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Interviste

ATP Shanghai, Vacherot: “Non ho pensato che ci fosse Djokovic dall’altra parte della rete. Che gioia per Monaco!”

Il monegasco sarà almeno n° 58: “Un traguardo enorme dopo l’infortunio. Federer? La mia ragazza l’ha visto 10 volte, io zero…”

Last updated: 11/10/2025 17:43
By Beatrice Becattini Published 11/10/2025
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10 Min Read
Valentin Vacherot - Shanghai 2025 (foto X @atptour)


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

Valentin Vacherot ha appena battuto per 6-3 6-4 Novak Djokovic nella semifinale del Master 1000 di Shanghai. Non sa ancora che sarà una finale tutta in famiglia. Infatti quando si presenta in sala stampa il cugino Arthur Rinderknech è ancora in campo con Daniil Medvedev, sconfitto in rimonta per 4-6 6-2 6-4. Da lunedì sarà almeno numero 58 del mondo – potrebbe arrivare a 40 in caso di successo. Lui che bramava di entrare in top 10, ma, a causa di un infortunio, ha dovuto rimandare l’appuntamento con il sogno. Vacherot è il primo monegasco a spingersi così avanti in un Master 1000 e a Shanghai ha battuto tutti i record del suo piccolo Paese.

D: Parlaci di questa occasione storica. Sei il primo giocatore del Principato di Monaco a raggiungere i quarti di finale, la semifinale e ora la finale. Guardando la classifica, credo tu sia l’unico giocatore di Monaco tra i primi 1000 del mondo. Parla di questo traguardo storico
Valentin Vacherot: “In singolare sono l’unico tra i primi 1000, ma poi abbiamo due ragazzi tra i primi 40 nel doppio. Quindi non siamo affatto una cattiva squadra in Coppa Davis. Ma ovviamente è un momento storico. Credo di aver battuto praticamente tutti i record a ogni turno ora. Per me significa davvero tanto e anche per il Paese. Probabilmente siamo il Paese più piccolo al mondo. È così piccolo e non abbiamo tanti atleti. Ma vedere tutta la gioia che sto portando a casa, quello è probabilmente ciò che sento come più speciale nel mio cuore in questo momento”.

D: Ieri hai detto che sarebbe stato surreale giocare contro Djokovic. Allora, come ti senti ad averlo battuto? Cosa rappresenta per te questa vittoria?
Valentin Vacherot: “Come ho detto, mi sono perso Federer e Nadal nella mia carriera, perché ero troppo indietro in classifica e loro si sono ritirati prima che io riuscissi a entrare nei tornei in cui avrei potuto affrontarli. Giocare contro Djokovic, anche solo una volta, è incredibile. Essere dall’altra parte del campo… Sono rimasto davvero sorpreso da come sono riuscito a gestirla mentalmente. Appena iniziata la partita, mi ha subito strappato il servizio, giocando proprio come mi aspettavo che avrebbe fatto. Sono davvero contento di essere riuscito a fare il controbreak il prima possibile”.

“Penso che lì sia davvero iniziata la partita. Da quel momento è diventata una vera battaglia. Sappiamo che ha 38 anni ed è dura. È incredibile quello che riesce ancora a fare a quell’età. È difficile, è pesante per il suo corpo. Sono dovuto rimanere concentrato. Avevo tantissimi pensieri per la testa, anche solo dopo aver vinto il primo set. Ma ogni volta che mi venivano pensieri, cercavo di metterli da parte e pensare solo alla prossima risposta che dovevo fare o alla prossima battuta da colpire. Sono davvero, davvero orgoglioso di come ho gestito questa partita mentalmente e di non essermi concentrato troppo sul fatto che dall’altra parte della rete c’era Novak. Quindi sì, sono davvero felice”.

D: […] So anche che il tuo giocatore preferito di sempre è Roger Federer, quindi mi chiedevo se sei riuscito a incontrarlo qui
Valentin Vacherot: “Non ancora. Non l’ho ancora incrociato. Penso che la mia ragazza l’abbia visto dieci volte e io zero. Non capisco. Ogni volta non è mai nello stesso posto in cui sono io […]”.

D: Sei al numero 58 del ranking. Parlaci di questo incredibile salto in classifica che hai appena fatto
Valentin Vacherot: “È chiaramente un traguardo enorme. Come ho detto, considerando quello che ho passato lo scorso anno, essere così vicino alla top 100, poi dovermi fermare per un po’… Anche prima di questo torneo, anche se non avevo così tanti tornei ancora da giocare, dovevo fare Shanghai e altri quattro o cinque Challenger in Asia. Pensavo ancora che la top 100 fosse possibile entro la fine della stagione. Sappiamo come funziona. Avevo detto a un amico, quando mi sono fatto male a luglio e non ho potuto giocare per cinque settimane: “Io vedo solo Shanghai”. Shanghai era l’unico torneo che visualizzavo, perché sapevo che era il più importante verso la fine della stagione, quello in cui avrei potuto avere una chance di entrare nei tabelloni principali tramite le qualificazioni”.

“Ci sono entrato per un pelo, 24 ore prima dell’inizio delle qualificazioni. Forse ho visualizzato di poter far bene qui. Ovviamente non pensavo di poter fare così bene. Non era nei miei pensieri fare così bene. Già vincere un paio di partite sarebbe stato ottimo, come ho detto. Pensavo ancora alla top 100 prima della fine della stagione, pensavo fosse possibile. Lo sappiamo: a volte basta vincere un Challenger, prendi fiducia, e poi inizi a vincere due o tre tornei di fila. Ma mi sarei accontentato di finire anche 99 o 100. Pensare adesso che sarò almeno numero 58… Devo ancora realizzarlo un po’. Ma è bello. Ora potrò giocare in tutti i tornei più importanti del mondo e sono davvero felice per questo”.

Il coach Balleret: “Tutto il merito va a Valentin”

Ai microfoni poi si presenta anche l’allenatore di Vacherot, Benjamin Balleret, che di Valentin è pure il fratellastro.

D: Il giocatore con la classifica più bassa (n. 204) a raggiungere una finale di un Masters 1000. Considerando che non aveva mai giocato un Masters 1000 fuori da Monaco, cosa puoi dirci a riguardo?
Benjamin Balleret: “In realtà ha giocato a Madrid, ha giocato le qualificazioni a Miami. Quindi un po’ di esperienza ce l’aveva già. Ma è un risultato incredibile. Direi che è una vera e propria favola. Sta facendo la storia per sé stesso, per Monaco. È il primo giocatore di Monaco ad entrare nella top 100, già questo è storico. Poi essere in semifinale, in finale… Onestamente, non ho parole. Non so cosa dire. Non è nemmeno qualcosa di inaspettato, è qualcosa che sembrava quasi impossibile. E invece lo sta facendo. Valentin questa settimana è semplicemente incredibile. Tutto il merito va a lui. È davvero incredibile”.

D: L’anno scorso ha avuto un inizio con 20 vittorie nelle prime 21 partite. Quest’anno, invece, alcune vittorie importanti contro giocatori della top 100. Sappiamo che a volte passare dalla posizione 110 alla 80 è più difficile che giocare direttamente nel circuito ATP. Pensi che questo livello che Valentin ha già mostrato possa restare stabile?
Benjamin Balleret: “Non so cosa succederà nelle prossime settimane. Siamo concentrati su oggi e domani. Tutto qui. L’anno scorso non ha avuto possibilità di giocare quando era intorno al numero 110. Come è stato detto, è stato infortunato per sette mesi — dal Roland Garros fino all’Australian Open non ha potuto giocare. È stato un momento difficile per lui. Ma Val, fondamentalmente, gioca meglio contro avversari più forti”.

“Sono con lui ogni settimana e so che quando entra in campo — e questo è stato il problema principale ultimamente — se entra in campo da favorito, tende a rischiare meno. È come se pensasse: “Metto la palla in campo e basta”. Ma non è questo il suo gioco. Quello che lo rappresenta è l’andare a prendersi i punti, rischiare. Quindi quando gioca contro gente come Griekspoor, Bublik, Rune non ha scelta. Sa che se vuole vincere, deve andare a prendersi i colpi importanti. Ed è lì che dà il meglio di sé. Così ha battuto anche Borges in Coppa Davis e Borges è un giocatore in top 50. In quelle partite, se vuole vincere, non ha altra strada se non quella di giocare il suo tennis aggressivo. Questa è la grande differenza quando affronta questi avversari”.

D: Puoi parlarci un po’ della tua famiglia e di quanto possa essere entusiasta la famiglia allargata?
Benjamin Balleret: “Non ho tempo di parlare di tutta la famiglia, ma in questo momento, come abbiamo già detto alla stampa, tutte le chat di gruppo sono impazzite. Tutti non riescono a crederci. Ogni giorno dicono: “Ok, prendiamo un aereo, 20 biglietti, e andiamo”. Arthur è piuttosto superstizioso, quindi magari, anche se arriva in finale, nessuno verrà e rimarremo così (Rinderknech ha poi battuto Medvedev ndr). Festeggeremo comunque con la famiglia quando torneremo a casa”.


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