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04/04/2011 13:33 CEST - Il caso

Il no di Schiavone: Barazzutti, e ora?

TENNIS - Inutile parlare di principi e regole. Di fatto si decide di volta in volta in base a considerazioni anche legittime, ma pur sempre discrezionali. Il resto è tutta....trippa per gatti. I casi Volandri, Bolelli, Fognini, Seppi e ora Schiavone vengono sempre trattati in modo diverso. di Ubaldo Scanagatta

Flavia Pennetta, in esclusiva con Ubaldo, commenta...

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E così Francesca Schiavone non andrà a Mosca a difendere il titolo di Fed Cup contro la squadra russa il 16 e il 17 aprile. Giusto consentirlo oppure no quando tale privilegio è stato negato ad altri azzurri in predicato d’essere convocati per la Coppa Davis?

Intanto vi ricordo che la notizia era nell’aria da quando il nostro Vanni Gibertini, intervistando Flavia Pennetta a Indian Wells si era sentito dire (e aveva fedelmente riportato su Ubitennis.com) senza tanti mezzi termini: “Il calendario è pessimo, ITF e Wta dovrebbero cercare di trovare un accordo per evitare che accadano programmazioni tipo quella di quest’anno: si comincia a giocare sulla terra rossa e nel weekend del 16-17 aprile si dovrebbe giocare indoor in Russia: ma si può? E’ meglio riportare la Fed Cup in una stessa sede, magari tutta concentrata in una settimana, magari quattro squadre, così giocherebbero anche le migliori…non ci sarebbe da sorprendersi se qualcuno non giocasse in Fed Cup”.

Flavia non parlava per sé _ comunque già vittima per due anni di fila del calendario “ignorante” della Wta che ha programmato il Master B di Bali in contemporanea alla finale di Fed Cup _ , ma evidentemente per Francesca che con la pesante cambiale del Roland Garros da difendere era angosciata dal dubbio: “Andare a Mosca o no? E se andassi magari per perdere contro una squadra sulla carta più forte? Concentrarsi sulla terra rossa o no?”

Flavia lo sapeva. Beh, ora sappiamo come è andata. La “Schiavo” lo ha chiesto a Barazzutti che non poteva dirle di no (è anche il suo…allenatore!). Il comunicato della FIT dice che Barazzutti “ha a malincuore accolto la richiesta”.

Certo da un lato non sarà stato contento _ le chances della sua squadra di vincere a Mosca calano mostruosamente _ ma dall’altro chi ci dice che non sia proprio lui a consigliarglielo? Non lo sapremo mai (o almeno per qualche anno). Vorrei aggiungere ora che in questi giorni _ mentre sto intervistando per il libro che sto scrivendo gli 80 tennisti azzurri che hanno giocato al Foro Italico _ mi vengono dette dai protagonisti di molti misteri tante verità che a suo tempo erano state nascoste o camuffate ai tempi di diversi incontri di Coppa Davis e degli Internazionali d’Italia.

Francesca si sta comportando esattamente come tanti professionisti, uomini e donne, che in passato hanno deciso di non giocare in Nazionale privilegiando i propri obiettivi individuali.

Qui si discuterà se ne ha diritto o meno. Io sono sempre stato per la libertà di scelta. L’ho detto e l’ho scritto mille volte. Ai tempi di Volandri, Bolelli, Seppi, Fognini etcetera. Così come liberi sono sempre stati lasciati i tennisti americani, tedeschi, francesi e di gran parte delle nazioni non abituate a subire regimi liberticidi.

Quel che dice lo statuto CONI _ che statuisce l’obbligo di rispondere alle convocazioni _ è in realtà… trippa per gatti. Nel senso che ognuno se la tira come e dove vuole. Una federazione ordina al proprio capitano _ che di solito subisce sennò perde il posto _ di convocare Bolelli e questo viene squalificato. Ma può ordinare anche a Barazzutti di non convocare la Schiavone e questa non può venire squalificata.

Insomma si va nel discrezionale. E allora certo si può ritenere legittimamente che la Schiavone abbia già dato tanto alla causa azzurra da meritare un’esenzione, così come si può ritenere legittimamente che Tizio o Caio invece non la meritasse.

Il punto è solo uno: non ci si deve nascondere dietro l’alibi di una regola per applicare una sanzione e sostenere che questa era inevitabile.

Nel caso di Volandri si ritenne a suo tempo che Volandri non fosse indispensabile per giocare in Sardegna sul cemento contro il Lussemburgo e fu esentato dalla convocazione. Nel caso di Bolelli a Montecatini per il match con la Lettonia di Gulbis si ritenne che “Bole” potesse essere fondamentale, soprattutto per il doppio, ma soprattutto non si voleva accettare quella che pareva una presa di posizione provocatoria del suo allenatore Pistolesi (e, come ho sempre scritto, probabilmente lo era). E allora in Federazione si disse: “Ti convochiamo lo stesso”. Provocando, a quel punto, tutto quel che ne conseguì.

Se Bolelli fosse o meno fondamentale per difendere le chances degli azzurri era, appunto, un assunto discrezionale. Forse sì, forse no.

Ma lì si voleva sottolineare un principio. La Nazionale non è un treno sul quale si sale e si scende quando se ne ha voglia, disse più o meno il presidente Binaghi.

Con Seppi ci si è comportati in modo diverso. Lo si è costretto a venire a Castellaneta, ma gli si è risparmiato la convocazione e quindi un’altra squalifica. Ma sul sito Fit si è lasciato impunemente dargli del buffone (e di tutto di più…ho conservato tutto) da parte di lettori anonimi. Se Ubitennis avesse lasciato dare del buffone da parte di un lettore anonimo a un qualsiasi dirigente federale come minimo gli sarebbe arrivata una querela per omesso controllo! Due pesi e due misure.

Poi il caso Fognini. Anche lui esentato da una trasferta di Davis in Olanda:

“Ho male al polso, non garantisco di non fermarmi nel corso dell’incontro” disse Fognini a Barazzutti che allora lo lasciò libero. Quella stessa settimana Fognini gioca tranquillamente il torneo atp di Belgrado, singolare e doppio. Il polso regge alla grande.

“Tre pesi e tre misure” scrivo su Ubitennis.com. “Tre pesi e tre misure” commenta curiosamente Bolelli il giorno dopo e la Gazzetta dello Sport sposa lo stesso titolo.

“Indossare la maglia azzurra è per me un grande onore ed una grande emozione _ dice la “Schiavo”_ ma contro la Russia non ci sarò per poter preparare al meglio la stagione sulla terra. Mi mancheranno le ragazze ed il team, perché non solo siamo forti ma anche molto legati. Naturalmente seguirò con molta partecipazione la sfida in tv. In bocca al lupo, ragazze!”.

Francesca ha dato tante dimostrazioni in passato di tenere molto alla maglia azzurra, su questo non ci sono dubbi. Ma per la verità anche Seppi le aveva sempre date. Solo che Andreas non vale la Schiavone in classifica mondiale fra i maschi, non ha portato all’Italia la gloria di uno Slam, e allora anche se in passato aveva spesso sacrificato la propria programmazione individuale …chi se lo ricorda?

Questo, a mio avviso, non è giusto. Un giocatore dà quello che può. Se non ha le qualità per vincere uno Slam non è colpa sua. Ma se un Bolelli _ a torto o a ragione (sia per scelta sua che perché influenzato da un allenatore dotato di maggior personalità rispetto alla sua) _ ritiene di dover saltare una convocazione nella convinzione di dover seguire una diversa programmazione nella speranza di entrare tra i primi 32 del mondo, deve avere il diritto e la libertà di scegliere (salvo che nell’anno in corso abbia accettato consistenti aiuti economici).

Idem Seppi, idem Fognini e chiunque altro. A meno che, ripeto, un giocatore abbia firmato un patto come fanno i giocatori americani che all’inizio dell’anno danno _ liberamente e probabilmente in cambio di un ingaggio _ la loro disponibilità al capitano di Davis (o di Fed Cup).

Le dichiarazioni di Barazzutti, che diramerà le convocazioni la prossima settimana, sono tutt’altro che sorprendenti: “Con grande dispiacere accettiamo e rispettiamo la scelta della Schiavone - spiega il capitano - Francesca è una giocatrice la cui dedizione alla maglia azzurra è sempre stata assoluta e incondizionata e alla quale l’Italia del tennis deve tantissimo. Stavolta ci ha chiesto di potersi concentrare sui prossimi tornei della stagione su terra rossa. Non c’è dubbio che in futuro Francesca tornerà a far parte della squadra di Fed Cup, con la quale ha vinto tanto e tanto vincerà ancora. L’Italia è comunque fortissima e a Mosca non partirà battuta neppure senza di lei”.

Già, ma se Flavia Pennetta adesso dicesse che a Mosca non ci va nemmeno lei? Potrebbe forse Corrado dare l’ok per Francesca (sua giocatrice) e non darlo per Flavia (allenata da Urpi)? No di certo. Tanto più che _ come sottolinea un diligente comunicato Fit _ Binaghi lo scorso anno a Castellaneta aveva dichiarato a Torromeo, inviato del Corriere dello Sport, che Schiavone e Pennetta erano assimilabili a Nesta e Totti che avevano rinunciato a vestire la maglia azzurra.

Meriterebbe però sentire ora che cosa ne pensa Flavia a proposito della trasferta in Russia. L’ora tarda della comunicazione relativa a Francesca non mi aveva permesso di rintracciarla...anche perchè lei era San Siro a seguire Milan-Inter  Anche lei ha punti da difendere sulla terra rossa, anche lei tiene a Roma e Parigi, e se andare in Russia al fianco della “Schiavo” sarebbe stata una mission “difficile ma non impossible”, senza Franci le chances sono ridotte al minimo. Perché lei dovrebbe sacrificarsi?

Il comunicato FIT spalanca le porte anche ad una sua rinuncia …incontrastabile, ricordando che il discorso di Binaghi era stato pronunciato prima che …“la Schiavone ha addirittura vinto il Roland Garros, la Pennetta è diventata numero uno del mondo del ranking di doppio conquistando i titoli al Masters di Doha e agli Australian Open, e le loro compagne Roberta Vinci e Sara Errani hanno dato un decisivo apporto al prestigio del tennis italiano sia vincendo la terza Fed Cup in cinque anni sia con i risultati ottenuti nei tornei individuali."

Ci vorrà un premio speciale per stimolare la Penna, la Vinci e la Errani ad andare a Mosca?

L’importante, a mio avviso, è che ci si renda finalmente conto che il tennis è uno sport individuale e che i giocatori (da Federer a Nadal, a Roddick, a tutti…) hanno diritto a vivere la loro vita professionale, sia che siano a fine carriera e abbiano dato tanto, sia che siano all’inizio e desiderino programmarsi nel modo che vogliono per centrare prima i propri obiettivi. Senza sbandierare tanti principi che ogni volta si rigirano come fazzoletti, a seconda delle circostanze, delle convenienze politiche, delle simpatie, della propaganda.

 

Ho rintracciato Flavia al telefono dopo Milan-Inter, partita vista insieme a papà Oronzo e amici

_3-0, divertita?

"Beh, sì, sono simpatizzante per il Milan..."

_Quando a Indian Wells parlasti con il nostro Gibertini, e gli dicesti che questo calendario era pessimo e che forse qualcuno avrebbe dato forfait, pensavi o sapevi già di Francesca, parlavi pensando a  te e a una possiblità di non giocare?

"No, parlavo in generale. Così non va. Di Francesca allora non sapevo, poi ne abbiamo parlato..."

_ Che ne pensi della sua scelta di non venire a Mosca?

"Penso che ognuno fa la scelta che ritiene più opportuna, lei ha dimostrato tante volte che ci tiene a giocare per l'Italia, ora deve pensare anche a se stessa. La Fed  Cup ha cambiato date.".

_Già, ma ora Mosca, dov'era già difficile pensare di poter vincere, è diventato quasi impossibile...

"Certo ora è più dura, ma anche quando m'ero fatta male io siamo sempre riuscite ad andare avanti. Io Sara e Roberta saremo a Mosca e ci proveremo ugualmente".

_ Ma tu non hai pensato neppure per un attimo...ma allora non vado neppure io? I tornei di Roma e Parigi sono importanti anche per te...e che pensi riguardo al fatto che un professionista debba avere il diritto di scegliere la programmazione che in ogni momento reputa la più ideale?_

"Sì, certo che sono importanti, ma non mi tiro indietro  (va spiegato che non lo dice assolutamente in tono di rimprovero o minimamente polemico nei confronti di Francesca, a scanso di equivoci), sono a posto fisicamente, domani (oggi per chi legge) vado a Barcellona ad allenarmi, poi andrò a Mosca, e poi i soliti tornei per arrivare _ spero bene - a Roma ...Quanto al fatto che un giocatore debba esser lasciato libero di decidere se giocare o meno per la Nazionale, visto che è un professionista e il tennis è uno sport individuale, sono d'accordo con te..."

 


 

 

Ubaldo Scanagatta

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