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15/09/2010 23:51 CEST - Rassegna internazionale

Mito tra i miti

José Samano, El Pais.  Trad. di Salvatore De Simone

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Siccome lo sport è competizione, la tendenza naturale è quella di stilare classifiche, di cercare il migliore. Non è molto usuale costruire un podio per scrittori, musicisti o pittori. Ognuno ha i suoi gusti, ma lo sport è più incline a discutere sul numero uno, è nella sua natura. Dopo le nuove gesta di Nadal ci si domanda: è il miglior sportivo spagnolo della storia? E si potrebbe rispondere: e chi se ne importa. Quello che importa è la sua affascinante carriera, non la sua comparazione con Santana, Nieto, Ballesteros o Indurain, geni in discipline difficilmente paragonabili, con avversari di maggiore o minore categoria. Tutti supereroi come Blume, Bahamontes, Perico, Arantxa, Cacho, Marta Domínguez, Gasol, Alonso, Lorenzo, Pasaban, Llaneras e tanti altri. In Nadal confluiscono in forma accentuata le virtù che avevano (hanno) la maggioranza di questi titani: passione, talento, mentalità, resistenza al dolore, capacità di arrivare al limite e una forza di volontà estrema. è sempre stato uno sportivo esemplare, con le sue grandi vittorie e le sue signorili sconfitte. Lo sa bene Roger Federer, il miglior tennista della storia, un fuoriclasse dal cuore di ghiaccio che ha rivelato di avere un'anima. C'è qualcosa di romantico in questo numero uno che sta nell'ombra con i suoi familiari, discreti, fedeli quando le cose vanno bene e quando vanno male.

Premesso che è discutibile fare classifiche, è proprio l'immenso Federer uno degli argomenti per affermare che Nadal sia il miglior sportivo spagnolo della storia. Nella sua epoca si è dovuto misuare con il migliore di tutti i tempi. Anche ad altri in qualche modo è capitato lo stesso, come a Santana con la legione australiana di Rod Laver e Roy Emerson; e a Ballesteros con Nicklaus, Trevino, Watson, Player, Faldo... Ma nella favolosa carriera di Santana mancano la Davis e L'Australian Open, dove non ha mai partecipato, perchè allora era un viaggio costoso. Nella leggenda meravigliosa di Ballesteros non figurano lo Us Open e la PGA, nell'epopea di Indurain non c'è la Vuelta, e nelle gesta indimenticabili di Nieto non ci sono campionati superiori. Nadal ha vinto
tutto, Davis e Olimpiadi incluse. Sarebbe assurdo paragonare la sua carriera individuale a quella degli sportivi di squadra, dove, per quanto risaltano alcuni solisti, sempre prevale il collettivo. L' immenso Paul Gasol sta insieme a Bryant ( e viceversa ), Xavi a Messi e Iker Casillas a Iniesta. Nadal ha vinto tutto, su tutte le superfici, con in mezzo il migliore della storia e in uno sport globale, non esclusivo come ad esempio la formula uno. E la sua finale di Londra contro Federer nel 2008 è già un mito. Per questo è il mito tra i miti, e questo non sminuisce gli altri, nè dà a lui maggiore dimensione. Nadal in sé è grande. I paragoni sono odiosi, anche se lui ne esce vittorioso.

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker