Finale Maschile

Divino Federer Sono 16 Slam!

Fluidità e naturalezza impressionanti. Una finale straordinaria, un tiebreak da infarto concluso 13-11. Per lo svizzero è lo Slam numero 16, il quarto in Australia. Ubaldo Scanagatta

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Roger Federer

 

 

MELBOURNE _ Sedicesimo Slam per Roger Federer, un vero fenomeno che ha giocato ancora una volta in Australia, alla faccia di chi lo aveva dipinto in crisi due anni fa, come non credo d’aver visto giocare mai nessun altro tennista al mondo. Eccezionale.

E’ il suo quarto Australian Open, un torneo che ha dominato dall’inizio alla fine, salvo che per un set e mezzo contro Davydenko nei quarti di finale.

Una finale quasi perfetta per lo svizzero, se non avesse rischiato di perdere il terzo set nel quale, dopo esser rimasto indietro di un break _ 2-4 _ è prima riuscito a recuperarlo sul 4-5 e poi ha dovuto salvare 5 setpoints in un tiebreak davvero emozionante deciso soltanto al ventiquattresimo punto, 13-11, al 3 matchpoint per Federer. Va dato credito a Murray di avergli stavolta resistito con incredibile tenacia ed ostinazione.

Roger, ormai a due Slam da Chris Evert e Martina Navratilova che ne vinsero 18 a testa, ha giocato con una fluidità, una naturalezza impressionante.

Ha vinto ancora in 3 set, come nella finale dell’US open di due anni fa, ma stavolta c’è stata lotta ed incertezza fino alla fine, perché non si sa cosa avrebbe potuto succedere se Murray, avanti 6-4 nel tiebreak, fosse riuscito a trasformare uno di quei cinque setpoints.

Due di quelli, per la verità, Andy non se li è giocati benissimo: il terzo quando ha sbagliato una volee di rovescio non facile ma che un giocatore di quel livello può mettere dentro, e il quinto quando ha messo in rete un dritto a pochi passi dalla rete, ma su una palla strisciante sulla quale non è riuscito a giocare il lift.

Salvo che in quelle circostanze però lo scozzese ha dimostrato di avere …palle. Avrebbe potuto perdere 6-1 il secondo set e invece ha salvato coraggiosamente palle break sia nel quinto sia nel settimo game. Federer era straordinario nel giocare i cross di rovescio contro rovescio, di solito la sua diagonale meno prediletta…soprattutto contro Nadal…ma non è che il rovescio di Murray sia molto meno efficace, anche se è più piatto e meno arrotato.

Sembrava che lui avesse deciso di addormentare il gioco, e Murray, con quei rovescio a volte tagliati a volte coperti ma sempre molto stretti, per poi….svegliarlo brutalmente con dritti formidabili che lasciavano il segno.

Murray ha giocato meglio il primo set che il secondo ("Ho avuto chances nel primo, tre per andare 3 a 2 avanti di un break...il secondos et ha meritato lui di vincere...con lui ho gioctao 11 volte, ma negli Slam gioca meglio"), e nel terzo è salito di tono perché si è fatto un po’ più aggressivo. Fosse venuto qualche volta a rete di più magari avrebbe colto qualche punto in più. Ma non era facile. Mentre è molto facile sbagliare quando si è continuamente sotto stress, quando si avverte costantemente la necessità di fare cose straordinarie per conquistare un punto. E’ esattamente la sensazione che gli trasmetteva _ e non a lui solo _ Federer.

Il tiebreak finale è stato certamente la fase più avvincente della partita. A un certo punto m’era parso naturale stabilire confronti con il famoso 18-16 di Borg-McEnroe 1980 a Wimbledon: il tiebreak lo vinse McEnroe, il match Borg.

A volte Murray guardava quasi sconsolato il suo angolo, la mamma, come per dire: “Ma che posso fare con questo diavolo?”

E alla fine, sul palco della premiazioni, dove è stato ricordato che 650.000 dollari originati da questo torneo erano stati indirizzati alle popolazioni di Haiti colpite dal terremoto, Murray sarebbe scoppiato a piangere, proprio come Federer qui in passato…

Ma anche in quel frangente è riuscito ad essere più che dignitoso: “Piango come Roger qui, ma it is a shame (la traduzione letterale, è una vergogna, non rende l’idea) che io non possa giocare come lui!”

Federer, poco dopo, con un assegno di 2 milioni e 100.000 dollari australiani (1.500.000 d’euro) che non gli cambierà il suo trend di vita nonostante la crisi immobiliare di Dubai dove ha la residenza, è stato generoso con l’avversario sconfitto. “Andy, hai giocato molto bene: Sei un giocatore troppo forte per non vincere uno Slam. Quanto a me…sono sulla luna ho giocato una delle mie migliori partite, l’Australia tira fuori il meglio di me…e questo è il mio primo Slam da padre”.

Intanto anche l’Australian open ha battuto il suo record di affluenza: 653.800 spettatori, cinquanta mila più d’un anno fa.

A minuti le parole dei due finalisti e tutti i contributi da Melbourne.

Roger e Robert Federer con il trofeo

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