Azzurre con il cuore (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
Il cuore in battaglia. E l’abisso di un’eliminazione immediata sul quale l’Italia campione in carica cammina a lungo diventa alla fine la strada verso la semifinale di King Cup e verso un’altra possibile giornata di gloria, venerdì. Però ci sono volute cinque ore e 43 minuti di due match praticamente in fotocopia per andamento e durata (2h51’ e 2h52’ e le azzurre entrambe sotto di un set) affinché le eroiche ragazze della capitana Garbin piegassero la Cina, priva della n.1 Qinwen Zheng ma esaltata dall’ambiente di casa. Si parte con la Cocciaretto preferita alla Bronzetti, eroina del trionfo di un anno fa, e l’aggressività della Yuan, in particolare con il dritto, si rivela fin dall’inizio un rebus di difficile soluzione per la marchigiana, costretta spesso a difese complicate. L’esplosività della n.102 del mondo (la nostra la precede di 11 posizioni) è ingestibile, e quando con 5 game consecutivi la cinese incamera il primo set e sale 3-0 nel secondo, il destino del match sembra segnato. E invece Elisabetta, tenacissima guerriera, fa un passo avanti in campo, toglie il tempo alla rivale, le annulla due palle per il 5-1 e ribalta il flusso negativo, incamerando il secondo parziale. Ma il pomeriggio di Shenzhen evidentemente chiama emozioni forti: la Yuan ottiene 16 dei primi 18 punti del terzo set e il 4-0 d’acchito assomiglia veramente al punto esclamativo sulla partita. Macché: la Cocci in trincea continua a muovere la palla, cerca gli angoli e varia le traiettorie fino a disinnescare la spinta dell’avversaria, che si spegne fino alla consunzione. Una rimonta epica: «Lei era molto aggressiva e io mi sono detta di provare a fare tutto quel che potevo per cercare di ribaltare la situazione senza pensare al risultato — analizzerà l’azzurra — e mi sono concentrata solo sull’essere aggressiva. Sono felice di aver lottato, giocare per il proprio paese è sempre speciale» E chi può saperlo meglio di Wang Xinyu, n.34 Wta, che a Shenzhen è addirittura nata e per un set e mezzo contro la Paolini si lascia trasportare dall’atmosfera (tifo locale peraltro correttissimo) e domina una Paolini abulica e poco reattiva. Jas non sarà nella giornata più brillante, ma come sempre sopperisce con la feroce volontà di ribellarsi alla sconfitta e sotto 4-2 tanto nel secondo quanto nel terzo set, ritrova l’aggressività per risalire e rispettare il pronostico. Siamo ancora in semifinale: «Il match di Elisabetta — dirà — mi ha ispirato molto, davvero. Ho pensato spesso alla sua partita, nel tennis non puoi mai sapere e questa volta è andata bene a noi. Forse siamo state un po’ fortunate, ma penso anche che abbiamo lottato fino all’ultima palla». […] «Mi dicevo di restar lì, pensavo a quel che dovevo fare con sempre maggiore positività. Forse ero entrata in campo nervosa, non riuscivo a concentrarmi sul mio gioco al 100% ed è per questo che il mio livello non è stato costante. Spero di far meglio fin dal prossimo turno, di giocare più rilassata e godermi di più la partita». Ora ci attendono la Spagna o l’Ucraina, che si sfidano oggi, e intanto la prima uscita ha esaltato una volta di più l’anima dell’Italia di Tathiana Garbin: «È stata una giornata con un carico enorme di emozioni — confessa sollevata la capitana — perché giocare qui, davanti a tantissimi tifosi di casa e contro giocatrici che volevano assolutamente battere le campionesse in carica, è stato davvero speciale. Sono felice di come si sia conclusa la giornata e soprattutto del livello di tennis che abbiamo espresso, non affatto facile: le mie giocatrici sono state molto brave a rimanere lucide nei momenti chiave. Ogni volta che indossano la maglia della nazionale, tirano fuori energia e orgoglio. Quando sei sotto e stai quasi per perdere, poi trovi l’energia per continuare a lottare e farlo fino alla fine: questa è la cosa più potente che un capitano possa chiedere alle proprie giocatrici. Sono orgogliosa di loro sempre, ma stavolta un po’ di più». Cuore azzurro.
