HOMEPAGE > > Johannes Ager la mia storia.

25/05/2012 15:21 CEST - Personaggi

Johannes Ager
la mia storia

TENNIS - Le storie ci tengono vivi. Le scelte ci ricordano che siamo vivi. La scelta di Johannes Ager è una straordinaria unione di emozioni, parole e rimbalzi che danno vita ad una coinvolgente storia che continua ancora oggi. Francesco Pagani

 

| | condividi

Una possibile scelta per iniziare un articolo come questo è di non iniziare. Non procedere. Non pensare e lasciare che la bellezza della storia si vesta di parole e frasi, di colori e pensieri. Lasciare. Lasciare spazio alle emozioni. A immagini di vita, di attimi, di scelte. Lasciare che si giochi ogni punto, liberi. Poi, d'un tratto, volare via nella storia che, intanto, è iniziata, che, nel frattempo, si racconta.

È il 10 marzo 1984. Siamo in Austria, a Brixlegg, paese tirolese di poche migliaia di abitanti e circondato da montagne dai colori variabili tra il verde estate ed il bianco inverno. Un fiume taglia dolcemente la città. E nasce Johannes Ager, futura sorpresa tennistica, futuro esempio di vita.

I genitori, come molto spesso accade, gli mettono tra le mani la racchetta da tennis fin da piccolissimo e Ager inizia a giocare tornei nel circuito junior raccogliendo ottimi risultati. Le vittorie sono molte e con esse il giovane Johannes inizia a viaggiare passando dalle terre austriache a quelle italiane, da quelle italiane a quelle giapponesi. Fino a quando non arrivano i 15 anni e avviene l'esordio nel circuito professionistico. È prestissimo, penseranno alcuni di voi. È prestissimo e allo stesso tempo prodigioso, perchè Johannes gioca tre tornei Future e vince quattro partite, mostrando tenacia, determinazione e un ottimo tennis. L'anno successivo, nel 2000, Johannes abbandona la scuola per dedicarsi totalmente al tennis e cercare di sfondare. Per cercare di aprirsi una strada. Ma le vittorie arrivano in piccola quantità ed è difficile vincere più partite di fila; il circuito pro è sudore, fatica, lotta: “Con l'esperienza di oggi, se potessi tornare indietro aspetterei qualche anno prima di giocare Future: lì è più difficile e il livello, rispetto al circuito junior, è molto più alto” mi racconta l'austriaco. Dopo due anni di difficoltà, Johannes Ager inizia a macinare partite ed esperienza, quella che ti permette di affrontare da un'altra prospettiva le cose, che ti permette essere, in qualche modo, un'altra persona. Nel 2002 infatti l'austriaco raggiunge in un Future in Romania la sua prima semifinale e, grazie ad altri punti fatti nel prosieguo della stagione, riesce a concludere l'anno alla 633esima posizione mondiale. L'anno successivo, il 2003, è un anno molto buono: sempre a livello Future raggiunge la finale a Teramo, vince in Romania e raggiunge un'altra finale in Iran scalando la classifica e concludendo l'anno alla posizione 369. Il 2004 significa best ranking. Ager ha vent'anni. Raggiunge la finale in Austria a Kramsach, i quarti al challenger di Buenos Aires e conclude la stagione alla 307esima posizione, dopo aver toccato la 266esima, miglior piazzamento in assoluto da lui raggiunto.

L'anno successivo è l'anno della scelta. E la scelta non è qualcosa di semplice, non è qualcosa che comunemente capita a un giocatore. Non è la scelta dello sponsor, non è la scelta della racchetta, delle scarpe. O di un paio di corde. È una scelta di vita. È una scelta per la vita. È essere davanti a un bivio e decidere di prendere una strada che non sai bene dove ti porterà. Non lo sai ma la prendi, e lo fai perchè lo senti. Coraggiosamente scegli e la scelta è controcorrente. Perché Johannes ha 21 anni e vuole iniziare un'altra volta a studiare. Vuole sfogliare libri, sapere, conoscere. Non vuole più essere solo un tennista ma vuole realizzare quell'altro obiettivo che all'età di 16 anni aveva dovuto trascurare. “Mi piace giocare a tennis ma anche studiare. Così ho fatto quella scelta, in modo da solcare la mia strada personale, in modo da sentirmi felice.” Gli dico che è totalmente inusuale per un giocatore di tennis una tale scelta. Che di solito un tennista pensa al tennis, al tennis e al tennis. Lui mi risponde con quella calma di chi è ben cosciente della strada che ha intrapreso: “ognuno deve scegliere e fare ciò che si sente. In questo modo riesco a sentirmi bene.” Così inizia a frequentare le scuole serali, che lo impegnano molto. Molto perchè ognuno di noi è stato a scuola e la scuola richiede sempre tempo e sacrificio. Sacrificio di molto. Per molto. Johannes inizia a dedicarsi al tennis in modo semiprofessionistico, ritagliandosi spazi qua e là per poter giocare, nei momenti liberi, qualche future. Nel 2005 è l'estate a regalargli due finali in due tornei austriaci. E così passano le ore che, poco alla volta, si mettono in fila formando giorni, i quali si ammucchiano nel passato degli anni. E così passano quattro anni. Quattro anni di scuola in cui ogni tanto vola, leggera e inaspettata, qualche bella soddisfazione. Ad esempio nel 2008, quando nella stagione del sole vince tre tornei future, due in Austria e uno in Germania, e scala un'altra volta la classifica portandosi alla 561esima posizione. Il 2009 è l'anno della doppia soddisfazione. È l'anno più vicino ad ognuno di noi. È l'anno in cui la voce di Venditti si insinua nelle finestre delle case e scivola nelle camere chiuse a chiave tra vocabolari e calcoli. È l'anno della maturità. Ager affronta l'esame senza problemi e, in seguito, libero da ogni preoccupazione, vince quattro tornei future di fila, di cui tre in Austria e uno in Germania. Intanto però la strada è stata intrapresa e continua ad essere percorsa. Johannes sceglie di proseguire i suoi studi e si iscrive alla facoltà di economia di Innsbruck, portando sempre con sé la genuina passione di stare in campo e scambiare, di stare in campo e giocare, di stare in campo e divertirsi. “Ora che sono all'università non ho moltissimo tempo per giocare. È particolarmente difficile allenarsi con continuità e quindi cerco di combinare studio e tennis al meglio. A gennaio e febbraio, essendoci esami su esami gioco poco. Poi inizio ad allenarmi quasi come un professionista verso marzo, con cinque sedute di tennis e tre di preparazione fisica a settimana in modo da essere pronto per l'estate, quando gioco di più.” E in effetti questa programmazione funziona. Sia perchè gli permette di arrivare a metà stagione preparato fisicamente, sia perchè significa essere totalmente carico mentalmente. Significa arrivare ad avere una voglia matta di giocare. Significa non cadere in una routine triste e rischiosa ma essere totalmente predisposti al nuovo che arriva. Così anche il 2010 è un'ottima stagione e riesce, con la vittoria di due future (di cui uno a Trento sconfiggendo Haider Maurer e Galvani) ed altri buoni risultati, ad entrare nei primi 400 del mondo.

Siamo al 2011. Johannes gioca tre tornei future e ne vince due: uno in Svizzera a marzo ed uno in Germania ad agosto. Poi basta tornei individuali e arriva il momento dei tornei a squadre. Dalla Bundesliga, il ricco campionato italiano tedesco, arriva la soddisfazione della promozione dalla seconda divisione al campionato maggiore. E in seguito, nelle uggiose domeniche di ottobre, Johannes Ager inizia a competere anche nella serie A1 italiana per il CT Rovereto, tra gli sfavoriti per la permanenza nella massima serie. E accade quello che non ti aspetti. Si realizza l'incredibilmente insolito e per questo tremendamente bello. Sì perchè il giocatore austriaco inizia a mettere insiemi punti magnifici, punti importanti e game. Uno dopo l'altro, con i suoi pesanti colpi da fondocampo e specialmente l'eccezionale rovescio bimane. Con il suo potente servizio da un metro e novantasei centimetri d'altezza. Con le sue precise voleè. Con un gioco di potenza e precisione, partita dopo partita e domenica dopo domenica arrivano risultati straordinari. Sconfigge Lorenzi 6/1 6/2, Marrai 6/2 4/6 7/6, Volandri 7/5 6/3 e, dopo aver battuto un 2.1, arriva un risultato epico. Epico per il fatto stesso di esserlo, epico per il modo in cui è avvenuta la sua realizzazione. Il teatro d'azione è la terra rossa di Casale Monferrato. Il Rovereto, per poter ottenere la salvezza diretta, deve vincere e parte totalmente sfavorito. Dopo le prime due partite tocca ai numeri uno e Ager scende in campo con la sua squadra sotto due a zero. È rilassato e non ha niente da perdere. Al di là della rete si trova l'olandese Robin Haase, giocatore dall'ottimo tennis e posizionato intorno alla 40esima posizione mondiale. Dopo il riscaldamento Johannes inizia a dare libero sfogo ai suoi colpi e, sempre più rinfrancato, vince il primo set. Inizia il secondo e i due giocatori si danno battaglia, giocano su pochi punti fino a quando l'austriaco ha un match point a favore sul 5/4 e servizio dell'avversario. Ma Robin Haase è un gran giocatore, ha talento e si salva col servizio aggiudicandosi prima il game e poi il set 7 a 1 al tie break. Ager è nervoso e frustrato. Ha visto la vittoria vicina ed ora che è tutto da ricostruire si sente in tremenda difficoltà. Il pubblico è totalmente orange. Poi arriva la luce. La notizia. Holzer, secondo singolarista, ha vinto il primo set contro Vagnozzi. Johannes allora riparte da zero e costruisce punto su punto. Fino a portarsi in vantaggio 5 a 4 al servizio con due match point. La sua voce è denso ricordo ed emozione: “Al primo match point Haase mi fa una smorzata, io corro a prenderla, mi sembra di non poter arrivare ma all'ultimo momento la tocco e colpisco un vincente disperato.” Cade a terra ed esulta. Sembra la fine ma non lo è. L'arbitro vede doppio rimbalzo e assegna il punto ad Haase. Al secondo match point sul proprio servizio l'austriaco non perdona e vince la partita, dando un contributo fondamentale alla vittoria finale per 4-2 del Rovereto, che ottiene la salvezza diretta.

Johannes Ager fino ad ora è stato questo. Ha fatto questo. È stato puro esempio di una scelta unica e straordinaria. È stato ed è un giocatore talentuoso e sorprendente. È esempio di tennis e vita, di sacrificio e libertà. In un campo da tennis o in una stanza su una scrivania con un libro aperto. Perchè tennis e studio sono insieme libertà e sacrificio, volo e sudore. Parole e rimbalzi.

 

Francesco Pagani

comments powered by Disqus
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Partnership

 

Ubi TV

I sei mesi da paura di Roger Federer

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis