Casper Ruud, che nel corso della settimana dal 13 al 19 di ottobre sarà impegnato nel torneo ATP 250 di Stoccolma, è stato intervistato da Nicholas Albek di Bolavip e ha parlato della sua stagione, delle (remote) possibilità di qualificarsi per la quarta volta in carriera alle Nitto ATP Finals (dove oltretutto difenderebbe i 400 punti della semifinale della scorsa edizione) e, infine, della struttura del calendario ATP, a suo giudizio troppo intenso e troppo lungo.
MADRID E IL GINOCCHIO – Ruud ha così commentato un 2025 dolce e amaro al tempo stesso: “È stata una stagione memorabile grazie al titolo di Madrid, il primo 1000 della mia carriera, ma non posso dire di essere completamente soddisfatto. Ho subito troppe eliminazioni nei primi turni, ma ho sempre cercato di imparare da quelle sconfitte. Come ho detto, sarà una stagione da ricordare perché ho vinto il titolo più importante della mia carriera e perchè, in quel periodo, ho giocato davvero un ottimo tennis. Alti e bassi, in poche parole: ad un certo punto sono dovuto rimanere lontano dal circuito per qualche settimana a causa di un problema al ginocchio, anche quella è stata una nuova sfida”.
TORINO E IL FINALE DI STAGIONE – Il campione in carica di Madrid attualmente, con i suoi 2495 punti (undicesima posizione), si trova piuttosto lontano dall’ottavo posto nella Race, valida per la qualificazione alle Nitto ATP Finals di Torino, occupato da Lorenzo Musetti (3435 punti). Un eventuale forfait di Djokovic riaprirebbe una piccola porta anche per Ruud, che a Torino ha già raggiunto una finale (2022) e una semifinale (2024).
“La stagione non è ancora finita, e spero di poterla concludere al meglio e magari risalire abbastanza da avere una chance di qualificarmi per le ATP Finals. Ma sarà davvero dura, quindi cercherò solo di giocare bene queste ultime tre settimane, poi vedremo dopo Parigi. Ci sono altri giocatori nella stessa situazione, mi concentrerò su una partita alla volta e non sui punti e tutto il resto, l’anno scorso ad esempio ho pensato troppo ai punti”.
CALENDARIO, DJOKOVIC E PARIGI – Ruud ha poi concluso l’intervista soffermandosi sulle dichiarazioni di Novak Djokovic riguardanti l’atteggiamento dei giocatori nei confronti di un calendario che viene ormai criticato unanimemente (“Non siamo abbastanza uniti, per cambiare davvero le cose bisogna investire il proprio tempo”, aveva detto Nole). “Sicuramente Novak, ha più esperienza di qualsiasi altro giocatore. Diciamo che teoricamente, in un certo senso, noi possiamo scegliere, perché non siamo assunti dall’ATP, ma siamo i ‘capi’ del nostro calendario. Quello che ho criticato e di cui ho parlato al Roland Garros è la motivazione economica che spinge a giocare e a non saltare nessun Masters 1000, per via dei bonus e di tutto il resto. È vero che, se sei tra i primi 10 o 15 del mondo, guadagni molti soldi, ma hai anche tantissime spese, quindi non vuoi rinunciare a nessun guadagno se non è necessario“.
Ruud ha poi aggiunto: “Avere un evento obbligatorio come Parigi indoor, così tardi nella stagione, la rende davvero, davvero lunga. È lo stesso per tutti, ma in futuro programmerò il calendario in modo diverso, magari saltando qualche torneo qua e là. Ho avuto 3-4 anni molto frenetici da quando ho fatto il mio ingresso in top 10. Ho giocato tanti tornei e forse ho esagerato, partecipando anche ad alcune esibizioni nel corso della preseason: in futuro terrò conto dei miei errori“ – ha concluso il norvegese.