Cocciaretto e Paolini, lottatrici azzurre (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Non è un`Italia per deboli di cuore. Le rimonte mozzafiato di Elisabetta Cocciaretto e Jasmine Paolini firmano un esordio da batticuore per la nostra nazionale, che inaugura la difesa del titolo in Billie Jean King Cup con un 2-0 alla Cina. Detta cosi sembrerebbe una passeggiata. In realtà, in entrambi i singolari, le padrone di casa sono state a un passo dal prendersi il punto. Una, due, forse addirittura tre volte, Cocciaretto ha dovuto strappare dalle mani dell`avversaria una partita che sembrava segnata: prima sotto 4-6 2-5, poi ancora 4-6 7-5 2-5 contro una Yuan Yue offensiva, potente e difficile da arginare, almeno fino a quando i suoi pregi non le si sono ritorti contro nel più classico dei blackout di chi non sa togliere Il piede dall`acceleratore: 4-6 7-5 7-5 il finale. Subito dopo è toccato a Paolini affrontare Xinyu Wang, chiamata a prendere sulle spalle la Cina in assenza della stella Qinwen Zheng. Anche lei ha sfiorato l`impresa: prima andando sul 4-6 3-5 potendo anche servire per il match, successivamente con un break di vantaggio per il 2-4 nel parziale decisivo. Quando le due nazionali stavano per intraprendere la strada del doppio, è arrivato il colpo di reni della nostra numero 1 che si è aggiudicata il confronto per 4-6 7-6(4) 6-4. In casa Cina si parla di match gettati, ma nelle rimonta c`è tanto merito e coraggio delle azzurre. Quando le altre hanno visto il traguardo e giocato qualche palla in sicurezza, Elisabetta e Jasmine hanno spinto e preso campo senza alcun timore, venendo premiate. Vincente anche la scelta di Tathiana Garbin, che mette la sua firma affidandosi a Cocciaretto, preferita a Bronzetti nel ballottaggio della vigilia: «Decisione ponderata, ma difficile. Le caratteristiche del campo favoriscono leggermente Elisabetta, infatti da quando è arrivata si sta allenando bene. Lucia il secondo giorno ha avuto un piccolo contrattempo fisico, dal quale ha già recuperato. Ho fiducia in entrambe e sapevo che a prescindere avrei trovato una giocatrice pronta». Su un campo dove la palla tende a non saltare tanto – non è un caso il modo in cui a Shenzhen è stata lavorata la superficie – Cocciaretto si è trovata limitata nel tentativo di spezzare il ritmo a Yuan, pur avendo tutte le armi tecniche e tattiche per riuscirci. Questo però non l`ha scoraggiata, anzi l`ha stimolata nella ricerca di una soluzione vincente: «Ho cercato di toglierle il tempo, lei è molto potente, ma nel terzo set l`ho fatta muovere e ha finito le energie. Se è un riscatto della sconfitta di Malaga con Shibahara? A quel match ci ho pensato, ero dispiaciuta per quella rimonta. Ma questa è una competizione a squadre: alla fine la gioia per il trionfo è stata più grande di tutto». Per due set ha trovato un`avversaria sopralivello anche Paolini, che in extremis ha completato la rimonta su Xinyu Wang. La cinese da subito è stata efficace in risposta, aggressiva con i suoi colpi tesi e oltre le aspettative in difesa. l`azzurra al contrario ha concesso qualcosa, ma anche in giornate così ha status e forza per reagire: «È stato un match di alti e bassi. A inizio terzo set avrei potuto fare qualcosa per prendere il largo, ma è stata una partita strana. In semifinale spero di alzare l`asticella e di avere più continuità. Sono contenta di averla ribaltata anche così, questo è l`importante». […]
Cocciaretto e Paolini. Ok, l’Italia è resiliente (Gianluca Strocchi, Tuttosport)
Tantissima resilienza, altrettanto attaccamento alla bandiera e una piccola dose di maggior abitudine a match così delicati e importanti. Ecco il mix di ingredienti che ha consentito all`Italia di uscire dalle sabbie mobili, superare con molta fatica la Cina padrona di casa, con le affermazioni in rimonta di Elisabetta Cocciaretto e Jasmine Paolini, e staccare il pass per le semifinali di Billie Jean King Cup. Sui campi della Shenzhen Bay Sports Centre Arena la sfida che ha aperto la Final 8 è stata davvero intensa e coinvolgente per le migliaia di appassionati locali e il gruppetto di tifosi tricolore, che alla fine ha potuto festeggiare il successo della squadra campione in carica e finalista 2023 (trofeo allora conquistato dal Canada). Nel primo singolare Cocciaretto (n. 91 Wta), preferita a Lucia Bronzetti che la precede di 17 posizioni in classifica, si è imposta con il punteggio di 4-6 7-5 7-5 su Yuan Yue (n.102) dopo quasi tre ore. La 24enne di Porto San Giorgio, rilanciata dopo la sconfitta a sorpresa dello scorso anno con la giapponese Shibahara, ha saputo riprendere per i capelli una partita che pareva compromessa, in cui si è trovata sotto 5-2 (e a due punti dal ko) nel secondo set, e poi 4-0 e 5-2 anche nella frazione decisiva, aggiudicandosi la battaglia di nervi con la 26enne di Yangzhou. «Mi sono detta di provare a far girare il match pensando solo alla partita e alla strategia – spiega la tennista marchigiana -, dimenticandomi del punteggio e concentrandomi solo sull`essere aggressiva e provare a fare il mio gioco. Sono felice di come ho lottato, del risultato e di esser riuscita a dare il punto all`Italia, perché giocare per il proprio Paese è sempre speciale». È stato ad inseguimento anche il secondo incontro, in cui una Paolini assai meno reattiva e brillante del solito è riuscita a venire a capo alla distanza di Wang Xinyu (n. 34), che per lunghi tratti l`ha messa alle corde spingendo servizio e colpi da fondo: 4-6 7-6(4) 6-4 lo score, dopo 2 ore e 51` di lotta, in favore della n. 8 del mondo, che con carattere ha vinto gli ultimi quattro game dopo aver iniziato alla grande il set conclusivo, prima di commettere sul 2-0 in suo favore qualche gratuito di troppo consentendo di rientrare alla 23enne di Shenzhen (vanta scalpi eccellenti come Gauff e Pegula), poi portatasi avanti 4-2 40-0. «Sono entrata in campo nervosa, facevo fatica e non riuscivo a concentrarmi sul mio gioco al 100% – l`analisi di Jasmine – ed è per questo che il mio livello non è stato costante, con tanti errori. Ma mi dicevo di restare lì, e pian piano ho ritrovato un po` di positività e sono riuscita a ribaltare un match che si era messo male, con tutto il pubblico contro, situazione a cui non eravamo abituate. Ho pensato alla partita di Elisabetta, mi ha ispirato molto. Forse siamo state un po` fortunate, ma penso anche che abbiamo lottato fino all`ultima palla». […]