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24/08/2010 16:17 CEST - Verso lo Us Open

Italiani, che Slam sarà?

Dopo un'estate non proprio da protagonisti sul cemento nordamericano, i nostri giocatori approcciano l'ultimo Slam della stagione con un sacco di incognite. Chi fra loro saprà regalarci il risultato migliore? Claudio Maglieri

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Lo ha già scritto Rino Tommasi nel suo articolo, parlando di tennis maschile: la truppa azzurra arriva agli Us Open con una preparazione non esattamente adeguata. Meglio provare spiegare il perché di tale affermazione: quante possibilità hanno i nostri portacolori di ben figurare allo Slam newyorkese? Per ottenere spunti, abbiamo analizzato per ciascun giocatore i risultati ottenuti ad agosto, solitamente il mese in cui i tennisti iniziano a mettere benzina nelle gambe per preparare il torneo.
Il nostro numero uno è attualmente Potito Starace: il campano precede di due posizioni Andreas Seppi (55 e 57). Ormai lo sanno anche le pietre, <Poto> non ama tanto i campi veloci: il tennista di Cervinara, terraiolo puro, organizza il suo calendario inserendo parecchi tornei sul rosso, preferendo addirittura i challenger ai tornei più prestigiosi. Una scelta che da anni fa discutere, in molti dicono che questa programmazione è da giocatore poco ambizioso, ma Starace è un professionista e le sue decisioni vanno quindi rispettate. Nelle ultime settimane Potito ha giocato un solo torneo, ovvero il challenger di San Marino (sulla terra, guarda caso): l’azzurro ha perso in semifinale da Robin Haase (curiosamente, nell’incontro di Davis sul veloce, vinse proprio il campano). Dopo aver saltato a piè pari i master 1000 nordamericani, Starace si è iscritto al 250 di New Haven, in <onda> questa settimana: al primo round deve affrontare il qualificato Gabashvili (brutto cliente), per poi eventualmente sfidare Malisse. Ad occhio non sembra il giusto cammino per preparare al meglio gli Us Open: troppo poche uno o due partite sul <decoturf> per affrontare al meglio il quarto Slam. Tra l’altro Starace non ha mai avuto fortuna in questo torneo: il miglior risultato è il secondo turno del 2004. Potito avrebbe anche le qualità per giocare bene sul cemento (per fare un esempio, alle Olimpiadi del 2008, su una superficie molto simile, diede parecchio fastidio a Nadal) ma probabilmente vive con troppo disagio i campi in cemento. Sperare in un suo Us Open di livello non sembra al momento fattibile.
Discorso pressoché identico per Seppi: anche lui gioca il suo primo torneo sul <decoturf> a New Haven (all’esordio lo aspetta Nieminen). Andreas, tennista che con il suo gioco piatto ha le qualità per fare bene sul veloce, ha preferito invece fare come Starace e cercare punti <facili> nei challenger sulla terra. In questo mese ha vinto il torneo di Kitzbuhel (nobile decaduto) per il resto ha un po’ staccato la spina dopo un lungo periodo di tornei. In merito a Seppi se ne sono dette e scritte di ogni, certamente i tornei da lui scelti in ottica Us Open non sembrano i più adatti. Il punto è che il bolzanino sta vivendo una stagione non proprio esaltante: pochi risultati di spessore (anche se ad Amburgo ha fatto semifinale), fiducia ai minimi livelli, la rinuncia a disputare la Davis. Un peccato: Seppi, pur con i suoi mille limiti, è un ragazzo serio, si allena con costanza e, nei giorni migliori, può diventare ostico anche per i giocatori più forti. Nel 2008 fece terzo turno a Flushing Meadows, con un buon sorteggio potrebbe anche ripetersi quest’anno: difficile chiedergli di più.
Fabio Fognini ha invece scelto una programmazione più ambiziosa, giocando le qualificazioni a Toronto e Cincinnati: una decisione che ha trovato molti consensi, in Canada il ligure si è arrampicato fino al secondo turno perdendo da Davydenko. Probabilmente è lui l’italiano su cui puntare le fiches. Fognini, della banda azzurra, è quello certamente più baldanzoso: a giudicare dalla sua programmazione, Fabio è un ragazzo che punta in alto, tralasciando i challenger e concentrandosi sui tornei più importanti. Non è il primo anno che fa così: nel 2007, all’open del Canada, superò le qualificazioni e giunse al terzo turno dopo aver superato un Andy Murray in precarie condizioni. A Cincinnati è stato battuto da Benjamin Becker nel secondo turno di <quali>: risultato un po’ sottotono, ma a New York il ligure ha tutte le carte in regola per arrivare almeno al terzo turno.
Quotazioni in ribasso, infine, per gli altri tre italiani che probabilmente giocheranno il torneo (Volandri, Lorenzi e Bolelli: tutti e tre dovrebbero entrare in scena dalle qualificazioni). Nessuno di loro ha disputato tornei sul cemento, nessuno di loro ama particolarmente questa superficie (anche se Bolelli, a livello tecnico, pare il più competitivo). Scommettere su di loro pare un azzardo, già vederli nel main draw sarebbe un successo.
Ancora una volta (ormai sta diventando un’abitudine) dovremo sperare nelle ragazze: saranno loro a poterci regalare le migliori soddisfazioni. Lo scorso anno Pennetta e Schiavone raggiunsero rispettivamente quarti di finale e ottavi di finale: non è utopia aspettarsi una replica, se non qualcosa di meglio. Le due tenniste non sembrano attualmente in grandissima forma (anche se Flavia ha vinto a Montreal il torneo di doppio), la Schiavone ha vissuto un’estate a singhiozzo dopo il trionfo parigino mentre la brindisina viene da un periodo ricco di buoni piazzamenti ma senza acuti (nel 2009 vinse il torneo di Los Angeles). Entrambe le giocatrici hanno perso a Cincinnati da Caroline Wozniacki, che in questo periodo è in forma smagliante: due ko che ci possono stare. Sul cemento Flavia è certamente più competitiva di Francesca, speriamo in bene. Occhio, infine, anche a Sara Errani e Roberta Vinci: la bolognese è sempre un osso duro, su qualunque superficie, mentre <Robertina> può sfruttare sul cemento la sua arma migliore, ovvero il velenoso back di rovescio. Incrociamo le dita.
 

Claudio Maglieri

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker