 2 del mondo ha messo in fila 26 successi sui 28 disponibili, perdendo le uniche due partite nelle finali del Roland Garros e dello US Open contro Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, tornato al n.1 del mondo dopo due anni, è il secondo più vincente a livello Slam con 24 vittorie. A ruota le due regine del circuito femminile, Aryna Sabalenka e Iga Swiatek, che grazie ai trionfi a New York e a Londra hanno messo insieme rispettivamente 23 e 21 vittorie. A 20 successi c’è anche l’intramontabile Novak Djokovic, primo tra gli umani in una stagione in cui ha raggiunto le semifinali in tutti e 4 gli Slam. 16 vittorie per la rediviva Amanda Anisimova, finalista a Wimbledon e allo US Open, mentre a 14 successi ci sono Ben Shelton e la campionessa del Roland Garros Coco Gauff. Tra gli azzurri, alle spalle dei 26 sigilli di Sinner ecco le 11 di Lorenzo Musetti, le 8 di Flavio Cobolli e Jasmine Paolini e le 7 di Lorenzo Sonego. […] Bisognerà attendere un po` per rivedere all`opera Jannik Sinner, che prima della partenza per la Cina (giocherà a Pechino e a Shanghai, dov’è il campione uscente) resterà ancora qualche giorno in Europa. Il prossimo giovedì l’altoatesino sarà protagonista a Milano, dove nel pomeriggio presenterà ufficialmente la Jannik Sinner Foundation, lanciata l’anno scorso, con Anna Wintour tra gli special guests attesi. Sarà comunque un incontro di carattere privato e istituzionale, non aperto alla stampa né al pubblico. Poi il graduale rientro in campo, dove Jannik si sta allenando con un occhio speciale al servizio: la caccia ad Alcaraz è già partita.