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04/12/2010 01:56 CEST - CURIOSITA'

Niente playoff
per tre aussies

TENNIS - Tre giovani giocatori australiani sono stati puniti per il loro comportamento poco sportivo durante le partite,  e non potranno partecipare ai play-off per le wild card dell’Australian Open. Il capo tecnico della federazione australiana, Tood Woodbridge, ha giustificato tali provvedimenti affermando che “L’opportunità di participare ai play-off dell’Australian Open è un privilegio, non un diritto.” Paolo Giua

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Se non sei uno sportivo corretto, difficilmente diventerai un grande tennista. La pensa così la Federazione australiana di tennis, che ha deciso di condannare per comportamento non etico tre giovanissimi giocatori, Brydan Klein (in foto), Nick Lindahl e Dayne Kelly, impedendo loro di participare ai play-off dell’Australian Open previsti dal 17 a 19 Dicembre. Per i ragazzi, questo significa non poter puntare alle wild card necessarie ad entrare direttamente nel tabellone principale del primo Slam della stagione. Cos'è successo? La Federazione ha processato gli atleti, speranze del tennis australiano - che fatica non poco a ritrovare i successi di un tempo -, a causa del loro comportamento poco dignitoso in campo, come ha spiegato il direttore tecnico delle federazione australiana, Tood Woodbridge (il più giovane dei mitici Woodies, coppia d'oro del doppio degli anni novanta), al quotidiano di Melbourne, l’Herald Sun: “Ci siamo mossi perché abbiamo avuto notizia di comportamenti inaccettabili nel corso di tornei locali e internazionali dei mesi scorsi. Noi vogliamo che tutti i nostri giocatori seguano il codice etico. L’opportunità di participare ai play-off dell’Australian Open è un privilegio, non un diritto. Questa decisione manderà un messaggio chiaro a tutti i giocatori australiani, facendo capire loro che rompendo questo codice perderanno l'appoggio della Federazione Australiana per le wild card. o per supporti economici”.
I tre giocatori dovranno quindi tentare di superare le qualificazioni dell’Australian Open. Impresa davvero quasi impossibile.

Per uno di loro questa non è la prima sanzione disciplinare della carriera: Brydan Klein, attuale numero 211 nel ranking mondiale (ottavo giocatore australiano in classifica), 20 anni il prossimo 31 dicembre, aveva già fatto parlare di sè per l'atteggiamento in campo non sempre “consono” all’etichetta: infatti era stato condannato ad una sospensione di sei mesi (poi ridotti a quattro) per un gesto razzista durante il torneo di Eastbourne, quando aveva insultato il sudafricano Raven Klaasen (299 Atp). Il giocatore, che dopo aver conquistato l’Australian Open Junior nel 2007 era riuscito a superare per la prima volta il primo turno dello Slam nella versione “adulta” nel 2009 battendo il tedesco Bjorn Phau, ha poi fatto ricorso all'aiuto di psicologi sportivi ma, come afferma anche il suo manager Mark Jones, "deve ancora migliorare molto sotto questo aspetto".
L'ottobre scorso Klein era anche stato separato dal suo allenatore, Milo Bradley, sempre a seguito di una decisione della Federazione. In quell'occasione Woodbridge si era già espresso duramente nei suoi confronti: “Lui (Klein) avrà bisogno di mostrare di aver raggiunto un adeguato livello di comportamento prima di essere considerato all'altezza della collaborazione che la Federazione può offrirgli".
Inoltre nell’ultimo incontro disputato nella finale del “New Zealand F1” (torneo della categoria Future), prima di perdere dal tedesco Sebastian Rieschick, aveva gettato più volte la racchetta per terra e aveva litigato con i fotografi a lato del campo; e, probabilmente, è stato proprio quest’ultimo episodio a indurre Woodbridge e la commissione australiana a prendere provvedimenti nei suoi confronti.

Adesso bisogna vedere se il severo atteggiamento di Tennis Australia sarà imitato dalle altre federazioni nazionali. Il ricorso a punizioni a danno dei giocatori che non riescono ad avere un comportamento dignitoso dentro e fuori dal campo (vedi anche il caso Koellerer) può sembrare la via corretta in un mondo (quello tennistico) dove i campioni spesso si segnalano per sportività e generosità, come accadrà con le due esibizioni di beneficenza di questo mese che vedranno in campo i primi due giocatori del ranking.
 

Paolo Giua

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker