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Rassegna stampa

Rassegna stampa – E’ ancora Sinner-Alcaraz

La rassegna stampa di venerdì 17 ottobre 2025. E' ancora Sinner-Alcaraz (Crivelli, Bertolucci, Sepe, Azzolini, Semeraro). Musetti e Paolini avanti tutta (Brizzi)

Last updated: 18/10/2025 11:30
By Alessia Gentile Published 17/10/2025
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23 Min Read

Dominio Sinner (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Come un anno fa, la storia di loro due. O forse sarebbe meglio dire, come sempre. Perché la Sincaraz non finisce mai. Pure a Riad, sotto il cielo stellato del deserto d`Arabia. I Re non cambiano, i Re ritornano: Sinner contro Alcaraz, il numero due del mondo contro il primo della classifica. E la solita, mostruosa dimostrazione di potenza e dominio. La Six Kings Slam Cup apparecchia come da pronostico la finale che tutti volevano e tutti aspettavano, un altro episodio della saga più affascinante del tennis di oggi: Jannik e Carlos si sfidarono per il titolo anche nel 2024, e allora si impose la Volpe Rossa, per l`unica volta in stagione (le tre sfide ufficiali, infatti, parlarono spagnolo). E di certo, nonostante la rilassatezza di questi giorni, domani sera non prima delle 20 gli arcirivali dimenticheranno il clima amichevole dell`esibizione e una volta di più spremeranno il meglio dal loro talento per provare a superarsi. […] A dire il vero, prima Fritz e poi Djokovic ci hanno provato a cambiare il copione, regalando finalmente una serata tennistica di alto livello, ma hanno finito per sbattere pesantemente contro un doppio muro: le due partite sono terminate con lo stesso punteggio (6-4 6-2), un evidente segno del destino. Nonostante la caviglia sinistra ancora fasciata, Alcaraz contro l`americano si è mosso come un felino, ha risposto come un ossesso e ha giocato una serie di smorzate da far luccicare gli occhi; poi, quando è toccato a Jannik replicare per offrire al torneo la finale dei sogni e dei desideri, il servizio ha cantato e Nole, il più grande ribattitore della storia, ha dovuto inchinarsi plaudente malgrado avesse iniziato con piglio più aggressivo rispetto agli ultimi incroci. Però se Sinner nel primo set mette l`83% di prime ricavandone l`85% di punti, la resistenza serba non può che sgretolarsi pian piano, fino a polverizzarsi nel secondo parziale. Il numero due del mondo dopo 63 minuti di imperioso galoppo chiuderà con il 71% di prime, 10 ace e più di quattro punti su cinque con la seconda, per il settimo successo complessivo sul monumentale avversario, a Riad già sconfitto 12 mesi fa e sempre in semifinale: «Mi piacerebbe servire tutte le volte come ho fatto stavolta. Cerco sempre di migliorare, dal lancio di palla al movimento della battuta: il segreto è non far capire al tuo avversario dove tirerai il servizio, e ha funzionato davvero alla grande. In ogni caso Novak è un modello per i più giovani, lo vediamo competere e allenarsi, è incredibile. Ha ottenuto risultati inimmaginabili in carriera, è un onore e un privilegio affrontarlo. Sono felice di questa vittoria, e sono contento di incontrarlo ancora nei tornei». E pure se il Djoker, a fine match, con l`orgoglio del campionissimo ribadirà di sentirsi ancora in grado di competere con i nuovi titani, Sinner ed Alcaraz ormai volano in un altro cielo, davvero prossimi al paradiso e pronti un volta di più ad esplorare i rispettivi limiti: «Non vedo l`ora di affrontare Carlos — dirà Jannik a mente fredda — perché con lui sono sempre grandi battaglie. Cerco di essere sempre il più pronto possibile, lui può tirare vincenti da ogni parte del campo, sa fare tutto. Lo guardo con attenzione, mi ispira a migliorare. Alla fine sto provando a portare il mio potenziale al cento per cento, stiamo provando a lavorarci e certamente Alcaraz è uno dei giocatori che mi spingono a cercare nuove soluzioni per farmi trovare preparato. Però non mi devo neanche dimenticare che ci sono tanti avversari molto vicini a noi, e tutti vogliono migliorare. Il tennis è un gioco molto mentale, a volte bisogna usare la faccia da poker, come dico sempre. Ma alla fine dei conti, quello che serve è giocare contro i migliori, come sta succedendo qui». […]

