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04/09/2010 14:21 CEST - US OPEN 2010

Sabato francese agli Us Open

Oggi in campo quattro transalpini su sei (record di presenze francesi al terzo turno a Flushing Meadows): Mathieu contro Federer, Clement che sfida Fish, Gasquet che aspetta Anderson e Monfils contro Tipsarevic. Djokovic-Blake apre la sessione serale. Alessandro Mastroluca

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Sarà un sabato francese a Flushing Meadows. Scenderanno in campo infatti 4 dei 6 transalpini ancora in tabellone (record assoluto di presenze al terzo turno a Flushing Meadows). E il peggio sembra essere passato per Paul Henry Mathieu che si è messo alle spalle una stagione difficile, con appena sei vittorie prima di questo torneo, e una sola dopo Wimbledon, che rappresenta il miglior risultato del suo 2010 che l'ha visto scivolare fuori dalla top-100.

“Dovrei giocare solo negli Slam”, ha detto dopo la vittoria su Hewitt al primo turno (“è stato bellissimo” disse dopo la vittoria, “anche perché cinque anni fa a Indian Wells mi lasciò solo un game”), la seconda consecutiva al quinto set dopo quella su Youzhny ai Championships: dato ancor più rilevante per un giocatore da sempre accusato di non essere esattamente un finisseur.

Mathieu non ha mai passato il terzo turno e probabilmente non migliorerà il suo risultato: dovrà infatti sfidare Roger Federer, che ha vinto tutti i quattro confronti diretto lasciando solo un set al francese. Questa è una delle due sfide in programma oggi tra ex vincitori di Slam juniores: Federer ha infatti trionfato a Wimbledon nel 1998, PHM al Roland Garros due anni dopo.

Federer, comunque sicuro di non poter tornare numero uno immediatamente dopo gli Us Open, insegue un altro degli innumerevoli record che costellano la sua carriera: potrebbe diventare il primo nell'era Open a vincere sei Us Open. Un trionfo che quest'anno gli varrebbe mezzo milione di dollari in più in virtù del secondo posto nelle Us Open Series.

L'altro incontro tra ex trionfatori negli Slam junior vede di fronte Monfils e Tisparevic: “La Monf” ha completato tre quarti di Slam nel 2004, diventando Junior World Champion, Tipso ha in bacheca l'Australian Open 2001. Il serbo è in vantaggio 3-1 negli scontri diretti: l'unica vittoria di Monfils è arrivata per ritiro, in quarti a Metz 2009, anche se il francese conduceva 6-1 4-2. Tipsarevic ha aperto la sua parte di tabellone con l'eliminazione, a sorpresa per la logica della classifica non per quanto mostrato in campo, di Roddick, idolo giovanile di Monfils con cui però i rapporti sembra si siano incrinati. Monfils ha infatti rilasciato un'intervista all'Equipe in cui spiega come Roddick, con cui spesso si allenava durante i tornei, ha quasi smesso di parlargli dal Roland Garros 2009, da quell'ottavo di finale vinto 64 62 63 dal francese in una delle più belle partite della sua carriera, terminata però al buio, oltre le nove e mezza (è evidentemente un habitué delle sere tennistiche parigine). Hanno un record simile sul duro: 12-6 Monfils, 14-9 Tipsarevic. Sicuramente Monfils avrà il favore del pubblico ma potrebbe non bastare: conterà molto, data la fragilità mentale mostrata dal francese già contro Kendrick, iniziare bene.

Usa contro Francia oggi vuol dire anche Clement contro Fish. Il francese, il più vecchio in tabellone, non arrivava al terzo turno agli Us Open dal 2005 e non aveva vinto una sola partita nelle Us Open Series quest'anno. E' in vantaggio 2-1 negli scontri diretti, ma l'ultimo è datato 2008. L'americano è a questo punto la speranza più solida dei tifosi di casa che sperano di vedere la bandiera a stelle e strisce sventolare fino ai turni finali del torneo maschile. Gli Usa stanno infatti vivendo uno dei periodi più bui della loro storia tennistica, a dispetto dei 18.5 milioni di praticanti (con un aumento del 43% dal 2000): per la prima volta dal 1973 non hanno un rappresentante in top-10 e alle loro spalle non sembrano esserci giovani all'altezza. “Non sono abbastanza affamati” è la critica che risuona da Patrick McEnroe e da Solomon. Fish lo è sempre stato, non sempre tennisticamente parlando però. Ma il Mardy di questi ultimi tempi è un giocatore rinato che può diventare la vera mina vagante della seconda settimana.

La giornata francese si completa con Richard Gasquet contro Kevin Anderson.

E' ancora in tabellone un altro dei grandi beniamini del pubblico Usa, James Blake, l'ultima wild-card ancora in corsa, che affronterà Novak Djokovic. Il serbo ha molto sofferto il caldo nei primi due turni e ha fatto parlare di sé non tanto per le prestazioni quanto per la sua dichiarazione a caldo dopo la vittoria in rimonta contro l'amico Troicki (sì, proprio quello della parodia del video-hot di Shakira con Nadal): il sole era sceso, il caldo era sparito, è stato come “farlo” con la persona che amo sul campo. “E' una delle sensazioni migliori che esistano”, ha poi spiegato in conferenza stampa il serbo (che in passato aveva anche dichiarato che “non c'è niente come il sesso, Dio ci ha creato per questo”), “per questo mi è venuto spontaneo paragonare la vittoria a questa sensazione”.

Djoko aprirà la sessione serale contro James Blake, che a dispetto degli infortuni non ha nessuna intenzione di ritirarsi, almeno per ora, a dispetto dei segnali contrari che possono arrivare dalla classifica o dal suo fisico. “Molti dicono che sto facendo fatica, ma mi diverto ancora” ha detto dopo la vittoria su Blake, “e quando gioco qui mi diverto ancora di più”.

Tra marzo e giugno l'americano, che ad inizio stagione ha rotto con il suo coach storico Brian Barker che lo seguiva sin dai primi passi sui campi, è rimasto fermo dieci settimane per un infortunio al ginocchio. Per diverso tempo, durante la terapia di piastrinoferesi al ginocchio, non ha voluto assumere antidolorifici, anche perché sua madre ha sempre rifiutato di prenderli temendone gli effetti negativi per lo stomaco: un'avversione che indirettamente può essere cresciuta dopo il cancro, proprio allo stomaco, che ha portato suo padre alla morte sei anni fa.

Blake, alla fine, però ha cambiato idea dopo la delusione di Wimbledon, e qualche beneficio in termini di risultati è arrivato.

“Certamente”, ha proseguito, “adesso ho bisogno di lavorare molto di più, e a volte non riesco a esprimere il mio tennis perché non sono riuscito ad allenarmi quanto avrei dovuto ma questo non vuol dire che non possa ancora giocare qualche buona partita di tanto in tanto”.

Alessandro Mastroluca

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Pete Sampras mette fine alla campagna di Ivan Lendl per il record di nove finali consecutive agli US Open con un 6-4 7-6 3-6 4-6 6-2 nei quarti di finale.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker