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19/07/2010 14:40 CEST - Wta Palermo

Pennetta - Kanepi la finale, Oprandi k.o.

Non ci sarà un derby azzurro in finale al Wta di Palermo. In semifinale Flavia supera la tedesca Goerges 6-0 6-4 e difenderà il titolo contro Kaia Kanepi: 3-2 i precedenti con l'estone, che sarebbe potuta essere sua avversaria agli ottavi a Wimbledon. La venticinquenne di Tallinn concede solo cinque game (6-3 6-2) a Romina Oprandi, che può comunque essere soddisfatta dopo aver raggiunto la prima semifinale Wta della sua carriera. A Praga finale Szavay-Strycova. Alberto Giorni


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A differenza dell’anno scorso, gli Internazionali di Palermo non presenteranno una finale tutta italiana. Dodici mesi fa, nell’atto conclusivo Flavia Pennetta sconfisse Sara Errani; stavolta la brindisina difenderà il titolo contro Kaia Kanepi (3-2 i precedenti in favore dell’azzurra). Chissà se, quando vedrà l’estone dall’altra parte della rete, la Pennetta ripenserà per un attimo alla grande occasione mancata a Wimbledon. La Kanepi sarebbe stata infatti la sua avversaria agli ottavi dei Championships: sembrava l’imbocco di una comoda autostrada per le semifinali, invece Flavia perse da favorita al terzo turno contro la Zakopalova. In semifinale nel torneo siciliano, la Pennetta non ha avuto difficoltà per sbarazzarsi della tedesca Julia Goerges 6-0 6-4, mentre la Kanepi ha concesso solo cinque game a Romina Oprandi: 6-3 6-2. L’italo-svizzera, però, lascia Palermo con un’iniezione di fiducia, dopo aver conquistato la prima semifinale Wta della carriera, impreziosita da un successo ai quarti contro Aravane Rezai: si sono rivisti sprazzi della giocatrice che a sorpresa giunse ai quarti agli Internazionali d’Italia del 2006, arrivando al matchpoint contro la Kuznetsova.

 

 Pennetta b. Goerges 6-0 6-4

Ci sono anche papà Oronzo e mamma Conchita in tribuna a vedere la loro Flavia dare una lezione di tennis a Julia Goerges. A differenza della semifinale fra la Kanepi e la Oprandi, qui non si assiste a un contrasto di stili: entrambe puntano sulla solidità dei colpi da fondocampo e quando la Pennetta inizia a macinare un ritmo insostenibile per l’avversaria, la tedesca non possiede armi alternative per rovesciare le sorti dell’incontro. E pensare che il game d’apertura lasciava presagire un match equilibrato. I primi scambi si erano rivelati molto combattuti e la Pennetta era riuscita a strappare il servizio all’avversaria alla terza palla break.

Da quel momento, nel primo set non c’è stata più partita: troppo solida la brindisina per la ventunenne tedesca. Flavia non ha difficoltà a tenere con autorità i propri turni di servizio, comandando gli scambi e mettendo a segno numerosi colpi vincenti, in particolare con il dritto. La Goerges va sempre in difficoltà anche durante i propri turni di battuta, perché la Pennetta legge bene il suo servizio, è sempre aggressiva e non le dà il tempo di pensare. Solo sul 5-0 la Pennetta accusa un piccolo calo di tensione, quando va sotto 0-40, ma poi mette a segno una serie di cinque punti consecutivi, compreso un beffardo pallonetto in recupero che le consegna il 6-0.

Quando l’azzurra strappa il servizio alla Goerges nel game d’apertura del secondo set, la strada si fa sempre più in discesa e ci si aspetta una rapida conclusione del match; il primo game conquistato dalla Goerges, l’1-2 che accorcia le distanze, viene sottolineato da un applauso d’incoraggiamento degli spettatori palermitani, che non scommetterebbero un euro sul ritorno in partita della tedesca. Subito dopo, invece, la Pennetta cede per la prima volta il servizio, chiudendo male il game con un dritto fuori misura, e la partita diventa maggiormente equilibrata. Ma solo per un po’. Dopo non aver concesso occasioni alla brindisina per tre turni di servizio, sul 4-4 la Goerges ha un passaggio a vuoto, annulla una palla break, ma alla seconda affossa un dritto in rete e cede la battuta. Al momento di servire per il match, il braccio della Pennetta non trema e con due ace approda in finale.

