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31/08/2010 12:08 CEST - INTERVISTE

K.Clijsters - 30.08.10

Trad. a cura di Veronica Villa

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Q. Quali sono state le tue emozioni nel tornare per la prima volta sul campo dove hai vinto il titolo lo scorso anno?
KIM CLIJSTERS: Nelle ultime settimane ho cercato di prepararmi e di ritrovare il mio gioco. Ho voluto questo ritorno, il tempo è volato. Scendere in campo qui e difendere il titolo è emozionante.

Q. E la tua performance, come la giudichi nel complesso?
KIM CLIJSTERS: Bene, direi. Sono contenta del mio servizio. Ho lavorato in particolare sul servizio in allenamento nelle scorse settimane. Oggi ho sentito che stavo colpendo bene la palla.
All’inizio del secondo set lei ha iniziato a mettermi più di pressione. Ho perso un po’ la posizione in campo, di compattezza di gioco, anche per via del vento.
Non ero più abbastanza aggressiva, non riuscivo ad avere anticipo. Mi è sembrato che lei iniziasse a prendersi qualche rischio in più, ad aumentare la pressione, quello che avrei dovuto fare io, insomma.

Q. Quando sei stata sotto 0-40, hai cercato di fare leva sulla tua esperienza, o hai solo cercato di conquistare il game?
KIM CLIJSTERS: Veramente no. Voglio dire, ovviamente cerco di analizzare, di capire cosa sta succedendo, perché sono sotto 0-40. E poi sicuramente cerco di cambiare qualcosa nel mio gioco, non solo tatticamente, ma per migliorarlo.
E’ importante continuare a muoversi bene. Dovevo fare attenzione anche al vento.
Parecchie volte mi sono trovata a dover cercare la palla, ad essere in ritardo sul rimbalzo.

Q. Ti succede ancora di essere tesa?
KIM CLIJSTERS: Si e no. La tensione nervosa ti fa sentire il braccio come se pesasse 50 chili. Mi succedeva quando giocavo le mie prime partite importanti. In questo caso è stato diverso.
Ovviamente la tensione influisce molto sul gioco, fisicamente e mentalmente. Ora questo non mi succede più, perché capisco quando sta arrivando la tensione e so cosa fare, come rilassarmi, su cosa concentrarmi.
E’ qualcosa che ho imparato con l’esperienza.

Q. Sei scesa in campo oggi per difendere il titolo, si sono aspettative su di te. Senti più la pressione o l’emozione?
KIM CLIJSTERS: Si, l’emozione. Non posso fare altro che dare il 100% ogni volta che scendo in campo, indipendentemente dai risultati dello scorso anno. La pressione viene da fuori.
Voglio dire, tutti devono lavorare duramente per vincere un torneo del Grande Slam, ed quello che sto cercando di fare: dare il meglio e non concentrarmi su cose su cui non ho controllo.

Q. Puoi fare un confronto tra l’anno scorso e quest’anno, le tue sensazioni?
KIM CLIJSTERS: L’anno scorso non sapevo esattamente cosa aspettarmi, essendo stata lontana dalle gare per così tanto tempo. Mi facevo anche molte domande, sul gioco delle giocatrici al top.
Avevo giocato un paio di tornei preparatori, ma non avevo ancora giocato contro le Williams o la Sharapova. Quindi avevo ancora bisogno di capire in che condizione ero, nel confronto, soprattutto fisicamente. Sarei stata in grado di dosare le forze, di competere? Sapevo di essermi allenata molto, ma dovevo ancora mettermi alla prova sul campo.
Avevo giocato contro la Jankovic a Toronto e mi ero sentita bene, mi ero detta ok, riesco a colpire bene la palla, ho la possibilità di vincere. Alla fine ho perso, ma mi sono sentita in grado di farcela.
Ma non sapevo ancora che sarei riuscita a vincere incontri importanti.

Q. Una nuova iniziativa agli US Open quest’anno è avere i microfoni nel box degli atleti in modo da poter sentire cosa viene detto.
KIM CLIJSTERS: Ah. (Ride.)

Q. E’ interessane per gli spettatori, ma immagino che non a tutti piaccia essere registrati senza permesso. Tu cosa ne pensi?
KIM CLIJSTERS: Tenete conto che molti giocatori non parlano in inglese. Voglio dire, la mia avversaria oggi era ungherese. E’ chiaro che c’è una differenza tra mio marito che parla inglese e un box completamente ungherese.
Forse per me non è una novità positiva, poter sentire cosa vene detto nel box, perché nel mio box in molti casi non sono concentrati dall’incontro.

Q. Ma per te va bene comunque?
KIM CLIJSTERS: Si. Voglio dire, non ha molta importanza per me. Immagino che sapendo dei microfoni cercheranno tutti di comportarsi bene. Ma in ogni caso non penso che tutto questo influirà sul mio gioco.

Q. Serena ha giocato una esibizione incredible in Belgio, all’ultimo minuto. Ti ha ditto qualcosa a proposito dell’infortunio, prima o dopo l’incontro?
KIM CLIJSTERS: No. Abbiamo anche fatto una conferenza stampa insieme, dove le hanno chiesto dell’infortunio. Ovviamente ho visto che è infortunata, ma non so altro.

Q. Ti sei sorpresa per la gravità?
KIM CLIJSTERS: No, ho visto con i miei occhi che è infortunata, sicuramente non può essere una finta o solo un taglietto.

Q. E’ sulla parte superiore o inferiore del piede?
KIM CLIJSTERS: E’ su entrambi i piedi.

Q. Entrambi?
KIM CLIJSTERS: Si.

Q. Ma sopra o sotto?
KIM CLIJSTERS: Non ricordo, non ci ho fatto caso.

Q. Non ricordi?
KIM CLIJSTERS: No.

Q. La tua prossima avversaria è una diciannovenne australiana. Cosa sai di Sally Peers?
KIM CLIJSTERS: Che è una diciannovenne australiana. (Ride.)
In effetti ci sono alcune giocatrici in particolare che sto tenendo d’occhio, e lei è una di quelle. E’ una ragazza forte, le piace colpire, ed è giovane,
Le giocatrici giovani hanno voglia di vincere, sono pronte, non hanno niente da perdere. Se penso a come ero alla sua età, tutto era nuovo e eccitante.
Bisogna fare molta attenzione, bisogna giocare ogni incontro come se fosse la finale contro Serena o Venus. Altrimenti si rischia di perdere la concentrazione e di finire fuori da torneo in un attimo.

Q. Ha una tua foto autografata a casa. Da quando aveva 10 anni. Mi spiace farti sentire vecchia. Ti ricordi l’occasione?
KIM CLIJSTERS: No non la ricordo, e si, mi fa sentire un po’ vecchia. Ma è bello sapere che ci sono giocatrici che stanno avendo successo ispirandosi a te.
Spero che abbia una bella carriera, magari non proprio questo mercoledì...
Comunque, come dicevo, ho intenzione di concentrarmi su di me, sul mio gioco.

Q. Probabilmente giocherete sul Grandstand, per lei sarà un’esperienza del tutto nuova. Per te è un vantaggio, non fa differenza?
KIM CLIJSTERS: Dipende. Per quanto mi riguarda mi concentrerò sul mio gioco, ma come dicevo, se penso a come ero alla sua età, mi ricordo dell’incontro contro Serena anni fa, credo fosse lo stadio Armstrong, avevo 17 o 18 anni, mi ricordo di quel terzo set…
Dipende anche dalla personalità della singola giocatrice. Per me fu uno stimolo. Fu eccitante. Ma ci sono anche giocatrici che vengono sopraffatte, che si ritirano nel loro guscio.
Quindi cercherò di non preoccuparmene, in questo caso è una situazione che non mi riguarda.

Q. Consideri un anno senza una vittoria in un torneo del Grande Slam un buon anno comunque?
KIM CLIJSTERS: E’ stato frustrante per me non aver potuto giocare il French Open, ed è stato frustrante giocare male in Australia.
Anche l’incontro contro la Zvonareva a Wimbledon mi ha deluso.
Quindi ovviamente nella situazione attuale, dato che non gioco un calendario pieno, voglio davvero fare bene nei tornei importanti, i tornei del Grande Slam, Indian Wells, Miami.
Ma per me tutto si decide in campo. Giocare male per me è più frustrante che perdere giocando bene contro una avversaria più forte.
 

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