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12/11/2010 20:24 CEST - BILANCIO AZZURRI

Poche gioie molti dolori nel 2010

TENNIS - Per il quarto anno consecutivo l'Italia al maschile non conquista titoli ATP. Buona l'annata di Starace (finalista ad Umago), molto altalenante Fognini, il migliore nelle prove dello Slam. Rimandato Seppi, bocciato Bolelli. Se si considera che ben ventuno Paesi hanno un giocatore davanti al nostro numero uno, c'è poco da stare allegri. Progressi per i giovani Trevisan e Fabbiano, ma sono ancora piuttosto indietro. Alessio Morra

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Fine stagione, tempo di bilanci per i tennisti italiani. La notizia, ahinoi, è che anche il 2010 non è statto un anno positivo. Per il quarto anno consecutivo siamo rimasti resta senza titoli ATP. Se consideriamo che in stagione hanno vinto tornei l’Ucraina, il Kazahkistan (che ha fatto campagna acquisti) ed il Brasile, e se consideriamo che ben ventuno Paesi hanno un tennista meglio piazzato del nostro numero uno, c’è poco da stare allegri. Tra i nostri è promosso Potito Starace. Il campano è appena rientrato tra i primi 50. Se consideriamo che la scorsa estate era fuori dai top 100, si può essere soddisfatti. Peccato per la campagna sudamericana d’inizio stagione che ha portato solo sconfitte. Ma proprio valutando il negativo avvio di stagione si può promuovere Starace, che tra Sydney e Casablanca ha vinto solo tre partite (due nei challenger ed una in Coppa Davis). La finale, la terza in carriera, raggiunta ad Umago è il miglior risultato: perdere da Ferrero ci sta. Sulla terra sono arrivate anche le semifinali di Casablanca (sconfitto da Wawrinka) e di Nizza, dove ha perso da Gasquet. Potito, approdato ai quarti anche ad Amburgo e Bucarest, è riuscito ad esprimersi bene anche fuori dalla terra battuta, come ha dimostrato, giusto una settimana fa, a Valencia, dove ha perso in quarti con Ferrer, poi vincitore del torneo ed a Sydney, dove arrivò in quarti, battuto da Gasquet. Inoltre, in coppia con Bracciali, ha vinto il quarto torneo di doppio della sua carriera a San Pietroburgo.

Andreas e Fabio
Tutto sommato buona anche la stagione di Fabio Fognini, che ha offerto, però, prestazioni troppo alterne. Ha giocato bene nei tornei che contano, non è da tutti. A Wimbledon ha fatto fuori Verdasco, acchiappando il terzo turno. Al Roland Garros ha sconfitto Monfils, al termine di un match epico, poi è stato sconfitto da Wawrinka, sempre al terzo turno. Il bilancio, tuttavia, parla di 16 vittorie e 26 sconfitte. Sicuramente ci sono stati problemi fisici per Fognini, ma sono troppe quindici sconfitte al primo turno. Per mantenere una buona classifica ha dovuto sudare nei tornei challenger, dove peraltro ha conquistato tre vittorie a Genova, Napoli 2 e Santiago. Andreas Seppi, rispetto al 2009, ha perso pochissime posizioni in classifica, ma non può essere promosso perché ha perso troppe partite con avversari ampiamente alla sua portata. L’Estate è stata positiva per l’altoatesino. Come al solito il miglior torneo è stato quello di Amburgo, dove ha raggiunto le semifinali, sconfitto da Melzer (che il giorno prima aveva sconfitto Starace). La semifinale di Umago, i quarti di Bastad (dove ha perso da Soderling) e la vittoria nel challenger di Kitzbuhel costituiscono il grosso della sua classifica. Troppe le sconfitte, nel corso della stagione, con gente che gli è inferiore da Kamke a Marchenko passando per Tomic, Haider Maurer, Ungur e Granollers.

Intorno al numero 100
Dietro la lavagna Simone Bolelli. Del bolognese se ne è parlato tantissimo, soprattutto per motivi extratennistici. Rispetto al 2009 il ranking varia poco perché ha perso “solo” una ventina di posti, ma se pensiamo al giocatore che due anni fa era prossimo all’ingresso nei primi 30 non si può essere né felici né teneri. L’avvio di stagione disastroso. Poi qualche segnale di risveglio c’è stato. A Barcellona si è qualificato, ha battuto Robredo prima di ritirarsi con Ferrer. A Parigi si è qualificato, ma ha poi subito perso da Andujar, avversario non irresistibile. Anche ad Amburgo ed Umago si è qualificato, in quei tornei ha perso da Bellucci e Chela, due con cui si può (volendo) anche perdere sul rosso. La risalita passa dai challenger tra primavera ed Estate sono arrivati il successo a Torino e la finale a Biella, ma nelle ultime settimane Simone ha perso da Bozoljac, Gensse e Bemelmans! Filippo Volandri è rientrato nei primi 100, ma ha bazzicato poco il circuito maggiore. Bravo il livornese a ventinove anni a non demordere, considerato che ad inizio anno era numero 215. I migliori risultati li ha ottenuti nei challenger con due vittorie e due finali. Ha giocato sei tornei ATP. A Roma ha dato il meglio, perdendo negli ottavi da Gulbis in un match molto combattuto. Nel 2011 Filo arriverà alla fatidica soglia dei trent’anni (come Federer) chissà se proseguirà a lottare sui campi di tutto il mondo, challenger inclusi, o si dedicherà al commento, come sta facendo questa settimana su SKY per Parigi Bercy.

Giovani e rincalzi
Un anno fa Paolo Lorenzi entrava per la prima volta nei primi cento al mondo. In questa stagione, giustamente, ha provato a giocare, avendo la classifica, molti tornei ATP. I risultati, però, purtroppo, non sono stati formidabili. Il bilancio è magro tre vittorie e quattordici sconfitte. Lorenzi ha vinto con gli spagnoli Montanes (a Roma) e Riba (al Queen’s) ed un match in Davis, in Olanda. Alcune sconfitte erano senza dubbio evitabili, come quelle subite da Mello e Daniel in Sud America, ma Lorenzi si è tolto lo sfizio di giocare gli Australian Open, il Roland Garros e Wimbledon. Più indietro si sono fatti notare due ex grandi promesse: Matteo Trevisan e Thomas Fabbiano. Tre anni fa facevano sfracelli nel circuito junior, poi hanno avuto un difficile passaggio tra i professionisti. Il toscano, secondo molti l’unico ventenne italiano ad avere le carte in regola per sfondare, è entrato tra i primi 300 grazie alla finale a Caltanissetta, ma poi non ha compiuto significativi passi in avanti. Sta dedicando gli ultimi scampoli di 2010 alla Serie A1, dove è tesserato per il Circolo Tennis Rovereto. Tanta Serie A anche per Thomas Fabbiano, ottimo a livello Futures e capace di qualificarsi al torneo ATP di Metz. La classifica lo vede appena fuori dai primi 300. Ultimamente si è rivisto Gianluca Naso, il cui talento non si discute ma che ha avuto tanta sfortuna, mentre i veterani (Di Mauro, Crugnola, Vagnozzi, Cipolla e Galvani) hanno vissuto la loro onesta stagione nel circuito minore. Difficile aspettarsi di più.

Alessio Morra

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker