Al Challenger 100 di Lisbona l’Italia era rappresentata dalla vecchia guardia, se così possiamo chiamarla, e cioè Travaglia, Cecchinato e Pellegrino. L’unico sopravvissuto al primo setaccio è stato Stefano Travaglia che ha regolato con un doppio 6-3 il giovane Matej Dodig (n.271), il 20enne talento su cui i croati puntano tantissimo. Il Ceck da parte sua ha lottato strenuamente prima di arrendersi 7-6(1) 7-6(2) a quel vecchio pirata di Thiago Monteiro. Andrea Pellegrino ha ceduto in tre set (6-2 3-6 6-1) a un Jan Choinskj (n.161) caldissimo dopo la sua fresca vittoria a Bad Waltersdorf. Dobbiamo però constatare come quest’anno si faccia davvero fatica a stare dietro al tennista di Bisceglie, sempre sulle montagne russe, anche se al momento, per fortuna, sono più segnali i positivi che quelli negativi (37/22 il suo record). Lo confermano la vittoria a Perugia e le finali a Estoril e Genova. Tornando a Travaglia, l’ascolano ha brillantemente proseguito nella sua corsa eliminando negli ottavi un cliente non banale come Jaime Faria (n.118) col punteggio di 6-1 5-7 6-4. Ora nei quarti se la vedrà con lo svizzero Alexander Ritschard, un ex top 100 che ora è scivolato in classifica ma il cui servizio non è mai semplice da disinnescare.
Il Challenger 125 d’Orleans (cemento indoor) era senza dubbio il torneo più importante della settimana, un po’ per la splendida location, la Co’met Arena quasi sempre gremita di pubblico, un po’ per la sua solida tradizione ché può farsi bella di un albo d’oro di assoluto prestigio con nomi come Jan-Lennard Struff, Tomas Machac e, lo scorso anno, Jacob Fearnley che stava vivendo il suo momento magico. L’unico italiano in gara era Matteo Gigante che, dopo aver superato 7-6(5) 7-5 il francese Clement Chidekh (n.231) in un match molto difficile, non ha potuto scendere in campo contro Justin Engel a causa di un problema fisico, privandoci così di una sfida molto attesa contro il giovanissimo talento tedesco.
Francesco Maestrelli ha proseguito nella sua solitaria trasferta in Sudamerica che questa settimana lo vedeva impegnato al Challenger 75 di Buenos Aires dove ha esordito superando in tre set il brasiliano Daniel Dutra da Silva (n.353) per poi affrontare il peruviano Gonzalo Bueno (n.257). E qui sono venuti al pettine i nodi di una stagione (potremmo anche dire di una carriera) in cui gli alti e bassi si sono alternati senza soluzione di continuità. Perso il primo set 6-3, nel secondo Maestrelli, sul 5-5, è riuscito a conquistare un break che avrebbe potuto cambiare la storia della partita. Peccato che, con uno dei suoi soliti cali di tensione, lo abbia subito restituito. E nel tie-break non c’è stata storia con l’azzurro che si è fermato a soli 3 punti. Quando Francesco fa così tendo sempre ad arrabbiarmi, forse dimenticando come il ragazzo abbia solo 22 anni e che la strada per la piena maturità, e ognuno ha la sua, può essere ancora lunga. E in fin dei conti il suo attuale n.151 ATP è tutt’altro che da disprezzare.
Continua intanto l’avventura, fin qui non troppo felice, dei due giovanissimi Carlo Caniato e Federico Bondioli negli States dove affrontano un trittico di tornei. Questa settimana erano al Challenger 75 di Las Vegas dove Caniato si è fermato ancora una volta al primo turno delle qualificazioni, mentre Bondioli è uscito all’esordio in tabellone principale perdendo il derby contro Pietro Fellin (impegnato in tarda serata contro Philip Sekulic), anche lui proveniente dalle qualificazioni. Coach Alberto Casadei, che da qualche giorno li segue in questa avventura, mi direbbe “tutta esperienza”. Ed effettivamente è così anche se qualche vittoria avrebbe regalato un sorriso ai due ragazzi che ora si trasferiranno in California (Challenger 75 di Tiburon) per il loro ultimo appuntamento oltreoceano. E comunque vada questo 2025 rimarrà per loro un anno da ricordare, un anno in cui hanno ampiamente dimostrato di poter degnamente figurare su palcoscenici importanti.