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12/10/2010 11:49 CEST - BALUARDO USA

Sempre più
Bryan Brothers

TENNIS - Sono sempre loro a tenere in piedi il tennis statunitense. I gemelli Bryan si riconfermano a Pechino e preparano la volata finale in un anno vissuto da assoluti dominatori. Analizziamo le ragioni di una supremazia così schiacciante, tra prospettive future e record da battere. Danilo Princiotto

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Sessantaseiesimo titolo della carriera per Bob e Mike Bryan in quel di Pechino. Battendo il duo polacco Fyrstenberg-Matkowski hanno mantenuto intatto il loro record di 10 finali e 10 vittorie nel 2010. Essendo sicuri del posto alle World tour Finals, gli americani già sognano di essere nuovamente dichiarati "ATP World Tour Doubles Champions".”Il 2010 per noi è stato molto più di un sogno” ha dichiarato Mike “Non siamo mai stati perfetti ma il record delle finali quest’anno non fa altro che smentirmi. La prossima settimana a Shanghai giocheremo per vincere; abbiamo ancora quattro tornei da giocare e cercheremo di concludere l’anno da numeri uno. Se ci esprimiamo al nostro meglio possiamo farcela”. I trentaduenni statunitensi puntano all’abbattimento di ogni record, se mai ce ne fosse rimasto qualcuno. Come sappiamo, nell’ultima edizione del torneo di Los Angeles hanno superato il duo australiano Woodforde-Woodbridge, ma non è il loro unico record: 6 volte campioni del mondo ITF, 5 volte team dell’anno, 17 finali nei Majors di cui 7 consecutive (Australian Open 2005 - Wimbledon 2006), 103 finali nei tornei Atp, 17 titoli Masters 1000: di certo non numeri di poco conto. D’altro canto i Bryan, vincendo il torneo di Indian Wells, diventerebbero gli unici tennisti professionisti in grado di chiudere la collana dei Masters 1000. Nessun team sembra in grado di contrastarli, neanche Nestor e Zjmonic che pur godono di un head to head favorevole.

Intesa perfetta

Quali sono le ragioni di questo dominio? Chimica di squadra? Assenza di veri doppisti? Per molti il regime assolutistico dei Bryan è dovuto alla scarsa partecipazione dei singolaristi nella categoria del doppio; Il maestro Tommasi docet (”Due buoni singolaristi avranno sempre la meglio su due doppisti”). E proprio negli ultimi mesi, in Canada, abbiamo potuto assistere alle performance dei primi due giocatori del mondo, Rafa e Nole, contro il duo di casa Pospisil- Raonic: ma il risultato non è stato quello che molti aspettavano...Sarebbe ingiusto però, ridurre le potenzialità di un team ad una sola partita e, quasi certamente, se Federer e Nadal in coppia (due nomi a caso) si concentrassero sul doppio, beh, il compito dei Bryan sarebbe certamente più difficile. Detto ciò anche la chimica di squadra e l’affiatamento in un team hanno un ruolo fondamentale.
Il ‘coro’ a cui i fratelli Bryan danno vita, rappresenta qualcosa di mai visto nel doppio maschile; ”Anticipano sempre il movimento degli avversari, conoscono a memoria le loro posizioni al momento di colpire la palla, dunque il fratello che non colpisce ha la possibilità di riposizionarsi e per l’avversario è molto difficile trovarli fuori posizione” ha dichiarato l’ex tennista e coach statunitense Tom Gullikson. Quest’ultimo ha dato vita, insieme al gemello Tim al duo che raggiunse la finale ai Championships nel 1983, un duo molto meno fortunato dei gemelli Bryan insomma, come gli stessi numeri attestano. Tom è stato il primo a scoprire Bob e Mike all’età di otto anni ed ha subito notato qualcosa di raro: "Qualcosa che proviene da anni di allenamento insieme ma forse anche da qualcos’altro, dovrei quasi usare la parola ‘telepatia’ ”. Analizzando tecnicamente le caratteristiche dei gemelli, possiamo notare le sottili differenze che li rendono inevitabilmente complementari. Il mancino Bob ha un servizio migliore e un dritto penetrante che colpisce con un’impugnatura un po’ più aperta; Mike, destro, ha una delle migliori risposte in doppio ed è più veloce del fratello: grazie a questa peculiarità riesce a prendere la posizione a rete più alacremente.

Favoriti dalle assenze

Ciò che va ricordato sui Bryan è il modo di integrare non solo i pregi ma anche le debolezze, qualcosa che rende davvero unico il loro rapporto. Ebbene si perché le debolezze ci sono e a sottolinearlo è lo stesso Patrick McEnroe: “Bob e Mike rappresentano le fondamenta del tennis Usa, ma possono essere messi in netta difficoltà se dall’altra parte della rete si trova un team con un’alta dose di talento: due giocatori di qualità, anche singolaristi”. Come citato in precedenza, non è difficile capire cosa renda forte un team di doppio, e di sicuro i gemelli Bryan possono essere considerati tra i più competitivi di sempre. E’ altrettanto vero che, con tutto il rispetto per la competizione in questa categoria, due buoni singolaristi, o magari anche uno (molti sostengono che il miglior doppio di sempre è quello formato da McEnroe, o dalla Navratilova nel femminile, e da chiunque li avrebbe affiancati), dovrebbero essere ben altra cosa. Onore comunque ai gemelli Bryan che “Quando giocano al massimo delle loro possibilità, rappresentano la miglior coppia tennistica di sempre.” (Tom Gullikson). E mentre l’Italia si tiene stretta i fratelli del golf, i Molinari (autori peraltro di ottime prestazioni nell’ultima Ryder Cup), gli Usa non possono fare altrimenti con gli unici che negli ultimi tempi sono in grado di dare vere soddisfazioni al mondo tennistico americano. Beati loro, almeno qualche soddisfazione ce l’hanno…

Danilo Princiotto

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Il team cecoslovacco di Fed Cup si aggiudica il terzo titolo consecutivo della gara a squadre grazie alle vittorie di Hana Mandlikova ed Helena Sukova sulle avversarie statunitensi.
-1985. With singles victories by Hana Mandlikova and Helena Sukova, Czechoslovakia captures its third consecutive Federation Cup title defeating the United States.

 

Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker