20/06/2013 13:14 CEST - Wimbledon

Wimbledon celebra i 40 anni della WTA

TENNIS - Quarant'anni fa a Londra nasceva la WTA. Billie Jean King guidò al Gloucester Hotel la riunione decisiva. I Championships celebreranno nel weekend di mezzo le sue battaglie per l'uguaglianza. Qualche mese dopo avrebbe battuto Bobby Riggs nella "Battaglia dei Sessi".

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Billie Jean King (Getty Images North America Matthew Stockman)
Billie Jean King (Getty Images North America Matthew Stockman)

“Le leggi sulle pari opportunità negli Stati Uniti erano lontane ancora due anni quando Billie Jean King ha barricato 63 sue colleghe in una stanza del Gloucester Hotel di Londra e ne è emersa trionfalmente agitando documenti legali che hanno portato alla formazione della WTA”. Così Owen Gibson ricorda sul Guardian uno degli eventi che hanno cambiato la storia dello sport femminile. Era il 20 giugno 1973.

La lotta era iniziata già nel 1970 come ha raccontato Alessandro Mastroluca.

"E' l’ultimo anno in cui si può fare pubblicità in televisione alle sigarette. Stanno avendo molto successo le Virginia Slims, prodotte dalla Philip Morris, anche grazie allo slogan “You’ve come a long way, baby”. Non è un caso se Grace Lichtenstein l'ha scelto come titolo del suo libro sul tennis femminile nei primi anni Settanta. In copertina, una foto di Rosemary Casals.

"Lo slogan piace anche a Gladys Heldman, direttrice della rivista World Tennis e amica di vecchia data di Joe Cullman, CEO della Philip Morris. Lo convince perciò a investire parecchio in una serie di tornei pro di tennis femminile. È nato il Virginia Slims Tour. I primi otto tornei, presentati in un’accesa conferenza stampa, hanno un montepremi complessivo di 105 mila dollari. Le stelle del circuito sono Billie Jean King e Rosemary Casals: cono loro ci sono, tra le altre, Peaches Batkowics, Nancy Richey, Ann Heydon Jones, Francoise Durr. Hanno protestato contro la sperequazione nei montepremi tra uomini e donne del Pacific Southwest Open (12,500 dollari al vincitore del torneo, 1,500 alla vincitrice di quello femminile, torneo in cui non sono previsti prize money per chi perde prima dei quarti di finale) e boicottano il torneo.Vanno a giocare a Houston, il primo torneo del nuovo tour, poi vinto da “Rosebud” Casals. Entrambe saranno sospese dalla USLTA. “Questi uomini ricchi non capiscono quanto abbiamo bisogno dei soldi noi tenniste” dice Billie Jean King, che nel primo Wimbledon “open”, nel 1968, incassò per la vittoria 750 dollari, mentre Rod Laver ne ricavò circa 2000. (…)

Alla fine del 1971, Billie Jean King diventa la prima donna a guadagnare 100 mila dollari di prize money nell’arco di una sola stagione: il presidente Nixon la chiama per complimentarsi. Nel 1972 riceve 15 mila dollari meno di Ilie Nastase, che ha vinto il torneo maschile, per il titolo agli Us Open.

"Minaccia l’organizzazione di boicottare l’edizione successiva se i montepremi per uomini e donne non saranno equiparati. Convince le tenniste a unirsi: nasce la Women’s Tennis Association e Billie Jean King è la prima presidente. Vince contro Bobby Riggs la seconda "Battaglia dei sessi". Ma la vittoria più importante arriva fuori dal campo, in una più sostanziale battaglia dei sessi.  Nel 1973 gli Us Open diventano il primo Slam a riconoscere premi uguali per i tornei maschile e femminile”.

“Quello che è iniziato con poche donne e un dollaro è cresciuto, è diventato un sogno per migliaia di giocatrici, il nostro sogno. Eravamo atlete che volevano competere e così abbiamo fatto la storia. Eravamo determinate a vincere, non solo per noi stesse, ma per tutte le donne” ha detto Billie Jean King che sarà protagonista, insieme alle giocatrici che hanno raggiunto la posizione numero 1 nei quarant'anni di vita della WTA, di una cerimonia commemorativa nel weekend di mezzo a Wimbledon.

Billie Jean King, scrive Ubaldo Scanagatta, è “un’icona, una leggenda del tennis, qualcosa di più di un pezzo di storia. Con lei il tennis diventò donna. Numero uno del mondo ai suoi tempi, detiene con Martina Navratilova il record dei 20 titoli a Wimbledon. Ha vinto 12 Slam _ due meno di Sampras _ e fra i 67 vittoriosi tornei (ma lei al recente US open mi ha detto: "Ne ho vinti molti di più, forse 100, solo che la WTA non ne tiene il conto...bisognerebbe rimettere a posto tutto il loro data base" ha conquistato anche i Campionati Internazionali d’Italia nell’edizione 1970 battendo in semifinale la futura campionessa di Wimbledon Virginia Wade in tre set (3-6,7-5,6-3) e poi nettamente (6-1,6-3) Julie Heldman, figlia della sua carissima amica Gladys nonchè detentrice del titolo del Foro Italico.

"Eppure, nonostante l’incredibile, straordinario palmares, i più continuano ancora oggi ad associare il nome di Billie Jean King, classe 1943, ad “una colossale pagliacciata”, come la definì Gianni Clerici. Già, la celeberrima “Battle of the Sexes” strombazzata abilmente sui media da quel furbacchione di Bobby Riggs nel 1973. (…) L’ex campione di Wimbledon 1939, 55 anni suonati, esibizionista nato nonché re delle scommesse più balzane, aveva demolito psicologicamente Margaret Court in una prima sfida “etero” nella caldissima San Diego. Fu 6-2,6-1 a furia di pallonetti controsole e smorzate diaboliche ad irridere l’irriconoscibile australiana paralizzata dalla paura. Riggs indossò poi abilmente i panni provocatori del “male chauvinist pig” sfidando Billie Jean King, paladina del mondo femminista con racchetta (e non solo).

"Il 20 settembre del 1973 la “Battaglia dei Sessi” attirò una folla mai vista attorno ad un campo di tennis, più di 30.472 guardoni all’Astrodome di Houston dove il biglietto meno caro costava 100 dollari (allora!) e cinquanta milioni d’americani davanti alla tv, in prime time sul canale ABC. I bookmakers fecero affari d’oro.

Su quel network il commentatore abituale del tennis era il grande Jack Kramer, ma Billie Jean _memore dello sgarbo di San Francisco pretese ed ottenne di sostituirlo con la fida Rosie Casals.

La sfida, giocata sulla distanza dei tre set su cinque, non ebbe bisogno di arrivare al quarto. Billie Jean, per nulla intimorita dalle boutades istrioniche dell’occhialuto Riggs (“Il tennis giocato dalle donne è ridicolo, le migliori non possono nemmeno battere un vecchio con un piede nella tomba!”), vinse 6-4,6-3,6-3. Una vittoria storica per il movimento del tennis femminile. “Se avessi perso anch’io come Margaret la gran massa dell’opinione pubblica ne sarebbe rimasta influenzata assai negativamente. Non era formata da esperti di tennis. Così invece il boom di popolarità e… dei montepremi cominciò negli anni immediatamente successivi”.

Così come il World Team Tennis, il campionato americano intercittà, ideato da suo marito Larry King, e poi portato avanti dalla stessa Billie Jean. “Le donne mi ringraziano ancora oggi per aver aumentato la loro autostima. Molte trovarono il coraggio di chiedere quello che non avevano mai chiesto prima. Nel ’73 una donna negli States non poteva neppure avere una carta di credito senza la firma del marito o del padre”.

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