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02/11/2010 15:03 CEST - FED CUP

"Barazza" in imbarazzo?

TENNIS - Se nella finale californiana contro gli USA (6-7 novembre) si dovesse arrivare sul 2 pari e al doppio di spareggio, e contro una fortissima doppista come l’ex sudafricana Liezel Huber (accanto a chi?), Corrado Barazzutti dovrebbe puntare sulla solita Schiavone e la Vinci imbattuta in Fed Cup, oppure sulla n.2 del mondo Flavia Pennetta, fresca vincitrice del Masters e 7 tornei nel 2010? Voi chi scegliereste? Ubaldo Scanagatta

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Quante doppiste di valore ha l’Italtennis! Il verdetto del Masters, con il trionfo di Flavia Pennetta (e dell’argentina Gisela Dulko) che è poi il settimo successo dell’anno per la coppia italo-argentina, sottolinea ancora una volta questa piacevole situazione del nostro “pianeta donna” dopo che Flavia era già riuscita in passato _ in coppia con l’ormai ex Dementieva nel 2005 (battute da Raymond-Stosur 6-2,5-7,6-3)_ a conquistare la finale di uno Slam.

Un risultato a suo tempo avvicinato anche da Roberta Vinci semifinalista accanto a Sandrine Testud quattro anni prima. Anche se Mara Santangelo resta (con l’australiana Alicia Molik a Parigi nel 2007) la sola tennista italiana _ con Raffaella Reggi nel misto con Emilio Sanchez all’US Open 1986 _ ad essersi aggiudicata uno Slam di doppio, non c’è dubbio che l’imbattibilità di Roberta Vinci in Fed Cup (dopo 15 incontri) è un record di cui qualunque capitano non potrebbe non tener conto, così come del fatto che la maggior parte degli incontri più importanti (perché decisivi) Roberta li abbia vinti al fianco della tennista più esperta e dotata di maggior personalità oltre che di talento nel team azzurro: Francesca Schiavone.

Se a queste tre doppiste di sicuro livello internazionale _ e qui non voglio arrivare però a sostenere che si tratti di tre campionissime, perché anche in campo femminile al doppio non viene data più quell’importanza che gli si dava quando a giocarlo erano tutte le prime del mondo, nessuna esclusa _ si aggiunge che ha dimostrato di sapersi far valere anche come doppista pure Sara Errani, n.32 delle classifiche Wta (subito dietro a Tathiana Garbin n.31) e davanti alla stessa Vinci n.39 nonché alla Schiavone n.43, non c’è dubbio che in doppio l’Italia sarebbe certamente abbastanza competitiva con quattro o cinque formazioni abbastanza intercambiabili.

Tutti gli allenatori giurano sempre, quando si parla dell’organico delle loro squadre e si fa loro presente varie formazioni alternative, che l’abbondanza di titolari non è mai un problema.

Meglio poter scegliere, in effetti, che essere costretti a scelte obbligate, si direbbe con una giusta dose di buon senso.

Gli allenatori difficilmente diranno ammettendolo pubblicamente che a volte, per la gestione del cosiddetto spogliatoio, non aver l’imbarazzo e il fastidio di lasciare in panchina qualcuno che aspira a giocare titolare, è un gran bel sollievo. Per loro stessi nei confronti dell’opinione pubblica e per i loro rapporti con gli stessi giocatori.

Perché quando si sceglie si può anche sbagliare. E a nessun capitano piace essere giudicato per le proprie scelte. Né prima, né soprattutto dopo nel caso che ad una scelta abbia fatto seguito per l’appunto anche una sconfitta che, col senno del poi, autorizza i critici a sottolineare la…scelta suicida.

Va premesso che l’Italia detentrice del titolo di Fed Cup giocherà a San Diego contro una formazione USA ancora una volta priva delle sorellone Williams, e affronterà quindi da favorita (nonostante si tratti di un match in trasferta e sul cemento) tutti e quattro i singolari per via della maggior esperienza e della miglior classifica.

In teoria, insomma, non ci dovrebbe essere bisogno di arrivare ad un doppio decisivo.

Se ci si arrivasse vorrebbe dire che l’Italia avrebbe perso due singolari contro pronostico. E che quindi il morale delle nostre potrebbe essere anche un po’ turbato, se non proprio scosso.

Ma in quel caso Barazzutti chi dovrebbe mettere in campo, a parità di freschezza atletica e di testa sgombra da traumi derivanti da una, due inattese sconfitte?

Dovrebbe optare per il duo cui si è affidato ultimamente, Schiavone-Vinci, oppure per le due “gemelle diverse” , le più titolate ed esperte top-ten (o ex top-ten) Schiavone e Pennetta, oppure ancora per il duo tutto pugliese Pennetta-Vinci il cui affiatamento risale a prima del ’99 quando vinsero fianco a fianco il titolo junior al Roland Garros?

Per i diversi motivi già enunciati poche righe più su, credo proprio che Corrado Barazzutti non vorrebbe trovarsi nell’imbarazzo (Barazzutti imbarazzato sembra quasi uno scioglilingua, come quando lo ribattezzarono “sbarazzatutti”…) di dover scegliere.

Più per gioco che per altro chiedo ai lettori di Ubitennis (che non rischiano il licenziamento in caso di scelta sbagliata): voi quale coppia scegliereste sull’eventuale 2 a 2?

Ubaldo Scanagatta

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker