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20/04/2011 15:10 CEST - Tennis e sponsor

Tennis... a tutta birra?

TENNIS - Un curioso dettaglio sulla modalità di promozione della birra Corona, Premier Sponsor dell'ATP, durante l'ultimo Master 1000 di Montecarlo ha rinnovato alcuni punti di domanda sull'opportunità di legare l'immagine del tennis ad un prodotto per certi aspetti sicuramente controverso. Vanni Gibertini.

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Durante l’ultimo torneo di Montecarlo qualcuno degli appassionati più attenti ai dettagli avrà probabilmente notato un particolare abbastanza curioso che riguardava la cartellonistica degli sponsor sul campo.

In parecchi dei tornei disputatisi nel corso degli ultimi nove mesi, a partire dalla metà del 2010, ai bordi della rete è comparso il logo di uno dei Premier Sponsor dell’ ATP, ovvero la birra Corona. Ma mentre nella maggior parte dei casi si trattava semplicemente di un cartellone di plastica appeso alla rete riportante il marchio della birra in questione, a Montecarlo si è dovuta adottare una soluzione un po’ più sofisticata per far fronte ad un impedimento di carattere legale. In Francia, infatti, dove il torneo territorialmente di disputa (il Monte Carlo Country Club è, seppur di pochi metri, al di fuori dei confini del Principato di Monaco, nel territorio della località francese di Roqueburne-Cap Martin), la pubblicità degli alcolici tramite manifesti o per via televisiva è tassativamente vietata, ragion per cui si è dovuti ricorrere ad una tecnologia simile a quella che viene usata per le previsioni del tempo al fine di assicurare al munifico sponsor messicano almeno una parte dell’esposizione mediatica per cui sborsa così tanti quattrini. La tecnica del chroma key, infatti, consente di rimuovere il colore di un’immagine, rivelando al suo posto una seconda immagine. Nel nostro caso, invece della mappa dell’Europa con i sistemi nuvolosi e le direzioni dei venti, la regia televisiva sovrapponeva all’ovale blu il classico logo della birra Corona.

L’ “inganno” è facilmente verificabile in questo video della semifinale tra Melzer e Ferrer: dirante il primo scambio mostrato, fino al minuto 1’10, si nota come ai lati della rete sia presente il logo Corona, mentre a partire dal minuto 1’12, nel replay ripreso da una telecamera diversa posta più in basso, si vede come nell’ovale blu ai lati della rete sia raffigurato, in maniera volutamente sbiadita, il logo dell’ATP Tour.

La stessa tecnica era stata adottata lo scorso anno nel corso del Master 1000 di Parigi Bercy: anche in questo video, nel primo scambio fino al minuto 0’20 si vede il logo Corona a fianco della rete, mentre a partire dal minuto 0’21 la telecamera a livello del campo che mostra il replay rivela il logo BNP Paribas sugli ovali blu ove fino a qualche secondo prima campeggiava il marchio Corona.

All’atto della firma del contratto di sponsorizzazione tra l’ATP e l’azienda birraia messicana qualcuno aveva storto il naso pensando al potenziale messaggio inviato agli appassionati di tennis, soprattutto ai giovani, promuovendo l’uso di una bevanda alcolica che, se consumata in grandi quantità, provoca effetti molto negativi. Pochi però avevano probabilmente preso in considerazione il fatto che, in quanto bevanda alcolica, la promozione del main sponsor dell’ATP non sarebbe stata legale in alcuni dei territori toccati dal grande circo del tennis mondiale. Tra gli altri Paesi che hanno una legislazione simile a quella francese in termini di pubblicità di alcolici, solo la Svezia ospita un torneo del circuito ATP, lo Stockholm Open di Stoccolma, nel quale lo scorso anno si optò per una soluzione ibrida, ovvero la rappresentazione della “corona” che appare normalmente sulle bottiglie della marca in questione, senza però l’esplicita indicazione del nome dell’azienda, un po’ come avveniva all’inizio del decennio scorso per le scuderie di Formula 1 sponsorizzate da multinazionali del tabacco. Fortunatamente, poi, gli unici Paesi islamici nei quali il circuito ATP fa sosta (Emirati Arabi, Qatar, Marocco e, in maniera meno radicale, Malesia) hanno una legislazione abbastanza elastica in materia di alcolici, soprattutto in occasione di eventi sportivi, che vengono considerati quasi una “zona franca” e durante i quali il consumo di bevande normalmente proibite viene di fatto tollerato.

Questo abbinamento tra il tennis ed un prodotto di natura in un certo senso controversa non è sicuramente un fatto inedito, anche se fino ad oggi si ricorda solamente qualche sporadico episodio, come per esempio la sponsorizzazione del circuito femminile (negli anni ’70 e ’80) da parte della marca di sigarette Virginia Slims, ed il quasi trentennale abbinamento (dal 1979 al 2008) tra il torneo del Queen’s a Londra e la birra belga Stella Artois.


 

Vanni Gibertini

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