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Rischio squalifica per Serena?

L’ITF ha aperto un’ inchiesta sul comportamento di Serena Williams aglI US Open che potrebbe costarle una sospensione dai tornei dello Slam. Vanni Gibertini

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Serena Williams non si é certo fatta mancare i titoli sui giornali questa settimana: prima per aver riconquistato la prima posizione della classifica WTA ai danni di Dinara Safina, e poi per aver posato senza veli (ma senza rivelare particolari osé) per la rivista dell’emittente sportiva americana ESPN. Ed altri titoloni potrebbero essere dietro l’angolo, dal momento che la ITF ha ufficialmente aperto l’investigazione sugli eventi che hanno portato alla squalifica della ventottenne di Compton dall’ultimo US Open.


Le rabbiose parole con cui Serena ha apostrofato una giudice di linea, rea di averle chiamato un fallo di piede su un punto molto delicato, le sono costate il penalty point che ha di fatto consegnato la vittoria a Kim Clijsters, ed una multa di $10.000. Questa somma é l’ammontare massimo comminabile autonomamente dai tornei dello Slam, ma che per un’atleta come la Williams rappresenta l’equivalente di una serata in un night-club alla moda.


L’ITF ha peró deciso di aprire un’inchiesta ufficiale su quanto avvenuto sull’Arthur Ashe durante quella semifinale, per approfondire la natura delle azioni e delle parole pronunciate da Serena ed eventualmente prendere provvedimenti piú seri. La procedura é complessa e prevede che il Grand Slam Committee Administrator, Bill Babcock, raccolga tutte le prove (inclusa quella televisiva) e le testimonianze delle persone coinvolte (la giudice di linea, la giudice di sedia Louise Engzell, il giudice arbitro Brian Earley e il supervisor Donna Kelso) e poi notifichi la giocatrice sotto inchiesta che avrá quindi dieci giorni di tempo per fornire la sua versione dei fatti. Se Serena dovesse essere riconosciuta colpevole di “comportamento aggravato”, potrebbe essere multata di una somma pari al prize money vinto agli US Open ($560.000 tra singolo e doppio) ed eventualmente sospesa per una o piú prove del Grande Slam.


Il fatto ovviamente provocherebbe non poco imbarazzo alla WTA, la quale si troverebbe nella non invidiabile posizione di dover promuovere la nuova, “vera”, numero uno della classifica proprio mentre ne viene annunciata la squalifica dai tornei piú importanti, in un periodo in cui il circuito femminile non gode certamente di abbondanza di personaggi.


E ad ascoltare le voci che girano sulla Rete, le cose potrebbero davvero prendere una brutta piega per la neo-numero uno: ci sarebbero infatti altri testimoni, oltre a quelli giá citati qui sopra, ufficiali che si trovavano vicino al luogo del turpiloquio, e sembra che secondo questi testimoni gli epiteti rivolti da Serena alla giudice di linea siano stati ancora piú pesanti di quanto non sia stato riportato finora dagli organi di informazione.


Dopo le blande scuse abbozzate tramite due comunicati stampa diffusi immediatamente dopo i fatti di New York, Serena non ha piú rilasciato dichiarazioni in merito, ed anche durante la conferenza stampa dopo il suo match di primo turno a Pechino si é trincerata dietro un no-comment: “So che si sta discutendo di una investigazione in corso, per cui non credo sia opportuno che io rilasci alcun commento in merito mentre il caso é ancora aperto. Le cose stanno come stanno, io sono molto contenta di essere una giocatrice di tennis. Credo sia evidente la passione per il gioco che ho dentro, passione che mi ha portato a vincere piú di 20 titoli dello slam [tra singolare e doppio n.d.t.]. Adoro combattere fino alla fine per ogni punto, per qualunque cosa.”


La stampa specializzata al momento sembra divisa sulla questione: secondo Jon Wertheim di Sports Illustrated le sanzioni giá comminate alla Williams, soprattutto il penalty point che le é costato la sconfitta, sono una punizione sufficiente per quello che ha fatto, e sarebbe opportuno guardare avanti e dimenticare questo episodio comunque increscioso. Di diverso parere é invece Neil Harman del London Times, secondo il quale il comportamento di Serena é stato totalmente ingiustificabile e sarebbe molto grave lasciar passare una reazione ingiuriosa cosí eclatante nei confronti degli ufficiali di gara, che, sempre secondo Harman, devono essere tutelati nello svolgimento delle loro funzioni, a partire dai tornei dello Slam fino ad arrivare alle competizioni minori.


Non é ancora stata fissata alcuna data per il verdetto di questo procedimento, che comunque prevede la possibilitá per Serena di eventualmente ricorrere in appello, ma si puó essere certi che, comunque andrá a finire, questa faccenda fará discutere parecchio anche dopo la sua conclusione ufficiale.
 

Vanni Gibertini

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