Atp Finals

Le pagelle: la quinta giornata

Federer sconfitto e contento. Ride Del Potro, fuori Murray. Più che i dritti e i rovesci è stata decisiva l’aritmetica. Match decisivo seguito facendo le addizioni! da Londra, Enzo Cherici

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Del Potro: 8
Set decisivo. 3-3, 15-40 sul suo servizio. In tribuna stampa ormai le cose erano chiare. Per andare in semifinale, avrebbe dovuto vincere il terzo per 6-3. In breve: quelle due palle break valevano due matchpoint: annullate con la collaborazione del suo generoso rivale. Neanche il tempo di respirare e ne spunta una terza. Terzo matchpoint contro: annullato. Non si sa se qualcuno dal suo angolo gli abbia spiegato a dovere la situazione riguardo il conteggio dei games. Fatto sta che l’atmosfera tra il pubblico è elettrica. Non s’era mai visto un incontro di tennis con gente in tribuna munita di carta e penna, intenta a fare addizioni e sottrazioni per capire chi passava e chi no. “Palito” sgombra il campo dagli equivoci a modo suo: randellando a più non posso. Nell’ottavo gioco sfrutta un turno di vacanza dell’illustre rivale e mette a segno il break decisivo. È salvo. Sospiro di sollievo? Neanche per sogno. Deve passare un buon quarto d’ora –durante il quale scambia qualche palla col la stella del Manchester City, Carlitos Tevez – per avere l’ufficializzazione della qualificazione. Lui esulta, ma il pubblico aveva capito tutto prima di lui. Ancora un grande risultato dopo la vittoria allo US Open. Gian Martino c’è!

Federer: 7-
Non ha giocato affatto male. Anche il primo set, sul piano del gioco è stato molto più equilibrato di quanto non dica il punteggio di 6-2. Nel gioco di apertura del secondo deve subito fronteggiare una pericolosissima palla break, che annulla con l’aiuto decisivo d’un nastro rosso-crociato. Quel servizio tenuto sarà alla fine decisivo. Perché il suo avversario non vuole saperne di concedere alcunché. Nel tie-break del secondo è a un passo dal baratro. Con un attacco scellerato sul 4-4 si offre al drittaccio di Del Potro: 4-5. Argentino a due punti dal match. Lui a due punti da Basilea. Lo vedi tornare verso il fondo del campo per rispondere, scruti il suo sguardo e sembra che stia vincendo 6-1 5-1: impassibile. In questi frangenti esce fuori il miglior Federer. Diventa terribilmente aggressivo infilando tre punti consecutivi (i primi due sul servizio dell’avversario) e si porta a casa il set che gli serviva per volare in semifinale. Nel terzo sembrava aver ottenuto il suo scopo: appagato. In conferenza I giornalisti inglesi lo stuzzicano sull’ingiustizia dlla formula, colpevole d’aver fatto fuori il beniamino di casa, Murray. Lui replica secco: “Del Potro ha battuto il numero uno del mondo, anche lui meritava la semifinale”. Non sembrava affatto dispiaciuto. La Guerra nemmeno tanto sotterranea con Murray continua.

Murray: 6,5
Entra in campo nelle condizioni psicologiche più difficili: deve vincere a tutti i costi. Ma forse il nemmeno il suo approccio alla gara è stato dei migliori, dal momento che dopo la sua sconfitta con Federer non ha trovato di meglio che dichiarare: “Mi basta battere Verdasco per passare il turno”. Per fortuna! Manca poco che ci lascia le penne. Al servizio è micidiale. Concede a Verdasco una misera palla break in tutta la partita, il set-point sul 4-5 del secondo, annullato con una prima palla chirurgica. Ma è sui turni di servizio dello spagnolo che è mancato. O meglio, c’è stato fino alla palla break in suo favore, ma delle 13 opportunità a disposizione, ne sfrutta solo una, su gentile omaggio del suo avversario (volée di rovescio affossata ad un centimetro dalla rete). Rispetto al miglior Murray è mancato molto nella continuità. Troppi alti e bassi nel suo gioco. Non insistiamo più sul suo modo di stare in campo – costantemente 2-3 metri dietro la linea di fondo – altrimenti rischiamo di diventare ripetitivi. A lui piace così, rassegniamoci. Fisicamente sembra a postissimo. Si muove benissimo, recupera l’inverosimile. In risposta come sempre molto buono, anche se – come abbiamo visto – nello sviluppo del gioco non è stato molto bravo nel concretizzare. Il torneo potrebbe ancora riservargli piacevoli sorprese. Ma deve salire ancora un pochino.

Verdasco: 6,5
Più che Verdasco, “Perdasco”. Set decisivo con Del Potro: 7-1. Altro tie-break finale contro Murray: 7-3. Insomma, in genere occorrono tre indizi per fare una prova, noi da bravi “giustizialisti” ci accontentiamo di due. Ma, scherzi a parte, è stato molto bravo. Alla vigilia aveva chances ridottissime di arrivare in semifinale. Doveva contare su una concatenazione di eventi. Il principale dei quali era la sua vittoria in due set secchi. Perso il primo, era già out. E allora bisogna complimentarsi per come ha onorato l’impegno. Regalata la prima frazione con una sanguinosa volée di rovescio affossata in rete, non ha mollato di un centimentro. Anzi. Ha liberato il braccio, regalando a tratti spettacolo con delle accelerazioni che hanno lasciato senza fiato gli appassionati anche oggi accorsi numerosi all’O2 Arena. Se possiamo permetterci di dargli un consiglio non richiesto, ripassi la volée. Soprattutto quella di rovescio. Si è creato tantissime opportunità favorevoli, spesso vanificate da vere e proprie frittate nei pressi della rete. Di sicuro, pur avendo perso tre partite su tre, ha fatto un’ottima figura in questo Masters. Perdendo sempre lottando con giocatori, ricordiamolo, piazzati meglio di lui in classifica. Bravo.

Enzo Cherici

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