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01/09/2010 20:32 CEST - Us Open

Il mio centrale è più veloce del tuo

Ancora eco del colpo di Federer, chiacchiere intorno al gran caldo ma soprattutto questioni pratiche: è più veloce Wimbledon o Flushing Meadows? Ce la farà Gimelstob a correre 42,195 km? E soprattutto, gli americani "de Kansas City"... a che sport giocano?Gianluca Comuniello

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Il mio campo è più veloce del tuo. Dibattito aperto su Usa Today per decidere se gli Us Open siano ormai lo Slam più veloce. Due partiti opposti. Uno è capeggiato da Federer, vice-segretario Kuznetsova. Federer: “l'erba sarebbe più veloce, ma altri fattori, come palle e temperatura, rendono il DecoTurf II dello Us Open più veloce”. Rincara la dose Svetlana: “Certo che gli Us Open sono lo Slam più veloce. E il Grand Stand è il campo più veloce del pianeta a livello Slam”. Il partito negazionista è invece capegiato da Nadal, vicesegretario Murray. Rafa: “Wimbledon è più veloce. Nessun dubbio”. Murray conferma: “Wimbledon è più veloce. Ok, le palle sono più lente, ma l'erba è più veloce”. Ciò su cui i due partiti trovano una specie di Grande Alleanza è la questione vento. Roddick: “nello stadio viene giù a tutta velocità dalle gradinate. Ti sembra di giocare in fondo ad una discesa contro uno che sta in cima, in certi momenti”.

Gimelstob il maratoneta. Uno può avere una dimenticabile carriera da tennista e poi stare sempre in tv o sui giornali appena smette. Sembra essere il caso di Justin Gimelstob, voce di Tennis Channel, speaker e intervistatore dello Us Open e ora agli onori delle cronache sul New York Times perchè ha cominciato a preparare la maratona di New York. Lo ha avvistato Nadal durante uno dei suoi primi allenamenti a Central Park. Rafa era al telefono quando questa figura conosciuta gli è passato accanto sudando e sbuffando. Pare che dietro ci sia anche una scommessa con il sempre presente Andy Roddick, che ha messo sul piatto 10mila dollari, dicendo a Justin che non riuscirà a completare la corsa. Vedremo da che parte andranno i ten grands a novembre.

Cercasi star. Kansas City è forse più famosa per le gag di Alberto Sordi che per le sue glorie sportive, passate e presenti. Se ne rendono conto anche al Kansas City Star (mai nome fu più appropriato): “La nostra lista inizia con Albert Pujols, tre volte MVP di Baseball ed un lontano legame con Kansas City. Poi abbiamo Tom Watson che gioca a golf. Ma ora abbiamo anche Jack Sock (sì, il corrispondente italiano è Giacomo Calzino). Sta studiando alla Blue Valley North University e sta giocando gli Us Open. Si è portato i compiti da fare a New York”. Sock è il più giovane partecipante al tabellone maschile, oltre che il primo essere umano di Kansas City a giocare in un evento Slam nella storia. I “kansasiani” (si dirà così?) sostengono che se ne sentirà parlare molto. Ma si sa, loro sono a corto di star.
 

Gianluca Comuniello

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker