27/06/2013 11:07 CEST - Wimbledon

Larcher, vittoria da urlo Dopo Azarenka, fuori Sharapova

TENNIS - Michelle Larcher de Brito firma la prima vittoria contro una top-5. Al quinto match point elimina Maria Sharapova 63 64. La russa ha chiesto un lungo medical timeout sul 4-3 del secondo set. Larcher affronterà Karin Knapp per un posto negli ottavi. Alessandro Mastroluca

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Wimbledon 2013, Michelle Larcher de Brito
Wimbledon 2013, Michelle Larcher de Brito
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Sul campo numero 2, il Graveyard of Champions, Michelle Larcher de Brito ottiene la più importante vittoria della sua carriera. La portoghese, capace di raggiungere gli oltre 100 decibel con le urla che accompagnano ogni suo colpo, superaMaria Sharapova 63 64 ed eguaglia così il suo miglior risultato in uno slam. Ma soprattutto completa la sua prima vittoria contro una top-5. Nelle prime 3 aveva sempre perso, anche se in due occasioni è riuscita a portare a casa un set, sempre nel 2008: a Stanford (l. S.Williams 46 63 62) e Montréal (l.Kuznetsova 7-5 2-6 6-4).

"Sono davvero felice" ha detto Larcher, allenata da suo padre che l'ha seguita fin dall'inizio della sua carriera. "Oggi il campo era abbastanza scivoloso" ha ammesso, "c'erano un po' di fili d'erba morta in cima e questo rendeva il campo scivoloso. Ho cercato di stare più attenta possibile perché sono già stata fuori tre mesi per un infortunio al ginocchio".

Portoghese di Lisbona, prodotto come Sharapova dell'Accademia di Nick Bollettieri, dove si è trasferita con la famiglia all’età di 9 anni, si è fatta notare nel 2005 vincendo a 12 anni il torneo di Eddie Herr under 16, diventando la più giovane vincitrice di sempre e togliendo il record di precocità proprio a Sharapova che vinse a 13 anni. Ha provato a bruciare le tappe, diventando professionista nel 2007. Le regole introdotte dall’ ITF nel 1985 per cui una giocatrice di 14 anni può giocare in un anno al massimo 8 tornei del circuito professionistico, 10 a 15 anni, 12 a 16, 16 a 17) non le ha mai accettate di buon grado. Aveva fretta, tanta fretta. Anche se ha impiegato più tempo del previsto per emergere.

"Quando avevo 16 anni ed ero tra le prime 100" ha detto Larcher, "tutti mi dicevano che ero la nuova Hingis e si aspettavano che avrei vinto uno slam nel giro di pochi anni. Ma non succede così spesso che una giocatrice vinca uno slam in età molto giovane. Il tennis è molto competitivo, poi ci sono le restrizioni della WTA. Per me era difficile restare nelle prime 100 perché potevo giocare un torneo ogni due mesi. Non ho avuto buoni risultati per un po', di conseguenza. Ho cercato di continuare a lavorare e adesso sono qui di nuovo. Spero di continuare così fino a fine stagione".

Sharapova, che inseguiva la 150ma vittoria in uno slam, è all'undicesima partecipazione a Wimbledon non perdeva da un'avversaria fuori dalle prime 20 (Kerber, 27) da Parigi indoor. Negli slam aveva perso solo 2 volte su 35 da giocatrici fuori dalle 100 (No.113 Koulakova - 2003 Australian Open, R128 e No.154 Kudryavtseva - 2008 Wimbledon, R64).

Sharapova chiede un MTO per un problema al ginocchio sotto 4-3 nel secondo set.

Q.  You talk about trying to keep your focus out there.  When she was falling, I think three times, how did that affect you?
MICHELLE LARCHER de BRITO:  It didn't affect me.  You know, it's never a good thing when a player falls.  I know, I can relate, because I fell and I got injured pretty badly.
I mean, fortunately she didn't get injured badly because she managed to finish the match.  But it's never nice when a player falls.  You know, you don't want to wish bad on anybody.  So I'm just glad that she's okay and didn't get a serious injury.

Viene portata fuori dal campo mentre la portoghese prova qualche servizio per non raffreddarsi. Sul 5-4 Sharapova salva quattro match point ma al quinto il dritto la tradisce.

Oltre a essere uno dei più sorprendenti di questa edizione, questo match è stato anche uno dei più rumorosi, non a caso uno dei soprannomi della portoghese è "Larcher de grido". Al Roland Garros 2009 le sue urla da indemoniata tanto da scatenare una reazione piuttosto decisa di Martina Navratilova. In occasione del premio Philippe Chatrier dell’ ITF ricevuto durante la cena dei campioni a Parigi la campionessa non ha esitato a denunciare i livelli inaccettabili che questi grugniti hanno raggiunto, considerandoli un vero e proprio modo di barare.

L'ITF dichiara, nella regola 26, che ogni atto deliberato ad ostacolare l’avversario può essere sanzionato con un penalty point, ma non ci sono espliciti riferimenti alle sanzioni per il grunting (quelli che Gianni Clerici ha definito, coniando un felice neologismo, grantoli) che il Rulebook 2010 della WTA definisce “una distrazione continua del gioco”. Resta, in sostanza, alla discrezionalità del giudice la determinazione della soglia oltre la quale diventi un ostacolo. Come ha spiegato Stefan Fransson, referee del Roland Garros, «tutto dipende dall’interpretazione dell’arbitro, che non ha bisogno di anticipare l’eventuale penalty point con un warning». Secondo Fransson, l’elemento dirimente non è tanto il livello dei decibel ma «quanto l’urlo, o comunque lo si chiami, si prolunga nel tempo in cui l’avversario si prepara a colpire».

Uno studio realizzato nel 2010 da due ricercatori dell'Università della Columbia Britannica e pubblicato sulla rivista PlosOne, fornisce qualche indicazione per comprendere gli effetti del grunting e sembra dare ragione a Navratilova.

l fenomeno del grunting, degli urletti o gemiti o grugniti che accompagnano il colpo, inizia quando la 17enne Victoria Palmer, che poi ha assunto il cognome del marito, Heinicke, gioca il suo primo Wimbledon nel 1962. Una giocatrice con cui aveva giocato spesso, spiega in un'intervista senza rivelarne il nome, prima del torneo chiede agli arbitri di ordinare a Victoria di smetterla. “Loro hanno parlato con mia madre, che ha parlato con me. Se mi avessero detto di non urlare, non avrei potuto giocare: punto”.

L'unico vero tentativo di porre un freno al grunting risale all'edizione 1992 di Wimbledon quando è stato sperimentato un primo “gruntometro”. Sia Nathalie Tauziat nei quarti che Martina Navratilova in semifinale si lamentano delle urla di Monica Seles. L'allora numero 1 del mondo prova a giocare “in silenzio” la finale contro Steffi Graf e la perde. Anche lei, in un'intervista a Tennis Space dello scorso febbraio, conferma che non si tratta di un disturbo intenzionale. E non si oppone al cambio delle regole: “Se i tifosi lo richiedono, niente più grunting. I giocatori sono pagati per divertire il pubblico e fare in modo che chi paga il biglietto ne ricavi il massimo divertimento possibile”.

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