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10/09/2010 15:18 CEST - Rassegna Stampa del 10 Settembre 2010

L’anima buona del tennis (Clerici), C’è un Djokovic nuovo in campo (Zanni), Federer, re della. Grande Mela (Azzolini)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

L’anima buona del tennis

Gianni Clerici, la repubblica del 10 settembre 2010

Singoiare e doppio rappresentano due modi di essere e di intendere il tennis. Caratteristiche del singolarista sono l'egotismo, il narcisismo, e spesso la mancanza di fair play. Caratteristica del doppista l'altruismo, l'amicizia, la generosità nei riguardi del partner, l'inclinazione al perdono. Simili considerazioni, certo, non valgono in tutti i casi, tanto che abbiamo visto celebri coppie di doppisti non parlarsi per intere stagioni, come avvenne ai sudafricani ewitt e Mc Millan (2 Wimbledon) e al miei amici Tiriac e Nastase, che si servirono a lungo dello Scriba per comunicare, a conferma di una stagionale irritazione. Ci furono, tra i doppisti, casi in cui l'amicizia si trasform in omosessualità, come fra Big Bili Tilden e il suo gitone William Coen, e altri nei quali l'intimità apparve meno evidente, Billie JeanKingeRosie Casals.Ai tempo in cui i grandi singolaristi erano anche doppisti, sino agli Anni 80, le caratteristiche che ho cercato di definire si stemperavano sovente, nel caso dei doppi. E tuttavia ci furono dei grandi giocatori caratterialmente pi inclini al doppio, massimo esempio il francese Brugnon (6Roland Garros).Il caso dei partners di doppio Bopanna e Qureshi appare insolito per altre ragioni, che si individuano nell'avversità politica e insieme religiosa tra l'India e il Pakistan, tre volte in guerra dichiarata, e altre in guerriglia, dopo la dissoluzione del dominio inglese (1947). Con un coraggio che ha superato autentiche minacce e gravi disagi, i partner hanno contraddetto l'ostilità generale, e addirittura sono riusciti a far sì che alla loro vittoriosa semifinale presenziassero insieme gli ambasciatori Singh Puri (indiano induista) e usseinaroon (pakistano musulmano). Ed è ovvio che i due diplomatici si siano recati a Flushing Meadows con la benedizione dei rispettivi primi ministri. Poiché Qureshi già si era segnalato per il suo spirito pacifista, giocando insieme all'israeliano adad, non resta che congratularlo di tutto cuore e, perché no, proporlo per il Nobel della Pace.

C’è un Djokovic nuovo in campo

Roberto Zanni, il corriere dello sport del 10 settembre 2010

Ormai è diventato un classico agli US Open: infatti è dal 2007 che un Federer Djokovic non manca mai a Flushing Meadows. Una finale, tre anni fa, poi, con quella di domani, tre semifinale consecutive, ma finora solo un set per il serbo che per questo ennesimo confronto con the Master (il bilancio complessivo è di 10-5 per lo svizzero) si è preparato variando anche un po' il suo gioco: pi discese a rete rispetto al passato, abbinate anche a una buona percentuale di punti conquistati. Basterà? Nel dubbio anche la famiglia Djokovic ha cercato di trovare qualche cosa di nuovo: infatti se Federer dovesse mai buttare lo sguardo verso la tribuna, potrà vedere la faccia di Novak stampata, bella grande, sulla tshirt del padre Srdjan. «E un genitore orgoglioso - ha cercato di spiegare il numero 3 al mondo - cosa posso dire? Non so esattamente dove se le sia fatte fare, forse da qualche parte a Belgrado. Ma è miopadre e se vuole indossare quelle magliette non posso certo impedirglielo. Io non me le metterei mai, non mi piaccio così tanto». partita di questi US Open, si sono per trasformate, almeno per la famiglia di Novak, in una specie di amuleto. Infatti dopo aver rischiato la clamorosa eliminazione al turno inaugurale contro il connazionale Victor Troicki, da quel momento Novak ha travolto tutti gli avversari che gli sono passati davanti e finora ha perso soltanto due set, quelli del primo match. Ma ancora non è sufficiente perchè sa benissimo che tutta l'attenzione è rivolta verso una finale Federer-Nadal, evento già capitato negli altri tre Slam ma che a New York sarebbe una novità assoluta. «Mi piace qualche volta giocare anche così - ha aggiunto Djokovic - mi libera dalla pressione e posso concentrarmi esclusivamente sul mio gioco, fare il mio lavoro e vincere le partite. D'altra parte Federer e Nadal sono i due giocatori pi forti al mondo, hanno dominato il tennis negli ultimi cinque-sei, anni. Sono i favoriti per arrivare in finale qui e sono anche sicuro che la gente voglia vederli uno di fronte all'altro nell'ultima partita, ma io prover afare in modo che questo non succeda e non voglio pensare alle tre sconfitte incassate qui, adesso mi sento bene e spero di continuare così». RE DEL VENTO E DELLA NOTTE - Se tutti i giocatori, Djokovic, compreso, si sono lamentati per le pessime condizioni atmosferiche (mercoledì il vento era davvero insopportabile), soltanto uno ha continuato impassibile, tranquillo, come se niente fosse, the Master , Roger Federer ovviamente, che giovedì sera ha vinto per la 18a volta in notturna a New York (in altrettanti incontri). «E come una sfida - ha detto lo svizzero arrivato alla sua settima semifinale a Flusliing Meadows - Non è facile, fa freddo, il vento ti entra negli occhi e nelle orecchie, una volta non mi piaceva, ma adesso mi diverto». Se n'è accorto Soderling, che sperava di ripetere Parigi, ma che invece è stato travolto in tre set che Roger ha condito anche con 18 ace un'impresa, con quelle condizioni atmosferiche. E adesso, nella rincorsa verso il 6° US Open e il 17° Slam c'è ancora Djokovic: «Lui sta cercando la una svolta per vincere questo titolo - ha concluso Federer - ma per riuscirci deve battermi e in passato non c'è riuscito». (roz/ecp) Agli US Open attacca come mai in passato «Mi piace giocare così sento meno pressione» Domani contro Federer C'è un Djokovìc nuovo in campo

