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11/07/2012 16:26 CEST - WIMBLEDON 2012

Veri e finti
drop shot

TENNIS - Alcune considerazioni sulla palla corta a partire dalle finali di Wimbledon. Federer, Serena Williams, Radwanska: palle corte vere, e palle corte fintate. Colpo estemporaneo o colpo sistematico? AGF

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Avvertenza per gli appassionati esclusivisti di Federer: questo articolo parla di lui, ma non solo, e si occuperà anche di tennis femminile. Non dite quindi che non vi ho avvertito in tempo...

Non entro nel dettaglio della finale maschile di Wimbledon, che è già stata analizzata negli articoli dei giorni precedenti. Oggi, a partire da quel match, vorrei proporre una piccolo approfondimento sulla palla corta.

Drop shot. Federer
Diversi tipi di palla corta hanno consentito a Federer di ottenere il break alla fine del secondo set; lo ha raggiunto sul 6-5 partendo dal 30-0 Murray, grazie ad un errore non forzato di Andy e a tre palle corte:
- la prima (un dritto da fondo) gli ha procurato uno scambio a rete vincente;
- la seconda è stata una difficilissima volée stoppata di dritto, successiva ad un attacco in leggero controtempo, e giocata malgrado il precedente rovescio di Murray fosse probabilmente destinato in corridoio (ma la regola dei giocatori di rete è che nel dubbio la palla si gioca, e in questo Federer è stato degno dei grandi volleatori del passato)
- la terza è stata una volée di rovescio carica di spin, giocata dopo un fantastico scambio a tutto campo, che ha sancito il pareggio dei set, ma che ha verosimilmente spostato l'equilibrio psicologico della partita a favore di Federer.

Drop shot. Serena Williams
Il punto più sorprendente della finale femminile secondo me è stato il drop shot di Serena Williams che le ha consentito di ottenere il break del 5-2 del terzo set, e di andare a servire per il torneo nel game successivo con molta più tranquillità.

Prima di esaminarlo, vorrei fare il quadro della situazione: Serena sentiva la pressione della vittoria possibile, e fisicamente non era più così brillante come nei set precedenti. Nei colpi da fondo di potenza cominciava ad aumentare la percentuale di errore, e in qualche occasione, pur avendo avuto lo spazio, aveva rinunciato a rischiare il vincente (cfr ad esempio la palla break precedente).

Correva il rischio di farsi irretire dal gioco di Radwanska, quando improvvisamente è stata capace di questo. Il colpo è straordinario perché arriva in un momento critico. Una soluzione davvero geniale, mai usata in tutto il match e che Agnieszka non aspettava assolutamente; e che malgrado sia stata eseguita in sicurezza (quindi non proprio cortissima) è stata ugualmente definitiva proprio perché del tutto inattesa.

Tutti questi punti ci ricordano che si è giocato sull'erba, superficie che aiuta ad aumentare l'efficacia dei colpi senza peso, e quando si tornerà sul duro i giocatori ne faranno un uso più limitato; ogni superficie ha le sue caratteristiche e una delle ragioni che rende l'erba spettacolare è proprio il fatto che accresce l'importanza delle palle corte.

Drop shot fintato. Federer
Il colpo che ho apprezzato di più del match della finale maschile è stato un dritto in back di Federer; un dritto che in realtà palla corta non era affatto. O meglio è stata una finta palla corta, che ha fatto scattare in avanti Murray, a coprire la parte di campo completamente sbagliata rispetto a dove poi effettivamente la palla era indirizzata.

Devo dire che ho sempre avuto una particolare ammirazione per i punti ottenuti in questo modo, cioè palle di difficoltà tecnica tutto sommato inferiore a molti altri colpi, ma che si rivelano letali per il tempismo, l'intelligenza e l'acutezza tattica del suo esecutore. Proprio per questo sono anche colpi che incidono sul morale dei giocatori, perché sono innanzitutto sconfitte mentali: e infatti questo punto ha inaugurato un parziale di 8 a 1, che è costato a Murray il break nel game successivo.

Ultimamente mi sembra che Federer abbia giocato diverse palle corte fintate, e di certo chi lo segue con più assiduità e memoria di me saprà recuperare altri esempi.

Drop shot fintato, uso sistematico. Radwanska
Segnalo che l'altra protagonista della finale femminile di Wimbledon, Agnieszka Radwanska, ha fatto di questo colpo, eseguito di rovescio, una specie di marchio di fabbrica, perché lo usa frequentemente. Che io ricordi ha cominciato ad utilizzarlo con regolarità da meno di un paio di anni. All'inizio la cosa è passata abbastanza inosservata (in mancanza di segnalazioni da parte di altri, avevo deciso di definirlo “colpo-Radwanska”), ma ormai è ampiamente riconosciuta da tutti.

