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02/12/2010 11:39 CEST - Davis cup

Zimonjic “maestro” del doppio

TENNIS - E' l'unico tra i convocati per la finale di Belgrado a non avere classifica in singolare. Ma porta con sé un'esperienza da doppista da far rabbrividire. In un'intervista all'agenzia Reuters, il simpatico Nenad si racconta e spiega il perché scelse nel 2004 di dedicarsi esclusivamente al doppio. Guarda caso, dopo una clamorosa vittoria con Agassi in singolare. Stefano Tarantino

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Insieme a Novak Djokovic è l'altro punto fermo dello squadrone serbo per la finale del prossimo fine settimana. Stiamo parlando del trentaquattrenne Nenad Zimonjic, doppista per eccellenza e recente vincitore in coppia con il canadese (ma di origini serbe) Daniel Nestor al Masters di Londra. In Davis vanta la bellezza di 30 presenze in doppio con un record di 23 vittorie e sette sconfitte (di cui solo due con il fido Tipsarevic, con cui ha il record migliore). Insomma per capitan Obradovic più di una sicurezza. Ma come nasce Zimonjic doppista? Quando ha deciso di focalizzare la sua attenzione su questa specialità?

E' stato lo stesso giocatore serbo in un'intervista alla Reuters a raccontare la svolta (che allora appariva insensata) della sua carriera. "Sino al 2004 ho cercato di progredire in singolare. Ma ad un tratto ho realizzato che per me era meglio focalizzarmi sul doppio" racconta Nenad. "Non avevo uno sponsor, non riuscivo a trovare un allenatore che potesse seguirmi nei tornei all'estero", prosegue, "non riuscivo a programmare più di sei/sette mesi sul singolare e tutti i soldi che guadagnavo in doppio li reinvestivo su di me per poter giocare in singolare nel circuito". Proprio quell'anno infatti, dopo una clamorosa vittoria contro Agassi al torneo di St. Polten in due sets, Zimonjic decise di puntare tutte le proprie energie sul doppio.

Eppure, anche se non è mai riuscito ad andare oltre la posizione nr. 177 della classifica ATP, il serbo qualche risultato di prestigio nel singolare lo aveva ottenuto. Tre vittorie ed una finale in tornei challenger, un terzo turno a Wimbledon battuto da Kuerten, e qualche altra buona prestazione con ottimi giocatori (una bella vittoria con Karlovic e due più che onorevoli sconfitte al terzo con Haas e Monfils). Ma quella scelta, coraggiosa in quel momento, ha dato l'opportunità a Zimonjic di diventare uno dei migliori giocatori di doppio al mondo. Trentanove titoli conquistati, altre venticinque finali raggiunte, due Masters vinti (sempre con Nestor), numero uno della specialità a novembre 2008 (anno per lui fantastico, visto che a dicembre divenne papà di due gemelli, Leon e Luna), vincitore a Wimbledon nel 2005 nel doppio misto (con la Srebotnik), sempre a Wimbledon nel 2008 e quest'anno al Roland Garros in doppio (sempre con il fido Nestor).

Ma adesso, tutti questi risultati vengono messi da parte, c'è la finale di Davis, sentitissima da Nenad così come dai suoi compagni. "E' tutta un'altra cosa, è la più grossa opportunità che la Serbia ha come nazione in Davis. Vado oltre, è la finale più importante nella storia del nostro tennis. Significa tutto per noi giocatori, per la nostra federazione (il cui presidente è il mitico Slobodan Zivojinovic), per la nostra gente. Forse prima non tutti sapevano cos'era la Davis. Ora sono convinto che tutti sanno cos'è il campionato del mondo a squadre nel tennis."

Zimonjic, che nel 2011 cambierà compagno nel circuito dopo l'interruzione consensuale del sodalizio con Nestor (ed il suo nuovo partner sarà proprio Michael Llodra, suo probabile avversario nel doppio di sabato), passa poi al racconto dei suoi primi passi nel mondo del tennis, dei suoi primi allenamenti nella Serbia sconvolta dalla guerra. "Mi allenavo su un campo ricavato da una piscina prosciugata (lo stesso utilizzato dalla futura numero uno del circuito femminile Ana Ivanovic, n.d.r.), a quel tempo era un buon posto per allenarsi. Non avevamo campi indoor. Era un qualcosa di lusso in quel momento per ciò che ci potevamo permettere. Giocavo a tennis nel peggior momento per la mia nazione. Il peggior momento per noi atleti serbi. C'erano le sanzioni che derivavano dall'embargo, non potevamo partecipare alle competizioni juniores. Ho dovuto trasferirmi a Budapest, che è a sei ore di macchina da qui. Ogni volta avere un visto per viaggiare era un'impresa, era difficile diventare un tennista professionista".

Poi, parla dei suoi avversari nella finale di venerdì, i francesi. "Non possiamo paragonarci alla Francia, ha vinto nove volte la Davis. Hanno otto o nove giocatori da poter schierare in squadra. Ma anche noi siamo forti e siamo molto amici tra di noi, anche fuori dal campo. E siamo sempre pronti ad aiutarci, soprattutto in situazioni come quella che dovremmo affrontare nel prossimo fine settimana." Insomma, è tutto pronto a Belgrado, la Serbia vuole la sua prima Davis, il “professore” vuole salire in cattedra ed impartire la sua solita lezione. Cosa ne penseranno i francesi? Di sicuro non mancheranno (come si conviene a questa manifestazione) spettacolo ed emozioni.

Stefano Tarantino

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker