Italiano English Français
HOMEPAGE > > Tsonga e Nadal sudano, Murray ok

24/06/2010 20:41 CEST - Wimbledon day 4

Tsonga e Nadal sudano, Murray ok

Opposto alla rising star ucraina, Tsonga ne scopre pregi e difetti: grande servizio, colpi istintivi, personalità e voglia di lottare. Il difetto? I due set buttati. E' giovane, si farà. Murray vince davanti alla regina, Nadal fatica contro la sorpresa Haase Gianluca Comuniello

| | condividi

Dolgopolov: nascerà una stella
Premessa d'obbligo: Tsonga mi piace tantissimo. Non so perché: non ha la gestualità di Federer, non ha le volée dei giocatori che mi hanno fatto innamorare del tennis. Ma mi piace vederlo in campo. E' divertente. Adoro quando si sgranchisce il collo fra un punto e l'altro e si massaggia la mandibola proprio come farebbe un pugile. Ma da oggi ammiro molto anche Dolgopolov. Perchè a due set da giovane promessa che si farà (i primi due, ceduti entrambi con un break al nono gioco) ma inevitabilmente ancora non sufficiente, ha fatto seguire tre set da giocatore vero. Anzi: ha fatto seguire tre set in cui è stato più forte di Tsonga. Si comincia come detto con un copione simmetrico, nel primo set Dolgopolov cede il servizio al nono gioco e manda il francese a servire per il set, stessa cosa nel secondo: l'ucraino concede una sola palla break nella prima parte del set, come conseguenza di uno spettacoloso passante di rovescio da 4 metri fuori dal campo giocato da Tsonga staccando una mano. Ma Jo non la trasforma e dopo si lamenta in un tenero e sconsolato soliloquio che dura circa mezzo minuto. Si ribella alle dimensioni del campo, Tsonga. Troppo piccolo per contenere tutta la sua esplosività, a volte. Sul 4-3 del secondo set Dolgopolov chiama per la prima di molte volte il fisioterapista, quasi a voler riaggiustare la struttura per tenere un match in cui doveva affrontare la debordante potenza del collega. Sul primo quindici dopo il medical time out rischia di farsi seriamente male Jo in un allungo, ma poi tiene il servizio e l'ucraino mostra di nuovo nervosismo da puledro: un altro set se ne va per 6-4. Comunque impressionano le qualità atletiche dell'ucraino sul gesto singolo: sul servizio salta altissimo e produce moltissima velocità, il dritto è una gran frustata. E sta imparando anche un buon back. Si farà, si farà. E' talmente chiaro che si farà, che comincia anche a prendere le misure alla partita, complice il fatto che Tsonga difficilmente gioca tre set di fila con la stessa intensità. L'ucraino rimonta un set ed entra “in the zone”, strappando anche il quarto al dodicesimo game, convertendo l'unica delle 11 palle break avute. Si arriva così al quinto set, che qui a Wimbledon fra due big server, dopo l'epos di Mahut e Isner, rischia sempre di diventare questione lunga ed elaborato. Dolgopolov serve per quattro volte per rimanere nel match: noccioline, se sei Mahut. Ma tanta roba, se invece sei per la prima volta al secondo turno di Wimbledon. Non trema, tiene quattro volte, ma alla quinta cede, mentre tutti gli occhi si stanno già volgendo agli eroi picareschi del campo 18. Chi è stato sul campo 2, però oggi si è divertito. Tsonga al prossimo turno ha Kamke, giustiziere di cuor di leone Seppi.

Murray va veloce

Vestita di color puffo acido, la regina è sbarcata a Wimbledon per vedere l'enfant du pays che tanto du pays non è. Ma questo passa il convento e le nervose spalle di Murray in questa edizione si dovranno caricare del peso anche delle aspettative regali. Murray ha preferito non incontrarla prima del match, mandando una degna delegazione a far finta di parlare con lei (Federer, Djokovic, Roddick, Serena, Jankovic ed altre) e concentrandosi sul match che ha presentato in realtà zero problemi: 6-3, 6-4, 6-2, match archiviato e colloquio privato con Elizabeth, del quale non abbiamo avuto nemmeno la soddisfazione di avere particolari:
“E' stata una conversazione privata, ma molto veloce”. Partita veloce e conversazione veloce. Murray al prossimo turno troverà di là dalla rete Gilles Simon. Non ancora un ostacolo credibile, a mio avviso.

Se Atene piange, Sparta non ride.
Uscendo dal campo centrale dopo il match di Nadal era questa l'espressione che mi veniva alle labbra, pensando a Federer e Nadal. Rafa aveva appena chiuso l'”affaire Haase”, sudando molto più dell'atteso. Non tanto per la durata, il match è stato abbastanza veloce, sotto le due ore e mezza. Ma perchè Nadal è stato due volte in svantaggio di un set, subendo il gioco dell'olandese. Un gioco bello e inaspettato, coraggioso. Quasi l'equivalente dell'esperienza fatta da Federer contro Bozoljac. Un avversario che non ti aspetti così deciso, e che Nadal ha disinnescato solo quando l'olandese ha finito le munizioni. Olandese che ha giocato anche in maniera abbastanza intelligente: ha sciolto nel quarto quando è andato in vantaggio, preservando le energie per il rush finale del quinto. Solo che arrivato a questo rush finale, ha aperto il serbatoio e non c'era più benzina. Nadal, invece, avrebbe potuto probabilmente continuare per altre quattro ore, all'occorenza. Al prossimo turno avrà il vincente fra Kubot e Petzschner. Che dire del Nadal odierno. Che ha colpito veramente poche volte in maniera pulita e che ha sofferto gli attacchi di Haase. Ma che nel vero momento del pericolo ha sempre saputo innestare la marcia superiore. Certo la situazione è strana: i due strafavoriti, i due oligarchi del tennis mondiale hanno già lasciato per strada cinque set nelle prime due partite, messi insieme. Credo fosse un po' di tempo che questo non succedeva. Fra i due, quello che metterà per primo a posto tutti i pezzi diventerà il favorito numero uno del torneo. Ma da dietro stanno rinvenendo. Forte. E forse è una buona notizia.

Gianluca Comuniello

comments powered by Disqus
TV Tennis
Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Wimbledon è alle porte: Preview!

Quote del giorno

“Che ci crediate o no, il mio coach, prima dell’inizio del torneo, mi ha detto che sarei stato in grado di giocare per dieci ore”

John Isner e un curioso aneddoto sul match dell’anno

Accadde oggi...

20 Giugno 1987

Helena Sukova recupera uno svantaggio di 0-5 nel primo set prima di sconfiggere Martina Navratilova 7-6, 6-3 nella finale del torneo di Eastbourne, interrompendo la striscia record di 69 incontri vinti consecutivamente dala Navratilova sull’erba inglese.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker