25/06/2012 12:23 CEST - Wimbledon
Teste di serie
e sorprese
TENNIS - A Wimbledon le teste di serie vengono scelte dando più peso ai risultati sull'erba. Così il rispetto del ruolo di favoriti dovrebbe essere maggiore. Ma va davvero così? Che risultati ha portato questa scelta? Alessandro Mastroluca
La tradizione, la storia, il bianco, il verde, il viola, i versi di Kipling all’ingresso del centrale, le fragole, il tè. La storia di Wimbledon è la storia del tennis. Per questo il torneo gode di qualche libertà in più, come la possibilità di derogare dal ranking ATP e WTA per definire le teste di serie.
Nel tabellone femminile si lascia semplicemente discrezionalità agli organizzatori che quest’anno hanno rispettato la classifica escludendo dalla lista delle 32 favorite Venus Williams, che ha giocato otto finali a Wimbledon tra il 2000 e il 2009, e Kim Clijsters, fuori dalle teste di serie per la prima volta dal 2000.
Per quanto riguarda il tabellone maschile, dal 2002 gli organizzatori hanno ratificato un accordo con l’ATP per definire un algoritmo matematico che arrivi a fissare l’elenco delle teste di serie privilegiando i giocatori con un migliore rendimento sull’erba.
Ai punti della classifica ATP al momento della definizione del seeding, vengono aggiunti il 100% dei punti ottenuti da ciascun giocatore nei tornei sull’erba nelle precedenti 52 settimane e il 75% di quelli conquistati nei 12 mesi ancora precedenti.
In questo modo Andy Roddick, anche grazie al ritiro di Monfils, sarà testa di serie. L’obiettivo degli organizzatori è chiaro: fare in modo che il maggior numero possibile di giocatori rispettino la propria testa di serie. Ovvero, ridurre al minimo le divergenze tra l’andamento del torneo e la distribuzione ideale che vede le prime due teste di serie in finale, le prime quattro in semifinale, le prime otto nei quarti, le prime sedici negli ottavi. Questo sistema raggiunge i suoi obiettivi? Per rispondere, abbiamo considerato tutte le edizioni dei quattro Slam dal 2000 ad oggi. Abbiamo verificato quantità e qualità delle teste di serie per ciascun turno del torneo. Per i tabelloni a 32, abbiamo assegnato 32 punti alla testa di serie numero 1, 31 alla 2, 30 alla 3 e così via fino alla n.32 cui si assegna 1 punto. La somma dei punti per ciascun turno viene rapportata alla somma che si ottiene nella situazione ideale in cui ciascun giocatore rispetta la propria testa di serie.
Di conseguenza, si avrà una corrispondenza del 100% se c’è corrispondenza perfetta (i primi 2 in finale, i primi 4 in semifinale e così via) e percentuali via via più basse man mano che la presenza e la qualità delle teste di serie presenti in quel particolare turno si discostano dal modello.
AUSTRALIAN OPEN
ROLAND GARROS
WIMBLEDON
US OPEN
Quello che emerge è che sei delle ultime otto finali di Wimbledon si sono giocate tra la prima e la seconda testa di serie. Ma guardando all’andamento delle teste di serie nei vari turni e nei vari tornei, si nota come nei Noughties Wimbledon non sia lo Slam più “prevedibile”. La maggiore coerenza si registra infatti agli US Open, con un grado di corrispondenza che supera il 90% per le finali e l’80% per le semifinali.
Wimbledon certamente paga le sorprendenti edizioni tra il 2000 e il 2003, ma la serie storica dimostra, al di là della presenza costante di Federer, Nadal e ora di Djokovic in finale, che l’erba ha una sua specificità e atipicità che non elimina il rischio di sorprese nei primi turni. Non è un caso, infatti, che il torneo in cui la deviazione dalla distribuzione ideale siano gli Us Open, che si disputano su una superficie equilibrata, sulla superficie in cui si gioca per la maggior parte del tempo e in cui i giocatori guadagnano la maggior parte dei punti. E dunque è abbastanza prevedibile che qui il rispetto delle gerarchie che emergono dal ranking sia maggiore.
Alessandro Mastroluca
Scatti in giro per il mondo