Solo Sinner e Alcaraz, allarme per il tennis (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

Ieri sera si è vista in modo netto la distanza tra il numero 2 e il numero 3 del mondo. Djokovic, pur restando un campione immenso, non è più in grado di sostenere il ritmo di Sinner o di Alcaraz nei match lunghi, quelli che contano davvero. Lo ha ammesso lui stesso: nei tre set su cinque non riesce più a reggere quel livello di intensità. Eppure, anche nelle esibizioni, la differenza si è fatta sentire. Non per demerito suo, ma perché il tennis mondiale vive oggi un vuoto evidente: dietro ai due dominatori, non ci sono veri inseguitori. È questo il problema più grave, più ancora del declino naturale dei veterani. Quando giocano Sinner e Alcaraz vanno quasi sempre in finale; quando non ci sono, il risultato diventa imprevedibile, e questo squilibrio è un segnale d`allarme per l`intero movimento. È vero che tutti gli sport vivono cicli di fuoriclasse, ma nel tennis la distanza generazionale è diventata abissale. Zverev e Medvedev sembrano ormai fuori dalla corsa, Draper non ha avuto la continuità necessaria, e la distanza con Ruud è evidente. Anche Rune, che avrebbe dovuto essere il terzo incomodo tra i giovani, si è fermato. All`orizzonte non si vedono figure pronte a inserirsi nella lotta. A Fonseca serviranno almeno un paio di stagioni, deve costruirsi fisicamente e imparare a reggere i ritmi del circuito. Fino ad allora, il duopolio Sinner-Alcaraz continuerà a dominare senza discussioni, e probabilmente lo farà per i prossimi quattro o cinque anni. Quando due fenomeni emergono insieme, la distanza con il resto del gruppo tende ad ampliarsi. Molti mi hanno chiesto cosa stia cambiando nel gioco di Sinner. In realtà non è un processo che si possa osservare giorno per giorno. È un`evoluzione che richiede tempo, pazienza, metodo. La base resterà sempre la stessa — potenza, precisione, ritmo — ma Jannik sta lavorando su dettagli che possono fare la differenza: il servizio, il dropshot, il gioco di volo. Non diventerà però un giocatore radicalmente diverso. Rimarrà un tennista “orizzontale”, da fondo campo, capace di costruire lo scambio e colpire con continuità, con qualche sortita a rete quando serve. Chi si aspetta che cambi pelle, non conosce la sua natura: Sinner evolverà, ma resterà fedele a se stesso, non ci si aspetti che da terzino destro diventi improvvisamente un`ala sinistra. Quanto al contesto della sfida in Arabia, è chiaro che non si può paragonare a un torneo Slam o a un Master 1000. Non c`è la tensione dei grandi appuntamenti, quella che cresce per due settimane tra allenamenti, stampa, pubblico e pressione mediatica. Qui è tutto più leggero, ma solo fino a un certo punto. Non è un`esibizione gratuita: in palio ci sono premi milionari. Quindi i giocatori entrano comunque per dare il massimo. L`unica cosa che manca è la scarica di adrenalina che nasce dal contesto, dal peso della storia, da quella paura di perdere che accompagna i tornei veri. In Arabia c`è spettacolo, ma non c`è la stessa pressione: e per certi campioni, la pressione è linfa vitale. Guardando alla finale in arrivo, è difficile fare pronostici. Ogni scontro tra Sinner e Alcaraz è un equilibrio perfetto: se uno dei due cala anche solo del 5% rispetto al suo standard, perde. Non esistono vie di mezzo. Se entrambi rendono al 95%, la partita è pari; se uno scende al 90%, non ha scampo. È una rivalità straordinaria. […]

Sinner e Alcaraz, finale da Re (Antonio Sepe, Corriere dello Sport)

Troppo forte. Ciò che per anni si è detto di Novak Djokovic adesso va invece associato al nome di Jannik Sinner che non solo ha battuto il serbo ma lo ha fatto con una facilità disarmante. Lascia spazio a poche interpretazioni il 6-4 6-2 nella semifinale del Six Kings Slam, maturato in 63 minuti di gioco e in linea con quanto visto negli ultimi confronti. Sinner che è attivato a quota sette vittorie consecutive contro Djokovic e, anche se le due ottenute a Riyadh non contano come match ufficiali, ha ormai ampiamente dimostrato di non fare alcuna fatica contro un avversario come Nole. «Non ricordo quand`è stata l`ultima volta che ho servito così bene. Vorrei che il mio servizio fosse sempre così» ha ammesso candidamente Sinner, che effettivamente ha fatto la differenza con questo colpo. 10 ace e l`83% di prime in campo non sono statistiche comuni, tanto meno per un giocatore che un mese fa perdeva la finale dello US Open anche a causa di un`insufficiente performance alla battuta. Esattamente come lo scorso anno, quando però Jannik aveva dovuto faticare per tre set prima di piegare la resistenza di Nole, a contendere all`azzurro il titolo di “Re d`Arabia” sarà Carlos Alcaraz in quella che sarà la sesta finale stagionale tra i due. Rispetto al match contro Tsitsipas è stata tutta un`altra storia e sorrisi e scambi da PlayStation si sono sprecati in campo. […] Jannik ha messo subito in discesa il primo set grazie al break ottenuto nel terzo gioco e non ha dato modo all`avversario di ricucire. E intensità è stata piuttosto alta, i vincenti sono arrivati da entrambe le parti e da ogni angolo del campo. Sinner si è rivelato però impeccabile al servizio, probabilmente anche perché ha approcciato l`impegno con la mente libera, tanto da scagliare ben 9 ace. Dal canto suo, Djokovic ha provato a reagire, tuttavia l`azzurro ha inaugurato il secondo set con un parziale di otto punti a uno. E l`impressione è che il break iniziale abbia spento definitivamente le speranze del serbo, il quale non ha potuto far altro che tentare di coinvolgere il pubblico. Sinner ha incrementato il suo vantaggio issandosi sul 4-1 ma soprattutto ha annullato due palle break – le uniche dell` incontro – nel sesto gioco. «Quando affronti questi giocatori le cose possono cambiare rapidamente» ha spiegato, sottolineando l`importanza di quel momento. Poco dopo ha scritto la parola fine al match. Poco importa che si tratti di uno Slam, di un Masters 1000 o di un`esibizione: in finale ci sono sempre loro. Sinner e Alcaraz sono approdati all`atto conclusivo anche nel Six Kings Slam, sbaragliando la concorrenza senza perdere un set. Se l`azzurro ha dovuto disputare due partite, senza però faticare più di tanto, lo spagnolo ha agevolmente liquidato Taylor Fritz. Lo ha fatto per 6-4 6-2, un punteggio meno a senso unico di quanto in realtà il match sia effettivamente stato. […]

Sinner-Alcaraz: da Re! (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Tre ace e un servizio vincente per il 5-3, altri tre per il 6-4. Sinner è in moalità “tempesta”, con tutto il resto dell`armamentario di Red Guardian, o di Mazinga, o di Ufo Robot, a portata di mano. Raggi termici, pugni fotonici, missili perforanti e i Rust Hurricane che emettono particelle altamente corrosive. Fossi un bimbo mi divertirei da matti a urlare prima di ogni colpo l`arma che sta per utilizzare. Ma non ho più l`età, da tempo… In compenso mi sorprendo ancora nell`osservare la vastità della santabarbara tennistica di cui dispone l`ex numero uno, e se l`altra metà del tennis non fosse nelle mani di Carlos Alcaraz, o meglio, di quel Carlos Alcaraz visto all`opera poco prima sullo stesso campo, Sinner non avrebbe avversari. Tant`è che un Djokovic che a 38 anni vale ancora il numero tre del mondo – «essere ancora lì, così in alto, e divertirsi a giocare», sottolinea lui stesso, «la considero un`impresa» – al confronto di JS diventa un “Djokovic qualsiasi”. Magari rabbioso per come il nostro lo rimpalla da una parte all`altra, per come riduce in briciole le sue difese, un tempo mitiche, e per come lo annulla nell`unica occasione in cui il serbo, a fatica (sul 4-1 per Jannik, già avanti di due break nel secondo set), si era procurato due palle per ridurre il distacco: 15-40, ma quattro punti di seguito per Sinner per il 5-1. «Mi ha preso a calci nel sedere», confessa il Djoker straziato. Nole è alla settima sconfitta consecutiva con l`italiano, considerando anche le esibizioni, e non è più un avversario per Sinner malgrado Jannik lo incensi. È il terzo in un tennis che i primi due fanno correre a velocità doppia. E anche se i Six Kings Slam di Riad restano un`esibizione milionaria, i valori stagionali ne escono confermati. E sfida a due, in Arabia come sugli altri campi del circuito ufficiale. Sinner contro Alcaraz. Il quale è l`unico che possa permettersi, disegnata una smorzata, di girarsi dall`altra parte, certo che l`avversario non arriverà in tempo neanche calzando un paio di pattini a rotelle. Basta osservarlo, Alcaraz… È uno spettacolo. C`è chi dice che Fritz si sia avvicinato negli ultimi tempi. Forse, chissà… A vederlo in questa esibizione di Riad, rimbalzi alti e palle veloci (ma siamo in altitudine, sull`altopiano del Najd, 612 metri sul livello del mare), che l`americano aveva saputo ben gestire nella prima uscita contro Zverev, si direbbe di no. Uno sta sull`altipiano, l`altro di sotto, ed è costretto a guardare all`insù. E magari a farsi cogliere dalle immagini in diretta mondiale di Netflix, con l`espressione basita. O peggio, nel tentativo di spaccare la racchetta dal nervosismo. Perché è vero, Alcaraz innervosisce. È difficile coglierne le intenzioni, arduo immaginare il colpo che sta per eseguire, disagevole comprendere le traiettorie. Lo spagnolo opera senza finte, le sue mosse a sorpresa nascono dal polso, non dal corpo, ed è quasi impossibile metterle a fuoco, anche per i campioni celebrati. Fluidità, la parola che riunisce il tutto, quella che la Natura ha fornito ad Alcaraz in misura industriale, mentre Sinner è da tempo che cerca di convincerla a passargliela un bel po` anche a lui, magari sottobanco. Sono state dodici (una sola sbagliata) le smorzate che hanno frantumato il tennis di Fritz. Il resto è venuto da sé, a pioggia. Due break, entrambi sul 2 pari, e Alcaraz in vantaggio da cima a fondo. Che poi tutto questo gli riesca anche sotto il diluvio di manonate che Sinner sa scatenare quando è in forma, bè, questo è un altro discorso. Domani ne sapremo di più. Perché la finale di sabato (preceduta alle 18,30 da quella per il terzo posto, tra Fritz e Djokovic) sarà il primo confronto tra un Alcaraz in grande spolvero e un Sinner che si è messo in testa (dopo la sconfitta agli US Open) di voler essere un po` più come il rivale. […]

Sinner-Alcaraz, un classico a Riad (Stefano Semeraro, La Stampa)

E che allora sia pure Sinner contro Alcaraz, il Clàsico moderno che domani a Riad vivrà la sua ufficiosa ma fastosa sesta replica dell`anno – dopo i big-match di Roma, Parigi, Wimbledon, Cincinnati e New York – la 17ª in assoluto (11-5 per lo spagnolo). Il Six Kings Slam, che al vincitore offre 6 milioni di dollari (1,5 di gettone per tutti, più 4,5 in caso di trionfo) per ora non ha offerto lo spettacolo che prometteva, ma ha ottenuto la finale che pretendeva. Ritardata di un giorno, non a caso il venerdì festivo islamico, perché i tennisti pro non possono giocare tre giorni di fila in esibizione. Uno sfolgorante Alcaraz, nonostante la caviglia bendata, in semifinale non ha lasciato scampo a Taylor Fritz (6-4 6-4). Sinner in versione «smanicottata» ha convinto specie al servizio (83% di prime e 9 ace nel primo set) dominando 6-4 6-2 un Djokovic entrato in campo con una futuristica body-cam, ma che ormai dimostra tutti i suoi 38 anni. Per Nole è la 7ª sconfitta di fila con la Volpe. Dodici mesi fa fu un gran match, ieri è stato poco più di un allenamento. «Spero di continuare a sfidare i più giovani ancora per un anno», dice il Djoker. «Oggi il servizio ha funzionato alla grande, ma ci ho lavorato tanto», ammette Sinner. «La chiave è il lancio di palla: devi nascondere la direzione all`avversario. Ora non vedo l`ora di sfidare Carlos. Lui sa fare tutto e colpire vincenti da ogni parte del campo, per rendergli le cose difficili non devo giocare sempre nella stessa maniera». […]

Musetti e Paolini avanti tutta (Massimo Brizzi, La Gazzetta dello Sport)

Dal Belgio alla Cina: l`approdo alle Finals si avvicina. Il coro è di Lorenzo Musetti e Jasmine Paolini, entrambi più prossimi a un posto nei fantastici 8 a Torino (Atp) e Riad (Wta). Lorenzo a Bruxelles si impone in un`ora e 37` sul tedesco Yannick Hanfmann, n. 139 al mondo, ma dotato di un servizio scomodo: 7-6(3) 7-5 il punteggio, dopo un match in cui fino all`undicesimo game del secondo set non si vede l`ombra di una palla break. Di conseguenza l`attenzione è massima su ogni punto e Musetti brilla nel saper colpire quando conta. Come nel tie break del primo set: sfrutta il servizio e il suo maglio perforante, rovescio a uscire in risposta, per il primo scatto. Nel secondo set, sul 5-5 30-30, poi, trova uno strettissimo cross di polso di rovescio per conquistare la prima palla break. Convertita per chiudere al servizio. Ora nei quarti Musetti ha il bombardiere francese Mpetshi Perricard con cui è in vantaggio 4-0 nei precedenti. […] «Il mio tennis non è adatto all`indoor – le parole di Musetti -, ma sto vincendo la mia sfida di giocare bene pure sul rapido. È stato un match duro, lui ha servito bene, ma sono felice del mio gioco. Le Finals? Dopo Wimbledon ci penso ogni settimana…». Spostandosi più a Oriente e cambiando circuito, Jasmine Paolini stappa nel suo primo incontro al Wta 500 di Ningbo, in Cina. La n.8 del ranking si impone 6-2 7-5 sulla russa Veronika Kudermetova in un`ora e 31`. Molto attenta sulle palle break – ne ha trasformate 5 su 6 e cancellate 3 su 5 – ora Jas vede ancora più vicine le Finals di Riad: nella Race Wta è ottava con 4238 punti, ma ha nel mirino la russa Mirra Andreeva, settima con 4320, sconfitta al 2° turno di Ningbo dalla cinese Zhu, e tiene a distanza la kazaka Elena Rybakina, nona a 3913, che ha avuto la meglio per 6-4 6-7(6) 6-3 sull`ucraina Dayana Yastremska. «Ho giocato un buon match, trovando le giuste soluzioni su ogni punto – dice la numero uno azzurra -. Le Finals? Sono qui per qualificarmi, ma mi concentro solo sul campo e la prossima avversaria». Per Jasmine nei quarti c`è la svizzera Belinda Bencic (in vantaggio 2-1 nei precedenti) con un eventuale incrocio in semifinale proprio con Rybakina. In pratica è uno spareggio per Riad. […]


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