11/10/2010 13:50 CEST - Rassegna Stampa del 11 Ottobre 2010
Super Nadal. Travolge Monfils. "E penso al Masters" (Crivelli)
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Rubrica a cura di Daniele Flavi
Super Nadal. Travolge Monfils. "E penso al Masters"
Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 11.10.2010
Salute, servizio e solidità. Alla scuola del tennis, le tre regole di Rafa Nadal si prendono la lode e annichiliscono la concorrenza. Travolto Monfils in finale a Tokyo in 75 minuti, il numero uno impila il settimo trofeo stagionale e i1 43 di una carriera che comincia a stimolare confronti con i percorsi agonistici dei più grandi di sempre. E il segreto di un giocatore nato come specialista del rosso, capace di adattarsi presto all'erba e adesso di dominare anche sul terreno a lui più ostile del cemento e del veloce, è racchiuso in quelle risorse che cominciano tutte con la stessa lettera. Salute. Prima di tutto, vengono le ginocchia. Dopo il trionfo a Wimbledon, Rafa si è fermato per curare gli ormai atavici infortuni alle articolazioni facendo infiltrazioni e rinunciando a malincuore alla Davis per arrivare fresco agli Us Open, l'unico Slam che gli mancava. Una scelta strategicamente perfetta che, oltre a fargli conquistare New York, lo ha portato ad affrontare questo finale di stagione senza dolori. E quando sta bene Rafa può appoggiarsi sulle gambe per azionare quel diritto che è un'arma non convenzionale: il colpo che ha distrutto Monfils. Servizio. Se diventi il settimo della storia a vincere almeno una volta tutti gli Slam, il fisico e i due colpi fondamentali non bastano: devi iniziare il gioco al meglio. Il servizio di Nadal, grazie al cambio di presa, ora può far male: a Wimbledon non lo ha mai perso, agli Us Open è stato fondamentale e anche nella finale di Tokyo Rafa vi si è aggrappato nel momento più difficile, nel secondo set. Non a caso in semifinale, quando le percentuali sono calate, ha rischiato di perdere contro Troicki. Solidità. Quel match, però, ha mostrato ancora una volta le straordinarie doti agonistiche di Nadal, che ha annullato due match point e ha portato a casa un tie-break delicatissimo. La voglia di non arrendersi è uno stimolo per lui e un avvertimento per gli altri: «Ho vinto molto quest'anno, sarà difficile ripetersi ma io punto a giocare al meglio fino al Masters, che forse è il torneo più difficile per me». E con la benedizione di Federer («Ha vinto tre Slam nel 2010, merita il numero uno»), da oggi a Shanghai (con i primi 19 del mondo tranne Del Potro, stagione finita) si sottopone di nuovo alla sfida degli inseguitori. Più forte che mai.
Fotogallery a cura di Giacomo Fazio
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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker