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15/10/2010 02:46 CEST - Promesse

Quinzi e il vizio
della precocità

Il quattordicenne marchigiano continua a bruciare le tappe: dopo il titolo europeo Under 14 è volato in Sudamerica ed ha vinto (anzi, dominato) quattro tornei Under 18 consecutivi. Adesso giocherà i primi Futures, poi a Gennaio potrebbe giocare l'Australian Open Junior. Riuscirà a far sognare gli appassionati italiani, sfibrati da anni di promesse non mantenute? Francesco Ferrando

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Sembra non fermarsi mai Gianluigi Quinzi. Nemmeno per un attimo, forse per non farsi turbare dai sogni e dalle ansie dell'Italia tennistica. Va capito, l'appassionato nostrano: è dai tempi di Panatta che si sente raccontare che prima o poi arriverà il campione, il salvatore della patria. Ha sperato con tutte le sue forze nei vari Cané, Navarra, Nargiso, Gaudenzi, Furlan, Seppi, Bolelli, Fognini, Fabbiano e Trevisan. Un elenco talmente lungo, che ormai non sa più se credere alle favole o rinunciarci del tutto. Anche di fronte a un ragazzino prodigio, che dall'età di otto anni si ostina a bruciare le tappe.

Quinzi e il suo coach Eduardo Medica, invece, di dubbi devono averne pochi. All'indomani del titolo europeo Under 14 conquistato a Pilzen, i due decidono che i tempi sono maturi per l'ennesimo grande salto. Nemmeno troppo azzardato, visto che Gianluigi, a tredici, anni aveva già raccolto i primi punti tra gli juniores. I due partono per il Sudamerica per affrontare alcuni tornei tornei Itf Junior Grade 5: tornei minori, d'accordo, ma anche i più adatti per provare il doppio salto carpiato tra gli under 18.
 

UN FILOTTO IMPRESSIONANTE

E in Honduras l'entrata in acqua è subito perfetta. Quinzi avanza come uno schiacciasassi sulla terra rossa della Ceiba, tritura gli avversari con una facilità disarmante e porta a casa il titolo, lasciando per strada solo una manciata di game. Quando ha finito, si sposta sul cemento di Porto Rico, ma la musica non cambia: arriva in finale, dove trova l'americano Elizondo al quale rifila un doppio 6-3. Gianluigi continua, imperterrito. Approda a Santo Domingo e avanza fino alle semifinali, dove trova finalmente un avversario in grado di tenergli testa: è l'indiano Abhishek Alla, che lo costringe al tie-break nel secondo set, vinto poi per 7-3. Resterà l'unico set combattuto della sua campagna sudamericana. In finale, il marchigiano trova di nuovo Elizondo, determinato a rimediare alla brutta figura precedente, per giunta contro un ragazzino di tre anni più giovane. Rimedia, invece, solo un cappotto nel primo set, prima di cedere anche il secondo per 6-4.
Il cerchio si chiude a Curaçao, nelle Antille Olandesi. Dopo due turni facili facili, Gianluigi ha di fronte Spencer Simon, prima testa di serie e numero 273 del ranking, l'avversario più quotato tra quelli finora affrontati. Solo sulla carta, però, visto che anche lo statunitense se ne torna a casa con un duplice 6-3. Il resto è formalità e Quinzi completa il filotto lasciando poche briciole agli altri sfidanti.

I NUMERI DI UN EXPLOIT

Tirando le somme di questo esordio, c'è da restare sbalorditi. Gianluigi Quinzi ha vinto 20 match consecutivi senza perdere un set, lasciando per strada meno di tre game a incontro. Non solo: ha rifilato dieci 6-0 ai malcapitati avversari, arrivando una sola volta al tie-break. Questa cavalcata trionfale lo ha portato a occupare la 278esima posizione mondiale nella classifica ITF Junior, che comprende anche i risultati del doppio. Tenendo conto dei soli punti conquistati in singolare, Gianluigi si posizionerebbe al numero 246, davanti ai connazionali Stefano Napolitano e Edoardo Eremin.

Risultati che fanno ben sperare, ottenuti in un solo mese. Basta dare un'occhiata agli altri giovanissimi che lo precedono. L'unico tennista classe '96 è Romit Singh Bisht (numero 128), finalista quest'anno al Trofeo Avvenire e dotato di uno straordinario talento. L'indiano, però, ha accumulato la maggior parte dei punti nei tornei di casa, spesso affrontando connazionali poco quotati, ed è giudicato da molti troppo gracile nel fisico. A seguire troviamo una dozzina di ragazzi nati nel 1995 - tra cui il nostro Napolitano - il più interessante dei quali è il serbo Milojevic (numero 86), arrivato in finale nei Grade II cinesi di Pechino e Xiamen.


QUINZI AGLI AUSTRALIAN OPEN?

Nel 2011, il marchigiano potrebbe addirittura partecipare all'Australian Open Junior: dal primo gennaio, infatti, i giocatori nati nel 1992 usciranno dal ranking Itf, facendolo avanzare fino al 158-esimo posto. Per accedere alle qualificazioni dello Slam, Gianluigi dovrà recuperare almeno diciotto posizioni e 12,5 punti ai suoi avversari, impresa non impossibile visti i ritmi dell'esordio.
Per il momento, però, gli obiettivi di Quinzi e del suo coach sembrano essere altri: come racconta Eduardo Medica a Spazio Tennis, nelle prossime settimane farà il suo esordio tra i professionisti, disputando tre futures negli Usa e in Messico, per poi tornare in Florida da Bollettieri per preparare l'Heddie Herr e l'Orange Bowl, dove è iscritto sia nella categoria under 14, sia tra gli under 16.

Basteranno questi risultati per alleggerire il cuore del povero appassionato italiano? Forse no, ma vale la pena di mettere da parte le mille variabili che separano un ragazzino dall'Olimpo del tennis, per provare a riflettere su alcune cose. Gianluigi, oltre al talento, ha dalla sua parte una struttura fisica che fa ben sperare - nonostante il volto angelico, supera già il metro e ottanta - ed è una persona solare, piena di qualità ed entusiasmo. Dalle sue parole traspare una leggerezza per nulla scontata per chi, alla sua età, si ritrova ad allenarsi duramente in giro per il mondo, portando sulle spalle le attenzioni di una nazione intera. Ma la cosa che più stupisce di Quinzi è un'altra: finora è sempre riuscito a spostare l'asticella un po' più in alto. Nonostante i record, questo quattordicenne non perde mai il vizio di bruciare le tappe.

Francesco Ferrando

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker