Una sconfitta di Daniil Medvedev oggi fa decisamente meno notizia di quanta ne faceva due anni fa e l’ex n. 1 al mondo pare ora accontentarsi di essere protagonista nei momenti che a conti fatti entrano nei frame riassuntivi di un torneo alla sezione colore. Meno highlights, quindi, e più teatro. Anche all’Ertse Bank Open a Vienna, infatti, Meddy ha colpito ancora, mettendo questa volta in ombra persino un soggetto vivace come Corentin Moutet. Durante il tie-break del primo set, Daniil è stato nuovamente pescato in flagrante arroganza e prepotenza nei confronti del giudice di sedia.
Il giocatore moscovita ha infatti consigliato all’arbitro, in merito alla discussione in corso tra di loro, di utilizzare un po’ del suo QI: “il sistema chiama tutto” – dice Daniil – “ma tu potresti usare il tuo cervello. Non so se non ci vuoi provare o se non ci arrivi, non so quale delle due opzioni è giusta; ho la mia opinione ma non te la dico”. Il referee ingoia tutto come sempre e parte del pubblico probabilmente si aspetta queste intemperanze come un divertente diversivo all’interno del programma della giornata. A noi però pare uno stanco cliché, un atteggiamento prepotente verso una categoria, tra l’altro, piuttosto indebolita dai progressi della tecnologia, che andrebbe sanzionata con maggiore severità, come peraltro già accade in tanti alti sport.
