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01/04/2011 19:24 CEST - Sony Ericsson Open

E' di nuovo Nadal contro Federer!

TENNIS - Ecco la semifinale che tutti volevano: superando in tre set molto tirati Tomas Berdych, Rafael Nadal raggiunge Roger Federer per dar vita al capitolo n.23 della rivalità per antonomasia del tennis moderno. Nella semifinale femminile Azarenka vola in finale. Da Miami, Vanni Gibertini

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Tutti la volevano, ed eccola qua, “la sfida” per eccellenza, il ventitreesimo atto della battaglia dei Titani. Dopo un durissimo quarto di finale contro Tomas Berdych durato più di due ore ed un quarto e sempre in bilico fino ai cinque minuti finali, Rafael Nadal arriva all’appuntamento con il suo amico-nemico di sempre Roger Federer, per una notturna di semifinale che promette scintille.


Se però lo svizzero aveva impiegato la miseria di dieci minuti per concludere la sua fatica odierna a causa del ritiro del suo avversario Simon, Nadal invece ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie, sia per l’umidità della notte di Miami, sia per la coriacea resistenza di Berdych, che ha giocato alla pari con il n.1 del mondo fino al 3-3 del terzo set, quando un parziale di 12 punti a 1 ha fatto pendere l’ago della bilancia in favore dello spagnolo.


In uno stadio finalmente pieno di 14.000 appassionati Nadal inizia la partita giocando, per sua stessa ammissione, “come poche altre volte nella carriera”: la sua impostazione è abbastanza terraiola, con parabole alte e liftate, rispondendo tre metri dietro la linea del servizio e senza passare attraverso i colpi come solitamente ci ha abituato da qualche tempo a questa parte sulle superfici (più) rapide (della terra battuta). Il 4-0 accumulato all’inizio si dimostra un vantaggio incolmabile per Berdych, che però dal quinto gioco inizia ad essere più intraprendente e riesce a spostare il baricentro del suo gioco in avanti. In 40 minuti il set si chiude in favore dello spagnolo per 6-2, ma il bilancio dei punti vede Nadal in vantaggio solamente per 25 a 23, segno che il servizio del ceco inizia a farsi rispettare.


Nel secondo set gli scambi si allungano, Nadal comincia a sbagliare di più e Berdych, dopo aver salvato molto bene due delicate palle break nel gioco iniziale, riesce per la prima volta a strappare il servizio all’avversario nel secondo game e poi mantiene il vantaggio fino alla fine per chiudere il set. Nadal chiama il fisioterapista per un dolore tra il collo e la spalla destra: “ho sentito come un nervo che è stato pizzicato, causandomi un indolenzimento dell’arto – ha spiegato il n.1 del mondo – non mi era mai capitato prima, e siccome si tratta del braccio destro non ha influenzato più di tanto il mio gioco se non per il fatto che mi sono un po’ deconcentrato pensando al problema”.


All’inizio del terzo set la svolta del match: Nadal va 0-40, ma si salva con un servizio vincente e tre aces consecutivi: “Il servizio mi ha salvato la partita oggi – ha ammesso il manacoreno - in quel momento la dinamica del gioco era sicuramente non in mio favore, e salvare quel game è stato davvero importante. Probabilmente qualche anno fa avrei perso questo match perché non avevo il servizio che ho ora, ma oggi sono un giocatore molto più completo ed ho molte più risorse”. Sul 3-2 nel terzo parziale Nadal ha cercato di allungare gli scambi per procurare l’errore di Berdych, e la tattica ha dato i suoi frutti durante la già citata striscia finale, quando 7 degli ultimi 8 punti consecutivi di Nadal sono stati errori non forzati del ceco.


L’espressione di Nadal mentre risponde alle domande vale quanto e forse più delle parole nel suo inglese stentato ma che, come il suo gioco, continua a migliorare di torneo in torneo, di anno in anno. Nonostante le frasi di circostanza, si vede la luce che si accende nei suoi occhi quando definisce “speciale” ogni match che gioca con Roger, ricordando poi una ad una le sfide più memorabili della loro splendida rivalità. Noi attendiamo il capitolo numero ventitré, che andrà in scena venerdì sera.


A concludere la sessione serale, in uno stadio semivuoto, nella seconda semifinale del singolare femminile Viktoria Azarenka ha avuto agevolmente ragione di Vera Zvonareva per 6-0, 6-3 in 1 ora e 16 minuti in un match che ha condotto dall’inizio alla fine, aiutata dall’emorragia di errori gratuiti della sua avversaria (ben 34) e da una prestazione molto buona al servizio (nessuna palla break concessa).

 

Vanni Gibertini

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