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19/05/2012 09:48 CEST - Internazionali d'Italia

Seppi non ha colpa
Federer superiore

TENNIS - Una differenza stridente tra Andreas e Roger Federer. Il problema non è Seppi che fa quello che può, come i suoi colleghi che sono riusciti a entrare fra i primi 100. Il problema vero è un sistema che non funziona da 30 anni. Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato
Ubaldo Scanagatta
ROMA _ 53 minuti di mattanza. 5-0 per Federer in 12 minuti, 6-1 6-2, la semifinale nobile del torneo, Djokovic-Federer aveva preso forma e l’avventura di Seppi al Foro Italico è finita, dopo i fuochi d’artificio del giorno prima con Wawrinka, in maniera piuttsoto triste. Un giorno sull’altare, l’altro nella polvere. Senza che si possa gridare alla sorpresa.

Chi si era esaltato giovedì non si deve deprimere venerdì. La differenza fra Federer e Seppi è esattamente quella che intercorre fra un grande campione e un buon giocatore che non è e non potrà mai diventare un grande campione. Il problema vero è che Seppi, il Seppi in sicuro progresso di questi ultimi tempi, ma il Seppi che fa appena tre games contro il n.2 del mondo, è il n.1 d’Italia e lunedì sarà davanti di una ventina di posti rispetto al n.2, di una cinquantina rispetto a tutti gli altri italiani.

Grandi campioni sono pochi, sono quelli che vincono tanti Slam, neppure quelli che ne vincono uno solo. Lo svedese Johansson vinse un open d’Australia, ma non era un grande campione. Sul fatto che Federer sia un grande, un grandissimo campione _ è banale dirlo _ non possono sussistere dubbi. Sul fatto che Seppi sia un buon giocatore che lunedì si ritroverà a n.24 del mondo e, come mi ha risposto Nadal oggi in conferenza stampa, forse potrebbe anche riuscire a diventare un top-20 se certe circostanze si verificheranno, anche non ci dovrebbero essere dubbi.

Se riuscirà a diventarlo si fermerà però dove sono stati top20 anche Camporese, Gaudenzi e Furlan, chi n.18 e chi n.19, più verso il fondo che verso i top-ten, e questo significa che purtroppo nemmeno Seppi risolverà i problemi del tennis italiano.

Come ha detto Nadal, fra un giocatore che raggiunge una volta, due volte, tre voltem i quarti di finale di un Masters 1000 e uno che raggiunge 5/10 finali, qualche semifinale o finale di Slam, c’è un gap enorme.

Mi spiace scrivere quel che scrivo ora dopo la batosta subita da Seppi, ma leggete nella rassegna stampa che pubblichiamo sempre nella colonna di destra di Ubitennis, e vedrete che per la contemporanea qualificazione di Seppi e Pennetta ai quarti,c’era un clima di esaltazione assolutamente sproporzionato. Alla fine, lo devo dire senza voler vestire i panni di Catone il Censore, poco serio, mistificante. Quasi tutti hanno scritto come se il tennis italiano avesse risolto gran parte dei propri problemi, anche se nessuno l’ha detto esplicitamente.

Problemi che invece ci sono, anche se a leggere gran parte dei giornali italiani _ ancor più di ieri _alla vigilia di questi Internazionali si leggevano toni ridicolmente trionfalistici, si leggeva del momento d’oro del tennis italiano e panzane del genere. Ho notato ultimamente, in contemporanea con tanti accordi commerciali stipulati con la FIT, davvero troppi trombettieri.

Due tennisti italiani hanno raggiunto i quarti di finale a Roma e questo, un uomo e una donna insieme, non avevano saputo farlo dal ’94, ma onestamente _ al di là del fatto che anch’io mi sono emozionato tantissimo per la rimonta di Andreas con Wawrinka, per i sei matchpoint annullati _ vi pare che quello sarebbe un risultato di cui un altro Paese di buone tradizioni tennistiche, non solo gli Stati Uniti o la Spagna, ma anche la Francia,la Germania, andrebbe così fiero?

Seppi e Pennetta hanno motivo di essere orgogliosi per esserci riusciti, perché uno che è n.30 del mondo e arriva fra i primi 8 di un torneo dopo aver battuto il n.10 e il n.20 è giustamente contento, così come Flavia che non ha certo brillato quest’anno e che a Roma aveva più spesso deluso che illuso ha mille ragioni per essere soddisfatta di se stessa. Anche i ragazzi e le ragazze che stanno alle loro spalle fanno del loro meglio no, mi ca è giusto criticarli. Sono già più forti di quelli che stanno dietro, e mica è facile entrare tra i primi 100 del mondo in uno sport praticato da milioni.
Tutto è relativo no? L’Italia, il Paese Italia, però meriterebbe di più. Molto di più. Il Paese Italia ha fame di tennis, nonostante i disastrosi ultimi 34 che non ci hanno visto conquistare lo straccio di una semifinale maschile in un qualsiasi Slam dal 1978, e lo si è visto proprio durante questi Internazionali d’Italia che hanno fatto registrare un bel successo di pubblico grazie alla presenza dei migliori tennisti del mondo, dei soliti Federer, Nadal e Djokovic.  E’ bastato che un italiano, Andreas Seppi, raggiungesse i quarti perché venerdì sera il centrale fosse tutto esaurito, 10.500 posti presi d’assalto e se ci fossero stati posti liberi se ne sarebbero venduti pure di più.

Ma Seppi che ha solo 3 anni meno di Federer e che è stato dominato per la nona volta in nove occasioni è il miglior tennista di casa nostra. Questo è un fatto, ed è un fatto che preoccupa e deve preoccupare. Anche perchè alle sue spalle c’è un Fognini che ne ha 25 e dà più prove di maturità che di progressi. Starace, Volandri, Cipolla, Lorenzi sono tutti bravi ragazzi che fanno quel che possono, che si sono tolti le loro brave soddisfazioni, tutta gente dal 70mo posto in giù che ha purtroppo fatto il loro tempo, tutti poco sotto o sopra i 30 anni.
Si intravede nessuno alle loro spalle? No. Forse il solo Quinzi, il cui padre ha investito una fortuna per finanziarlo negli Stati Uniti da Bollettieri e per toglierlo dall’Italia e da ambienti spesso diseducativi.
Io non so che cosa deve ancora succedere perché la gente si convinca che se nessuna dirigenza del mondo può essere ritenuta completamente responsabile perché il suo “sistema” non riesce a produrre un campione per 5, 10,15,20 anni, però non può nemmeno essere del tutto irresponsabile ed impunita se per 34 anni non riesce a dotarsi di una struttura tecnica tale da portare almeno 4-5 ragazzi intorno quantomeno alla ventesima posizione che forse raggiungerà Seppi. E se l’unica luce, un lumicino per ora data l’età, che a stento si intravede, è un ragazzino di 16 anni che quindi _ salvo miracoli e soltanto se tutto andrà strabene come gli auguriamo tutti _ non potrà certo risolvere i nostri problemi prima di un quadriennio, non siamo messi bene.

Non c’era bisogno di vedere Seppi dominato da Federer per capirlo (Parole di un Seppi piuttosto affranto post match: “Non è stato proprio bello prendere ‘sta stesa sul centrale pieno”.) però a me pare che almeno il tempo delle autocelebrazioni dovrebbe essere finito.

Ubaldo Scanagatta

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