Federer, re della. Grande Mela

Daniele Azzolini, tuttosport del 10.09.10

Certe debolezze, da un tipo come lui, nessuno le avrebbe prese in considerazione. Lui, Roger Federer,lo sapete, all'apparenza è l'uomo pi tranquillo del monco. Solida moglie al seguito, due gemelle che già viaggiano in prima classe, abiti di gran taglio, una seria rifondazione della propria immagine datata ormai sette anni Iti, che d'un colpo gli impose di sbarazzarsi del codino alla Baggio e dei brufoli sulla fronte per convertirlo a uno stile manageriale sul quale Roger ha splendidamente aderito. Significa che se lo sentiva dentro. E allora, che cosa ti combina a New York un signore così aduso alle buone maniere? a di fatto cacciato ogni altro protagonista dalle immagini pubblicitarie del torneo, dove solo lui regna incontrastato, come se non esistessero i Diokovic, i Murray, e persino i Nadal. Ma non è questo il punto. E nemmeno il fatto che continui a firmare contratti pubblicitari, in un momento in cui il mondo dell'advertising sembra precipitato nelle sabbie mobili. No, niente di tutto questo. 11 retroscena che nessuno si sarebbe aspettato viene invece dall'evidente e perverso piacere che Federer mostra nel cogliere le vendette che si era prefisso. Sembra che Roger stia dedicando questa terza e ultima parte della stagione a regolare i conti con quanti gli abbiano fatto uno sgarbo. Quasi lo dice, seppure con i toni pacati di chi, dentro di sé, sa essere persino magnanimo. «Nel gran vento che c'era sul campo, Soderling non ha avuto dalla sua il servizio, dunque non mi ha creato i problemi dell'ultima volta». Tradotto nel gergo dello spogliatoio sta a significare quanto segue: «a fatto il fenomeno una volta, ma ieri era di nuovo lui e non poteva che perdere». Dunque Robin Soderling, lo svedese che lo aveva eliminato nei q arti del Roland Garros, è stato battuto. Federer ha messo in scena colpi da autentico giocoliere, dominando il vento (»che sul Centrale arriva da tutte le parti») e per due set e mezzo è stato impeccabile al servizio. Dav vero un'ottima esibizione, che lo spinge insemifinale senza aver perso un solo set e alla diciottesima vittoria disegni- te negli in con in notturna Prima di Robin, ni questa trasferta americana, Federer aveva fatto i conti con Berdyeh (che lo ha battuto a Wimbledon) e con Djokovic (che non l'ha mai avuto in gran simpatia) a Toronto, e con Baghdatis (che gli aveva fatte lo sgambetto alnclianWella) a Cincinnati. Manca Nadal, che Roger spera di incontrare in finale (la settima di seguito a Flushing Meadows).Sivedràjntanto, chiusa la serie di 23 semiflnali consecutive nello Slam conla sconfitta parigina, Federer porta avanti la serie relativa ai quarti di finale, giunta a 26. E attende tjokovic in semifinale. Un Djoko molto cresciuto nella forma, che dopo la prima stenta partita non ha pi perso un set.
 

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Rod Laver completa il quarto Grande Slam della storia del tennis (il suo secondo dopo il 1962) battendo Tony Roche 7-9 6-1 6-3 6-2 nella finale degli US Open giocatasi lunedì causa pioggia .

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker