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23/11/2010 12:07 CEST - Il caso

Wimbledon, un fastidio... Mondiale

TENNIS - Il 2 dicembre la Fifa sceglierà il Paese che organizzerà i Mondiali di calcio del 2018 e ha messo in guardia l'Inghilterra: la concomitanza con i Championships può pesare negativamente sulla candidatura britannica perché distrarrebbe il pubblico dall'evento calcistico. Prima erano gli altri sport a temere la concorrenza dell'onnipresente pallone, ora accade il contrario: che sia un bene? Alberto Giorni

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Il mondo alla rovescia. Una volta erano gli sport impropriamente definiti "minori" a lamentarsi (in maniera giustificata) della voracità del calcio che li riduceva a comparse; ora invece, a distanza di pochi giorni, due episodi segnalano una piccola riscossa del tennis nei confronti del dio pallone. Due settimane fa la partita del campionato svizzero Lucerna-Basilea è stata anticipata all’ora di pranzo per esigenze televisive: si voleva evitare la concomitanza con la finale dell’Atp di Basilea tra Federer e Djokovic, programmata alle ore 15. E i tifosi delle due squadre hanno dato vita a un’originale protesta, inondando il campo di palline da tennis e costringendo l’arbitro a sospendere la gara per alcuni minuti. Si potrebbe pensare a un caso eccezionale: il campionato elvetico non ha grande rilevanza in Europa e l’episodio sarebbe passato sotto silenzio senza un video su Youtube a testimoniarlo.

Ma poco dopo è arrivata una conferma a un livello più alto. Il 2 dicembre, a Zurigo, la Fifa sceglierà il Paese che organizzerà i Mondiali di calcio del 2018: sono in lizza Inghilterra, Russia, Spagna-Portogallo e Belgio-Olanda. La commissione tecnica della federazione mondiale ha reso nota la valutazione delle candidature, sottolineando pregi e difetti di stadi, trasporti, esperienza nell’ospitare grandi eventi e così via. Un punto a sfavore della proposta inglese è dato dalla concomitanza con Wimbledon: "Uno dei requisiti imposti dalla Fifa è che le città ospitanti i Mondiali non siano sede di altri importanti eventi sportivi. Il fatto che il torneo di Wimbledon abbia luogo a Londra tra fine giugno e inizio luglio potrebbe costituire motivo di distrazione del pubblico dall’evento calcistico". Insomma, fosse per Blatter, i Doherty Gates potrebbero tranquillamente rimanere chiusi per un anno ma fortunatamente, almeno lì, non è lui a possedere le chiavi.

La situazione è paradossale. Casomai dovrebbero essere gli organizzatori dei Championships a essere infastiditi dalla presenza degli ingombranti Mondiali nei giorni del torneo. In realtà la scorsa estate la rassegna iridata sudafricana non ha tolto il sonno ai responsabili di Wimbledon. A parte lo snobistico cartello "World Cup free zone" e la mancata trasmissione delle partite di calcio sui maxischermi, l’All England Club sa di mettere in scena il più importante torneo tennistico del mondo e non teme la concorrenza. Invece i vertici del calcio, non contenti di rappresentare la disciplina più popolare, vorrebbero anche eliminare i residui "dissidenti" (la stessa questione è stata posta all’Australia, candidata per il 2022: la concomitanza con il campionato di rugby, molto seguito down under, non aiuterebbe). L’obiettivo è quello di instaurare una dittatura che, di fatto, già esiste.

Il calcio, in Europa, occupa il maggior numero di pagine sportive dei giornali (a parte forse L’Equipe) e di spazi televisivi: per una contrattura di Ibrahimovic, Messi o Drogba si sprecano fiumi d’inchiostro, mentre si fa fatica a trovare trenta righe per celebrare un record mondiale nell’atletica leggera o un’impresa nel nuoto. Spesso, sono gli altri sport a doversi adeguare agli orari calcistici: al Masters, la programmazione di Federer-Murray come match pomeridiano non è forse legata al fatto che in serata si gioca la Champions League?

I Mondiali sono considerati così sacri che alle Olimpiadi le nazionali di calcio non possono schierare le squadre migliori, ma devono ripiegare su selezioni di under 23 con al massimo tre fuoriquota. Se la paura della Fifa è dettata da una maggiore considerazione nei confronti del tennis, ben venga, ma considerare Wimbledon un fastidio è inaccettabile. L’Inghilterra ha già ospitato gli Europei nel 1996 (e i Mondiali trent’anni prima) senza che si ponesse un problema di questo tipo. E comunque il calcio, anacronisticamente arroccato sulle proprie posizioni, in molti aspetti dovrebbe prendere esempio proprio dal tennis: in particolare sull’introduzione della moviola in campo, per evitare le figuracce viste in Sudafrica.

Chissà fra i tennisti quanti sarebbero favorevoli ai Mondiali in Inghilterra. Uno c’è sicuramente: David Nalbandian. Nel 2018 avrà 36 anni e probabilmente avrà già appeso la racchetta al chiodo, altrimenti gli organizzatori di Wimbledon potrebbero preoccuparsi del fatto che la Coppa del Mondo per lui possa essere "motivo di distrazione". Nel 2006, al terzo turno, Nalbandian accelerò la propria sconfitta contro Verdasco per non perdersi in tv il quarto di finale della sua Argentina contro la Germania. Se la Selección giocasse a Londra, c’è da scommettere che prenderebbe il primo taxi per fare il tifo direttamente dalla tribuna...

 

P.S. Domanda per i lettori di Ubitennis. Nel caso (impossibile) che la finale dei Mondiali di calcio e la finale di Wimbledon si giocassero lo stesso giorno e alla stessa ora, e possiate vederne solo una, quale guardereste?

Alberto Giorni

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