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ATP

ATP Shanghai: Vacherot completa l’impresa in tre set, in Cina è festa monegasca

Valentin Vacherot rimonta il cugino Rinderknech e porta a termine la sorpresa dell’anno

Last updated: 12/10/2025 15:41
By Danilo Gori Published 12/10/2025
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11 Min Read
Valentin Vacherot - Shanghai 2025 (Foto X @atptour)


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[Q] V. Vacherot b. A. Rinderknech b. 4-6 6-3 6-3

Sezioni
Primo set: una sola palla-break, Rinderknech la sfrutta e vince 6-4Secondo set: Vacherot approfitta del calo del rivale e chiude il set al nono gameTerzo set: Vacherot parte meglio e non concede più nulla fino al trionfo

Un grande e prolungato abbraccio, sentito e commovente; “Allez le cousins” recita un cartello sugli spalti. Quello dei due congiunti che vince il Rolex Shanghai Masters è dunque il monegasco Valentin Vacherot che dopo aver raggiunto nell’ordine il primo ottavo, il primo quarto, la prima semifinale e la prima finale in un Master 1000, raggiunge anche il primo alloro di categoria, che è anche il suo primo in assoluto, come ci si può immaginare per un tennista che fino al 2024 aveva assommato quattro partite nel circuito maggiore, tutte perse.

Vacherot ha subito la spinta in battuta di Rinderknech per un set e mezzo senza raccapezzarsi, prigioniero del mestiere del suo rivale, capace di eseguire molto bene il suo tennis rapido e articolato su pochi scambi. Quando il francese ha accusato un calo, Valentin è stato bravo a salire di rendimento e a scavare un solco che si è rivelato definitivo: 5 game consecutivi dal 3-3 nel secondo parziale al 2-0 e 0-40 nel terzo. Il secondo break non si è materializzato ma l’atleta del Principato ha ceduto nella frazione soltanto tre punti con il servizio, vincendo così con un agio maggiore rispetto al punteggio finale di 6-3.

Valentin passa dalla posizione numero 204 alla 40, è così l’ottavo nuovo vincitore del circuito maggiore e nei nove incontri del torneo per ben sei volte ha dovuto risalire lo svantaggio di un set: per l’occasione sono arrivati dalla Costa Azzurra Melanie-Antoinette De Massy, presidente del Country Club e della Federazione e David Massey, direttore del Rolex Monte-Carlo Masters, per una festa assolutamente impronosticabile, anche dopo le illustri uscite di scena che hanno costellato l’edizione 2025 dell’ultimo 1000 asiatico.

Primo set: una sola palla-break, Rinderknech la sfrutta e vince 6-4

Parte bene Valentin Vacherot, che inaugura il match con un primo game solido al servizio, portandosi avanti senza particolari difficoltà. È lui a conquistare il primo 15 dell’incontro e a dare l’impressione di essere subito centrato in battuta. Tuttavia, la reazione di Arthur Rinderknech non si fa attendere: il francese rimette subito le cose a posto nel secondo game, sfruttando due ace nei primi punti del proprio turno di servizio per salire agevolmente sull’1-1.

I game scorrono inizialmente in equilibrio, con entrambi i giocatori che cercano di imporre i propri schemi senza scoprirsi troppo. Ma è Rinderknech a rompere per primo la parità: nel quarto game arriva infatti il primo break della partita. Il nativo di Gassin legge bene le traiettorie di Vacherot, si fa più aggressivo in risposta e sfrutta qualche incertezza dell’avversario nei momenti delicati. Vacherot appare un po’ contratto, meno sciolto del cugino, e paga la poca profondità nei colpi da fondo.

Rinderknech conferma il break senza difficoltà nel game successivo, salendo 4-2 e consolidando la sua posizione nel set. Il francese, che sembra gestire meglio la tensione, continua a sfruttare il servizio come arma principale per mettere pressione.

Nel settimo game Vacherot si porta rapidamente sul 40-0 ma rischia grosso, facendosi recuperare fino ai vantaggi. Riesce comunque a salvarsi grazie al suo primo ace del match e a un dritto ben costruito, accorciando sul 4-3. È un piccolo segnale di risveglio da parte del monegasco, che cerca di farsi più propositivo, ma senza continuità.

Rinderknech, però, continua a essere estremamente solido al servizio. Tiene la battuta senza tremare e si porta sul 5-3, mettendo pressione ulteriore al rivale. Vacherot, chiamato a servire per rimanere nel set, non riesce a rispondere con la stessa precisione: il francese approfitta di un paio di errori gratuiti e chiude il primo parziale con un 6-4 in 37 minuti di gioco.

Più concreto e incisivo nei momenti chiave, Rinderknech ha saputo fare la differenza con il servizio (già diversi ace a referto) e con un atteggiamento più sicuro nei game decisivi. Vacherot dovrà cercare di scrollarsi di dosso la tensione se vuole rientrare nel match.

Secondo set: Vacherot approfitta del calo del rivale e chiude il set al nono game

Il francese conferma di essere intrattabile quando sale in battuta ma il monegasco non gli è da meno e torna a far tintinnare il servizio in attesa di escogitare la contromossa giusta in ribattuta. Nel frattempo, si concede una visita nei dintorni della rete con la volée di dritto e in generale dà l’impressione di poter contare su colpi meno strappati e di avere qualche chance in più se lo scambio si allunga.

Quello che ancora manca al tennista qualificato però è, come nella frazione precedente, la profondità, soprattutto in fase propositiva: Rinderknech perde qualche colpo con la prima palla ma il contrattacco di Vacherot è troppo esitante e si offre all’affondo con i colpi di rimbalzo del rivale, che si porta sul 3-3.

Arriva anche il 4-3 e il rispetto per la regola del servizio è assoluto; Valentin non è sempre preciso ma il dritto del favorito della vigilia tentenna e non ne sorregge le ambizioni in una fase del match non molto brillante mentre King Roger osserva con un’espressione talmente concentrata da sembrarci quasi accigliato. Rinderknech forse se ne accorge e ne ricava la medesima impressione, sbagliando per la pressione un dritto incrociato e un dropshot di rovescio a una mano; un ace annulla la prima palla-break concessa nel match. Il ragazzo di Montecarlo però decide di non abbandonare la pista e risponde con insolenza con il rovescio tra le stringhe delle scarpe del cugino, che concede la seconda occasione.

Vacherot non è sufficientemente profondo nemmeno ora ma Rinderknech da qualche minuto è meno pungente e l’utilizzo dello slice ne risente; la sua lentezza agevola il rivale nell’esecuzione del dritto incrociato e per Arthur il forehand in corsa perdendo il court è una lotteria. Valentin azzecca un secondo rovescio in lungolinea, si prende il break e chiude al nono game con pieno merito quando Rinderknech si consegna con un chop di dritto che vorrebbe essere una palla corta ma appassisce nella parte più bassa della rete. È 6-3: il francese conferma il 76% di prime palle del primo set ma sulla battuta di scorta precipita al 33% e dei dieci suoi errori non forzati ben 7 sono da ascrivere al dritto.

Terzo set: Vacherot parte meglio e non concede più nulla fino al trionfo

Toilet break per tutti e Rinderknech deve riflettere su come variare al servizio ora che Valentin è riuscito a vedergli le carte e si destreggia meglio in ribattuta; la faccenda si fa seria perché al rientro in campo è subito tempo di 0-40 per il trafelato Arthur. La prima battuta entra sempre ma non fa male al rivale, che lo obbliga a scomode acrobazie e a subire passanti tra l’altro di esecuzione piuttosto agevole. La prima palla-break sfuma e così la seconda ma sulla terza la risposta costringe Rinderknech a una volée non definitiva, che riceve indietro un passante di rovescio incrociato, perfetto e tutt’altro che agevole.

Il tennista transalpino vede la fortuna voltargli le spalle: da lì in poi per Vacherot ci sono sette punti consecutivi che fissano il tabellone luminoso sul 2-0 e 0-40, tutto in suo sfavore. Arthur si cerca addosso i colpi della disperazione e per l’occasione ritrova la battuta violenta, che lo accompagna verso l’1-2 della speranza. Per lui ora l’enigma è come emergere nei game in risposta mentre Valentin spinge con il servizio e tiene la riga di fondo meglio che non nel primo set: Arthur perde i primi otto punti in risposta e l’1-3 è cugino di primo grado dello 0-4 che non si è materializzato per pochissimo.

Di più, anche nel quinto gioco arrivano palle-break da annullare per Arthur: la cadenza impostagli da Vacherot è per lui sempre meno sostenibile e per cancellare le insidie il francese si vede costretto a camminare sul filo teso cercando le righe e addomesticando con eleganza un paio di palline sottorete. Il numero 54 del ranking è ammirevole per come non intenda arrendersi; non ha mai un colpo di facile esecuzione e con una volée di dritto mal indirizzata concede ancora una opportunità per il secondo break. Con un robusto sostegno da parte della battuta Rinderknech si porta sulla sedia sul 2-3 dopo aver affrontato dieci palle-break in tre turni ed averne annullate nove, che deve poi essere il cruccio di Vacherot, il cui vantaggio nello score è troppo esiguo per quanto si è visto nella frazione.

Arthur in realtà non si siede ma si sdraia e si sottopone a un massaggio alla schiena e al rientro non deve cancellare palle-break; conquista addirittura due punti in risposta ma non gli bastano per scongiurare il 3-5 che lo porta a servire per allungare la finale. Invano, perché Vacherot risponde sempre meglio e il dritto in mezza volata con cui Arthur sigla il 15-30 è un autentico miracolo: il dritto successivo, infatti, vola oltre l’ultima riga e significa due palle-match per l’atleta monegasco, la seconda delle quali è quella decisiva.

(ha collaborato Francesco De Salvin)


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