 

 Kanepi b. Oprandi 6-3 6-2

Il primo punto della partita, una palla corta vincente di rovescio della Oprandi, è il manifesto programmatico del match: mentre la Kanepi mostra un gioco abbastanza monocorde, basato sulla regolarità da fondocampo, l’italo-svizzera cerca di variare il gioco con soluzioni alternative. La smorzata è un’arma che utilizza spesso per sorprendere l’estone, anche se a lungo andare diventa troppo prevedibile. All’inizio però la creatività della Oprandi risulta efficace; i suoi rovesci in back mandano in confusione la Kanepi, che cede subito il servizio e fatica a entrare in partita. Avanti 2-0, Romina non riesce a sfruttare il momento di difficoltà dell’avversaria e a piazzare il colpo del k.o., mancando diverse palle break che avrebbero posto una seria ipoteca sul primo set.

Salvatasi al termine del game più lungo della partita, la Kanepi inizia a giocare con maggior fiducia, al contrario della Oprandi che probabilmente ripensa all’occasione sprecata. Così Romina gioca un brutto game, caratterizzato da due doppi falli consecutivi, e si fa riprendere sul 2-2. Qui inizia un’altra partita. La Kanepi ora tiene saldamente in mano il pallino e mette i piedi dentro al campo; l’azzurra invece fatica sempre più a tenere il ritmo della rivale e il break che subisce all’ottavo gioco è quello decisivo: il 6-3 con cui la venticinquenne di Tallinn chiude il primo set appare la logica conseguenza.

La seconda frazione inizia nello stesso modo in cui si era conclusa la prima. La Oprandi psicologicamente è fuori dalla partita e inanella una serie di errori gratuiti: la Kanepi non deve fare miracoli per incassare il break e proseguire la corsa di testa. Romina si lascia prendere dallo sconforto e non riesce più a reagire: ogni tanto scuote la testa e sembra che non veda l’ora di correre sotto la doccia. Sotto 5-1, la Oprandi salva con orgoglio due matchpoint e porta a casa un game, ma dopo il cambio di campo alza bandiera bianca.

 

WTA PRAGA (Samuele Delpozzi)

Nella capitale ceka semifinali a senso unico e gioia a metà per il pubblico di casa, esattamente come a Palermo. La spunta con irrisoria facilità Barbora Strycova -- ora felicemente signora Zahlavova, e per questo perennemente a rischio confusione (da parte degli addetti ai lavori) con la connazionale di nome Sandra -- vincitrice per walk over (o quasi) contro Patty Schnyder: l'imprevedibile elvetica manda infatti in campo la controfigura, che esce battuta 6-2 6-0 in 53 minuti senza mettere una palla nel rettangolo di gioco. Poco altro da aggiungere, insomma.

Leggermente più equilibrato il secondo match, che vede comunque la netta affermazione della Szavay sull'altra beniamina del pubblico, Lucie Hradecka. La venticinquenne ceka, simpatico bulldozer quadrumane, dispone di grande potenza -- soprattutto al servizio, dove tocca costantemente i 200 orari -- ma non della necessaria agilità (o di sufficienti variazioni sul tema) per scardinare le geometrie dell'ungherese. Dopo un primo set a senso unico, nel secondo la magiara si distrae un attimo sul 3-0 "pesante" consentendo alla Hradecka di recuperare uno dei break, ma da lì in avanti si limita ad amministrare i propri turni di battuta fino al 6-2 6-4 finale.

La Szavay conferma dunque la buona vena recente -- settimana scorsa ha vinto il torneo di casa a Budapest -- e per la prima volta in carriera tocca due finali consecutive: un buon viatico per tornare in vista delle prime, dopo essere stata anche numero 13 ad inizio 2008.

La Strycova invece, alla "veneranda" età di 24 anni, è al debutto in un match per il titolo. Curiosamente, ha impedito che anche qui in Boemia venisse proposto il menù ungherese della settimana scorsa, ovvero una finale Szavay-Schnyder.

Alberto Giorni

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