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03/11/2010 08:20 CEST - ATP Pietroburgo

Kukushkin buona la prima

TENNIS - Il kazako domina Youzhny 6-3 7-6 e vince il suo primo titolo in carriera, alla prima finale disputata, a livello Atp. Troppi gli errori del russo (massaggiato ad inizio secondo set), incapace di trovare la giusta misura da fondo. Kukushkin arriverà così al suo best ranking. In doppio impresa di Bracciali e Starace che hanno battuto in finale Bopanna e Qureshi 7-6 7-6. Alessandro Mastroluca

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Kazakhstan Switzerland Davis Cup Tennis
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Mikail Kukushkin non soffre certo l'emozione alla sua prima finale ATP. Finora il suo miglior risultato erano state le semifinali di Mosca dell'anno scorso: aveva perso proprio da Youzhny raccogliendo appena tre giochi. A San Pietroburgo il kazako domina, vince 6-3 7-6 e conquista così il suo best ranking: da Lunedì dovrebbe attestarsi intorno al numero 58.

Youzhny rimane così l'ultimo russo nell'albo d'oro del torneo ma perde l'occasione di scavalcare Andy Roddick nel ranking e vede assottigliarsi le speranze di arrivare al Masters di Londra. Nella Race, infatti, Youzhny raggiunge 2955 punti (2805+150): in questo momento Roddick è ottavo a 3305.

Il 22enne kazako (di passaporto, è nato a Volgograd) dimostra subito di volersela giocare fino in fondo. Più solido e regolare da fondo, a fine partita avrà messo a referto due vincenti in meno (14 a 16), ma molti meno errori gratuiti, purtroppo non conteggiati dalle statistiche: ma, elemento ancora pià importante, ha costretto Youzhny a sbagliare davvero troppo.

Nonostante Youzhny abbia modo di giocare molto dalla parte del rovescio, non riesce mai a trovare gli angoli giusti, prova a giocare di taglio, di tenere bassa la palla, ma addormentare il gioco non sembra la soluzione migliore: e alla fine del primo set non a caso registra solo 3 winner a 7. Il servizio fatica a ingranare (due prime su cinque nel primo game), il dritto lo tradisce perché sembra che la palla impatti il piatto corde un po' troppo in basso. Conclusione: due dritti a rete e break Kukushkin nel quinto gioco.

Il kazako ha il pregio della semplicità: non regala svolazzi, ricami, soluzioni ad alto tasso tecnico o spettacolare. Ha uno schema chiaro, fatto di colpi profondi e solidità, di angoli da variare con geometrica precisione, e sa come metterlo in pratica. E le sfuriate di Youzhny aumentano, con il russo che si volta spesso verso l'angolo, verso coach Sobkin, più rabbuiato di lui. E' ancora un regalo, un rovescio tagliato in cross decisamente troppo stretto, a regalare a Kukushkin il primo set.

Nel secondo le cose paiono avviate a cambiare. Il servizio di Kukushkin è un po' meno penetrante, ma il kazako è bravo a tirarsi fuori dal primo game, durato 11 minuti e 16 punti, in cui ha annullato una palla break aggrappandosi al servizio e vinto un paio di significativi (a livello soprattutto mentale e simbolico) bracci di ferro da fondo. Youzhny inizia qui un personale duello con l'Hawk-Eye, che chiama in molti casi sapendo di avere torto, e ottenendone solo una conferma delle proprie frustrazioni.

C'è un solo momento in cui la luce per un attimo allontana le ombre della sua partita: quando nel terzo gioco scarica tutta la sua rabbia in una sorta di smash di rovescio che sigilla un break a zero in suo favore nel terzo game. Un momento che regala l'unico sorriso del match di Sobkin, ma che dura lo spazio di un battito di ciglia. Youzhny deve chiedere il trainer, si fa massaggiare nella zona lombare, e viene immediatamente controbrekkato. Si ritrova 0-40, risale grazie anche a uno splendido rovescio lungolinea a tutto braccio, allunga ai vantaggi ma non riesce a rimettere in campo una risposta incrociata stretta del kazako.

Il punteggio segue i servizi fino al 5-5, quando Youzhny torna a far pesare il maggiore tasso tecnico dal lato sinistro e manda l'avversario fuori giri col rovescio lungolinea: un errore che manda il russo a servire per il set. Ma evidentemente la conservazione del vantaggio non è la sua qualità migliore. Kukushkin vince il punto della partita (uno scambio con due recuperi a rete, grandi difese, volée in equilibrio precario e scambi muscolari da fondo) e va 15-30; Youzhny, anche per colpa di un nastro, deve annullare la prima palla break, ci riesce ma cede subito dopo con l'ennesimo errore di dritto.

Il tiebreak, benché illuminato da un rovescio incrociato a 140 kmh di Youzhny, è un monologo kazako. Kukushkin chiude 7 punti a due e diventa il quinto giocatore dopo Isner, Gulbis, Troicki e il connazionale (di passaporto, sempre) Golubev a vincere il suo primo titolo in carriera nel 2010.

Doppio: impresa azzurra - Sono Starace e Bracciali "gli uomini di Pietroburgo". La coppia azzurra gioca una gran partita contro "la coppia della Pace", l'Indo-Pak Express, ovvero l'indiano Bopanna e il pakistano Qureshi. Il duo italiano si impone con un doppio tiebreak: per Bracciali, finalista qui l'anno scorso, è il secondo titolo in carriera in doppio, il quarto per Starace che non vinceva da Mosca 2008 nella specialità.

Già dal primo set si percepisce l'autorevolezza della coppia italiana, che si procura quattro palle break (tutte salvate) senza concederne nessuna fino al tiebreak. E nel "jeu decisif" continua a servire bene, a rispondere un po' meno bene: ma tanto basta perché il doppio fallo di Qureshi porta al punto del 7-6 e alla successiva chiusura azzurra.

Nel secondo set Bopanna e Qureshi vincono i primi diciotto punti di fila quando mettono in campo la prima (il primo lo cedono nel dodicesimo gioco), ma non riescono ad aprirsi spazi di manovra nei giochi di servizio di Bracciali e Starace, che fa quel che può rispondendo da sinistra ai servizi slice a uscire. Si arriva così all'inevitabile tiebreak, che si apre con un immediato punto di minibreak per gli azzurri. Vantaggio che dura poco, però, nonostante le proteste per una risposta di Qureshi che credono lunga e viene data buona: 2-2. Nella parte centrale sale in cattedra Starace, che porta al 3-3 con un perfetto approccio basso incrociato di rovescio, per il 5-5. Qureshi non trova la volée alta, che si ferma a rete, e dà agli azzurri il primo match point. Sufficiente perché il successivo servizio vincente è il punto esclamativo sul titolo.

Alessandro Mastroluca

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