Provo a stabilire quali sono i connotati fondamentali per eseguire efficacemente il colpo:

1) funziona soprattutto se di solito il giocatore esegue in top il colpo normale (cioè quello standard da fondo campo, dritto o rovescio). La ragione è evidente: la finta è efficace se l'avversario crede di interpretare inequivocabilmente che dal movimento impostato stia per partire una palla corta. Se vede cioè l'anomalia della preparazione in back rispetto alla solita preparazione in top. Ecco perché per Federer penso risulti più efficace di dritto (che gioca molto più raramente in back) e per Radwanska funziona egregiamente di rovescio (che normalmente gioca a due mani e in top).

2) il giocatore deve possedere nel suo repertorio anche la vera palla corta: è banale, ma è chiaro che l'avversario abbocca se ha la convinzione che chi ha di fronte sia in grado di utilizzare il vero drop-shot. E infatti Federer usa spesso la palla corta di dritto quando è con i piedi dentro il campo o nei pressi della rete: per questo Murray è stato ingannato senza scampo. Allo stesso modo Radwanska è una "droppatrice" abituale, e di conseguenza la sua finta è particolarmente credibile ed efficace.

3) il colpo funziona in proporzione alla reattività dell'avversario che si ha di fronte: il giocatore distratto e indolente potrebbe perfino quasi non anticipare il movimento, e il tutto finirebbe per smontarsi da solo.

Presento due casi tratti da un match caratterizzato da scambi sul tema della palla corta, e della finta palla corta.
Da una parte Agnieszka Radwanska, dall'altra Caroline Wozniacki (Stoccarda 2011). Caroline Wozniacki è salita in cima al ranking grazie al gioco di difesa. E prima ancora che per la sua mobilità, il suo gioco difensivo è tanto forte per la particolare capacità di leggere in anticipo le intenzioni delle avversarie: un'attenzione costante ai movimenti altrui che la porta ad arrivare a coprire le giuste parti di campo prima di quello che farebbero quasi tutte le altre giocatrici.

Il contesto che ho descritto è da tenere presente per valutare questo scambio. Purtroppo non c'è replay, ma le cose sono ugualmente molto chiare: al primo accenno di back di Aga, Caroline parte istantaneamente in avanti, e questo le risulta fatale, come a Murray l'altro giorno; la palla profonda la coglie in totale controtempo.
Avversarie più distratte sarebbero state meno reattive, e il colpo sarebbe stato meno efficace.

Faccio notare come il colpo sia stato giocato nel sesto game del primo set; da allora questo scambio ha agito nella testa delle giocatrici in modo diverso: Aga si è chiesta quando poterlo riutilizzare (in fondo ci aveva pur sempre ottenuto un quindici), Caroline ne ha tenuto conto per scattare in avanti con uno slancio più controllato su tutti i movimenti in back di Aga.

Ecco quello che succede nel secondo set:  Radwanska prova ed eseguire lo stesso colpo fintato, ma Wozniacki si prende una frazione di secondo in più dopo il primo passo in avanti per verificare con cura la traiettoria: capisce in tempo la finta, e riesce a rigiocare la palla. Ormai lo scambio si sta trasformando in una sfida mentale: Aga rilancia con una vera palla corta, ma la sua avversaria ha intuito la seconda opzione, e trova i giusti tempi di gioco: Caroline si aggiudica il punto, con un facile dritto sopra la rete.

Insomma, anche due giocatrici da alcuni definite due noiose difensiviste possono dare vita ad interessanti combinazioni tennistiche (lasciatemi dire una piccola malignità: sempre che si abbia attenzione nel seguirle).

Conclusione
Federer, Radwanska. Non mi metto certo a paragonare i due giocatori, però è innegabile che entrambi siano capaci di scelte differenti dalla solita potenza e dal colpo bum-bum. Non credo sia un caso che proprio loro usino il finto drop shot.

Vorrei sottolineare un aspetto importante: è, tutto sommato, una soluzione a basso rischio, perché se non riesce non è detto che pregiudichi lo sviluppo dello scambio. Ora io mi domando se questo colpo non possa avere tutte le caratteristiche per diventare una opzione più diffusa tra i giocatori. Intendiamoci: nel tennis ormai nessuno inventa nulla, e non è certo una “invenzione“ svizzero-polacca; ma chissà che la sistematicità di Radwanska e la enorme visibilità di una finale di Wimbledon per Federer non contribuiscano a renderlo più popolare, anche tra i professionisti.

In fondo le condizioni necessarie per utilizzarlo (eseguire il gioco da fondo normalmente in top, possedere anche la vera palla corta in back, avere di fronte un avversario reattivo) sono abbastanza comuni e anzi mi pare si vadano generalizzando.
Sarà un colpo che in futuro farà parte del repertorio di più giocatori?

AGF

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