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27/01/2011 19:32 CEST - CASO SCOMMESSE

Gabashvili e il "Caso Volandri"

TENNIS - Grande intervista all'altro "interrogato" sul match che ha suscitato i sospetti delle società di betting e l'indagine della Tennis Integrity Unit. L'ha pubblicata il quotidiano sportivo di Mosca "Sovietski Sport". "A me non hanno chiesto nè telefoni nè conti bancari...Non ho il telefono di Volandri. Lui gioca tanti challenger, spesso va in finale, talvolta perde al primo turno. E' strano. Può succedere perchè non è più giovane..." Accenni a Kafelnikov, Davydenko e...Federer. Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato Ubaldo Scanagatta

MELBOURNE _ Oggi, a seguito della notizia pubblicata da Ubitennis.com riguardo all’investigazione mossa dalla Tennis Integrity Unit sul match giocato da Volandri e Gabashvili il 25 ottobre nel torneo di San Pietroburgo (seguita dall’intervista esclusiva da me fatta a Janko Tipsarevic sul suo match con Horacio Zeballos, e alle domande da me qui rivolte un paio di giorni fa a Alexander Dolgopolov che ha ammesso tranquillamente di essere stato contattato anche lui dalla Tennis Integrity Unit) è uscita una grossa intervista al tennista georgiano sulla Sovietski Sport, la “gemella” della Gazzetta dello Sport della Russia. L’ha condotta in Russia il collega Nikolay Mysyn, che da anni incontro a Wimbledon, su stimolo mio e di Alex Zilbert qui da Melbourne .

QUI POTETE LEGGERE L'ARTICOLO ORIGINALE

Il titolo dell’articolo che mi sono fatto tradurre da un collega russo qui a Melbourne, Alex Zilbert, è:

Il n.78 del mondo Teimuraz Gabashvili: “Non sospettano me…”

E il sottotitolo è:

“A me non hanno chiesto né gli acconti bancari né i numeri di telefono”

Nikolay Mysyn: _ Teimuraz: puoi descriverci la situazione riguardo al tuo match con Volandri?_

Gabashvili: Per essere onesto non conosco i dettagli. I rappresentanti della Tennis Integrity Unit mi hanno chiamato. Capisco che l’hanno fatto perché c’erano un grande giro di scommesse sul nostro match a St Petersbourg il 25 Ottobre con Volandri. Mi hanno detto che non mi considerano colpevole di alcunché, ma mi hanno chiesto solo di aiutarli nella loro indagine per chiarire il tutto. Mi hanno fatto diverse domande. Molte cose sul match, sul gioco, sull’andamento della partita e basta. Naturalmente io sono stato d’accordo per dire a loro tutto quel che so al riguardo, anche se non so granchè.

Nikolay Mysyn: _ In queste lettere normalmente ti chiedono il tabulato del cellulare, gli estratti conto bancari. Te l’hanno chiesti?

Gabashivili: “Ancora no, ma può essere che me lo chiederanno in un secondo momento”.

Nikolay Mysyn: _ Che domande ti hanno fatto?_

Gabashvili: “Semplici domande, come quelle che i giornalisti mi fanno nelle conferenze stampa. Ad esempio com’era il match, perchè ho vinto…e perché lui ha perso. Poi mi hanno chiesto se conosco bene Volandri e se avevo il suo numero di telefono. Io ho detto che naturalmente ci conosciamo, ma che non siamo grandi amici fuori del campo e così non ho il suo contatto telefonico nè nessun altro contatto”.

Nikolay Mysyn: _Ti ricordi bene quella partita?_

Gabashvili: “Sì, nel set d’apertura Filippo ha comandato il gioco con tanti punti fatti dopo molti scambi e io ho fatto molti errori. Ma poi ho capito che dovevo essere più aggressivo e così ho preso l’iniziativa fino alla fine del match.”

Mysyn: _ I tennisti di solito capiscono di solito se gli avversari non si impegnano al massimo: ti sei accorto di qualcosa del genere da parte di Volandri? _

Gabashvili: “Ero molto preoccupato prima di quella partita. Prima di quella avevo perso da Filippo tre volte. E l’unica cosa cui pensavo era che volevo vincere perché stavo giocando nel mio paese, davanti ai miei tifosi. Ero così concentrato…ecco perché non mi sono accorto di niente. Se anche Volandri avesse fatto qualche errore di troppo non credo che me ne sarei accorto…”

Mysyn: “Pensi che questo tennista italiano possa ritrovarsi coinvolto in questi affari di scommesse?

Gabashvili: “E’ difficile dirlo. Filippo gioca molti challengers, è un giocatore molto esperto, un avversario molto duro. E’stato un top-50 e spesso arriva in finale a questi challengers, ma qualche volta perde invece ai primi turni in match con giocatori sconosciuti. Naturalmente è strano. Può essere che sia successo perché Volandri non è più così giovane, ma forse è davvero connesso con qualche intrigo (la traduzione letterale, sul dizionario russo-inglese è macchinazione, intrigo...; nota di Ubs) ma io non posso dire qualcosa con assoluta certezza".

L’articolo prosegue sotto un altro titolino:

Davydenko voleva far causa all’Atp:

Mysyn domanda: _“Negli anni passati il tennis russo era già stato coinvolto in simili scandali…_

Gabashvili: “Sì, la storia più nota è stata quella con Kafelnikov quando era n.1 del mondo e perse con qualcuno molto più debole all’Estoril. Mi ricordo tutti gli articoli usciti sulla stampa, ma conosco meglio la situazione relativa a Davydenko perché a quel tempo io stavo già giocando nel circuito e di tanto in tanto ero in contatto con Nikolay. E’ stata un periodo molto duro per Kolya che infatti voleva portare l’Atp in tirbunale con il suo caso. Voleva ottenere un grosso risarcimento per danni morali subiti. Lo posso capire, perchè i detectives lo hanno perseguitato durante tutto l’anno e i media anche. Gli hanno fatto le stesse domande in tutti i tornei”.

Mysyn: _ Pensi che quel match fra Davydenko e Vassallo Arguello fu strano?

Gabshvili: “Il nostro è uno sport e tutto può accadere. Io per esempio ho perso a Casablanca da Rede El-Amrani in tre set, un marocchino che allora era intorno a n.300 del mondo…Io ero avanti 4-1 nel terzo set, poi 5 a 2, ma alla fine ho perso. Allora ho ricevuto dei commenti pesanti sul mio Facebook e sulla mia email, forse dalla gente che aveva scommesso sulla mia vittoria. Ma fu un match limpidissimo. La stessa cosa posso dire del match di Davydenko. Immaginate solamente che Federer avesse perso al primo turno di Wimbledon 2010 da Falla: lo svizzero aveva perso i primi due set e stava perdendo anche 5-4 nel terzo. Sarebbe interessante sapere se i detectives in quel caso sarebbero andati a interrogare Federer. Tutto ciò è sciocco”.

(N.di UBS: Zilbert mi fa capire che questi esempi si prestano a due interpretazioni…la prima è che nel tennis può accadere di tutto, la seconda è che i detectives non andrebbero mai a indagare su una grande campione ma soltanto su giocatori di seconda schiera).

L’articolo prosegue sotto un altro titolino:

“Un tempo non sapevo niente di scommesse”

(qui, senza voler insegnare il mestiere a nessuno, il titolo avrebbe dovuto essere: “Un uomo mi ha contattato per tentare di corrompermi!”, se leggete quanto scritto sotto; nota di UBS)

Mysyn: _ Nessuno ti ha mai suggerito di perdere apposta un match?

Gabashvili: “Sì, un uomo una volta lo ha fatto su mio INKONKTAT (è il FaceBook russo…), ma io ho rifiutato di averci rapporti e poi l’ho cancellato dalla lista dei miei amici. Quindi ho riportato l’episodio all’ATP”.

Mysyn_ _ Tutte queste investigazioni ti seccano così tanto che non riesci più a concentrarti sui tornei che devi giocare?

Gabashvili: “No, assolutamente no. Quella gente (della Tennis Integrity Unit) sta facendo il suo lavoro e viene pagata per farlo. Non è così difficile per me dover rispondere eventualmente anche una volta al giorno ad una telefonata o ad una email”.

Mysyn _ Una volta hai giocato un match sul centre court con Roger Federer: per essere onesti sai che non avevi alcuna chance contro di lui. Hai pensato anche per un solo secondo che avresti potuto scommettere contro te stesso?

Gabashvili _ “Prima della storia di Davydenko non sapevo nemmeno che si potesse scommettere sul tennis. Ma all’ultimo US open ho perso da Nadal 7-6,7-6,6-3. Insomma abbiamo giocato due tiebreaks e si sa che questa talvolta è una lotteria: insomma in teoria avrei potuto battere la prima racchetta del mondo! Ora immaginate che prima di una partita come quella…io avessi scommesso contro me stesso…Che cosa avrei dovuto fare allora durante la partita? Sono un vero sportivo, il problema non si pone, per vincere partite come quelle io sto facendo il mio meglio da quando avevo cinque anni, e ora ho 25 anni. Progetto di giocare ancora sette otto anni come minimo. Il tennis è la mia passione. Anche il più semplice passo sbagliato nella mia carriera potrebbe distruggere la mia carriera. Non credo che correrei mai questo tipo di rischio”.

Ubaldo Scanagatta

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