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HOMEPAGE > > Cosa ci aspetta dopo di loro?

10/11/2010 11:17 CEST var sharing_translator_language = "ita";

L’Italia in rosa sta ancora festeggiando la bella vittoria in Fed Cup. Possiamo discutere quanto vogliamo riguardo all’assenza delle sorelle Williams a Reggio Calabria e San Diego, ricordare il famoso ritiro di Justine Henin nel doppio decisivo della finale di Charleroi, o sottolineare quanto siano spesso state scarse le squadre messe in campo da Russia o Stati Uniti, ma nondimeno a un tale successo ripetuto nel tempo non può che corrispondere un movimento di qualità assoluta. Bella scoperta, direte voi: da anni, ancor prima delle vittorie di squadra, incensiamo le nostre ragazze, brave a fare i quarti negli Slam, ad arrivare a ridosso delle prime 10, a vincere tornei (di fascia minore, ma sul circuito principale), ad andare all’estero ad allenarsi, a scegliere gli appuntamenti in base al prestigio e non (solo) alla superficie, a prendere decisioni coraggiose. Appaiono talmente mature e professioniste rispetto ai colleghi maschi da risultare, per analogia e contrasto, persino migliori del loro effettivo valore. Negli ultimi due anni, poi, l’apoteosi: Flavia che entra nella Top-10 e vince a Los Angeles, Francesca che la insegue a Mosca e poi supera portandosi a casa addirittura il Roland Garros - determinando una delle più grandi sorprese della storia - diventa n°6, si qualifica per il Masters di fine stagione… che la Pennetta, tanto per non restare indietro, addirittura vince in doppio. Roberta Vinci, n° 38 del ranking e trionfatrice al torneo del Lussemburgo, e Sara Errani, n° 43, tra gli uomini sarebbero nettamente in testa alla classifica nazionale, eppure passano da noi quasi inosservate, almeno al di fuori del piccolo mondo degli addetti ai lavori. Romina Oprandi, zitta zitta, quest’anno ha scalato 149 posizioni ed è ora al n°66 del ranking, e con Tathiana Garbin e Alberta Brianti fanno 7 italiane nelle Top-100, prime nella classifica ufficiale per nazioni.

Flavia e Francesca non sono eterne

Camila, adesso c'è lo sponsor

Più indietro, la giocatrice di maggior talento è indubbiamente Camila Giorgi, italoargentina che dopo aver vissuto tre anni in Spagna e cinque a Parigi si è nuovamente trasferita, stavolta a Miami. Non è ancora tra le top 200 ma è una bomba pronta a esplodere. Almeno la pensa così il vulcanico papà Sergio, suo coach (nonché manager). “Se Camila avesse avuto una programmazione normale negli ultimi due anni, sarebbe già tra le prime 50”. In effetti attorno a lei c’è sempre stato un alone di mistero. Gioca una media di 20 partite l’anno, e in molti si domandano perché. “Era un problema di sponsor” racconta papà Sergio in un’intervista rilasciata al sito ufficiale della figlia “Alcuni sponsor chiedevano cose assurde, e io non volevo che diventasse prostituta degli sponsor. Piuttosto preferivo farla smettere. Alcuni sponsor offrivano dei rinnovi troppo bassi e io non potevo accettare, perché ho troppa fiducia in lei. Allora ho venduto la macchina mia e di mia moglie, ed anche la casa. Tutto questo per non firmare contratti sbagliati”. Il peggio è passato, e grazie a un nuovo sponsor americano è partita l’ennesima carriera di Camila, vincitrice al recente torneo ITF di Rock Hill. Il 2010 prevede ancora alcuni tornei, poi ci sarà la preparazione invernale con un guru della preparazione atletica come Pat Etcheberry e (forse) la trasferta in Australia. “Dipenderà dalla classifica” dice papà Sergio, allenatore in prima persona perché “Tutti i coach che abbiamo sentito le proponevano di arretrare di un metro. Camila, invece, deve essere aggressiva”. Nella speranza che abbia ragione, e che tra qualche anno lo si possa ricordare come il Richard Williams italiano, noi ricordiamo il grande match che una Giorgi ancora cucciola giocò al Foro Italico contro Jill Craybas. Perse in volata, ma che spettacolo! Da allora, sono tanti gli appassionati che non hanno mai smesso di seguirla. “In effetti sono sorpreso dall’interesse intorno a Camila. Speriamo di poter venire a giocare in Italia nel 2011, uno dei nostri obiettivi è ottenere una wild card per gli Internazionali d’Italia. Tabellone principale, ovviamente”. Attualmente numero 244 WTA, ha diversi punti in scadenza. Non bisognerà dunque farsi prendere dal panico se scenderà ancora. Dall’anno prossimo è legittimo aspettarsi cose importanti.

Martina e le altre

Chi invece ha avuto una stagione particolarmente felice è Martina Caregaro. La 18enne valdostana ha disputato un’ottima stagione nei tornei ITF, guadagnando oltre 400 posizioni e togliendosi la soddisfazione di qualificarsi per un torneo WTA a Palermo. Allenata da una garanzia come Francesco Elia, ex coach di Silvia Farina, ha vinto due tornei a Pomezia e Ciampino e raccolto vittorie ed esperienza. Impegnata nel circuito professionistico sin dall’età di 15 anni, si è anche tolta la soddisfazione di vincere la Summer Cup (una specie di europeo Under 18) insieme a Nastassja Burnett e Valentine Confalonieri, altri due elementi dal sicuro avvenire e con una discreta classifica WTA (412 la Confalonieri, 732 la Burnett – ma è già stata tra le top 400), senza dimenticare le sorelle Mayr, emblema di una scuola altoatesina che non smette di sfornare talenti. Insomma, i nomi su cui puntare sono questi e sono un buon numero. Starà a loro, senza fretta e inutili pressioni, mostrarsi all’altezza di Pennetta e Schiavone, due campionesse che hanno segnato un’epoca nel nostro tennis.

Roberto Paterlini

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker