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05/07/2011 21:10 CEST - COPPA DAVIS

Coppa Davis preview (1)

TENNIS - Dopo l'abbuffata RG - Wimbledon, ritorna la Coppa Davis. E' tempo di quarti di finale. Argentina-Kazakhstan e Svezia-Serbia sono le due sfide della parte alta. L'albiceleste gioca in casa e parte favorita, ma occhio ai kazaki, giustizieri della Rep. Ceca. L'altra sfida sembra segnata dall'assenza di Soderling e per i serbi non dovrebbero esserci problemi. Nicola Gennai

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Dopo l’abbuffata Roland Garros-Wimbledon nell’arco di un mese, il tennis maschile, oltre a qualche torneo di contorno, torna a concentrarsi sulla Coppa Davis, competizione da sempre amata/odiata da tutti, giocatori compresi. E' tempo di quarti di finale, con otto team che da venerdì (giovedì per Argentina – Kazakhstan) si giocheranno un posto tra le big four. La sorte ha prodotto un tabellone che vede protagoniste della parte alta, oltre alle già citate Argentina e Kazakhstan, anche Svezia e Serbia. I restanti due quarti di finale metteranno di fronte Stati Uniti e Spagna da un lato e Francia e Germania dall’altro. Oggi ci occuperemo della parte alta, quella sulla carta più scontata.

ARGENTINA – KAZAKHSTAN, Parque Roca, Buenos Aires, terra rossa outdoor

A leggere il tabellone, è sicuramente la sfida che appare più chiusa tra le quattro in programma (in realtà, guardando anche i convocati, la più chiusa è Svezia – Serbia). Tutto gioca a favore dell’Argentina: il blasone storico (i kazaki non avevano mai giocato nel World Group prima del 2011), il valore effettivo dei giocatori, la superficie, il fattore campo. L’unica incertezza potrebbe provenire dal clima, visto che, misteriosamente, la federazione albiceleste ha deciso di far disputare l’incontro all’aperto e a Buenos Aires in questo momento è inverno. A guardare le previsioni, gli spettatori non dovrebbero aver bisogno di tirar fuori sciarpe, guanti e cappelli di lana, però, insomma, si viaggerà sui 10-12 gradi di massima e 2-5 di minima. Quantomeno un cappotto è altamente consigliato. Finita la digressione meteorologica, che voleva rievocare il mito della maggiore adattabilità dei sovietici (oggi divenuti kazaki) al freddo, passiamo ad analizzare un po’ più nel dettaglio i due team. Tito Vazquez, capitano argentino, dovrà fare a meno di Nalbandian, ma potrà comunque contare su una compagine di tutto rispetto, visto anche che si gioca sulla terra (che probabilmente sarà di una lentezza allucinante). Chela, Del Potro, Monaco, Schwank, questi saranno i quattro atleti su cui il caldissimo tifo di casa farà affidamento. Data per scontata la presenza dell’omone di Tandil (Del Potro) come singolarista e di Schwank come doppista, restano due nodi: un secondo singolarista e un doppista da affiancare al sudamericano col cognome da tedesco. Per quanto riguarda la prima questione, visto il risultato di Parigi (ottavi) logica vorrebbe che Vazquez decidesse di fare affidamento sulle smorfie intrise di sofferenza/fatica/ardore di Chela. Allo stesso tempo, però, a Wimbledon, quest’ultimo ha partecipato al torneo di doppio proprio con Schwank (superando pure due turni, tra l’altro), per cui, alla fine, l’altro singolarista potrebbe essere Monaco, con Juan Ignacio a comporre un doppio tutto serve & volley (sì, come no).
Spostandoci sul fronte kazako (che di “true kazakh”, a ben vedere, ha pochissimo, visto che tutti e quattro i convocati sono naturalizzati russi), coach Yegor Shaldunov farà affidamento sugli stessi quattro giocatori che hanno sconfitto a Praga la Repubblica Ceca di Berdych e, prima ancora, nello spareggio del settembre 2010, la Svizzera di Wawrinka (non di Federer, in quel caso) ad Astana: Golubev, Kukushkin, Schukin, Korolev. Qui le scelte dovrebbero essere più lineari: Golubev e Kukushkin come singolaristi e intelligenza tattica Korolev insieme a Schukin come doppisti. Il pronostico pende tutto per i padroni di casa, ma occhio agli ospiti. La Svizzera tornò dalla capitale kazaka (di nome e di fatto, Astana significa appunto “capitale”) senza alcun vaso ma con un sacco di cocci (cinque, per la precisione); la Repubblica Ceca cadde in casa per 3-2, con Berdych sconfitto in quattro da Golubev. Il punto del doppio, spesso decisivo, qua non dovrebbe esserlo, anche perché le due coppie sono altamente improbabili (l’unico doppista “specializzato” – mio Dio - è Schwank). Pronostico secco: Argentina 4-1.

SVEZIA – SERBIA, Halmstad Arena, Halmstad, cemento indoor

Questa (non)sfida ruota tutta attorno ad un nome: Robin Soderling. Siccome l’ex imitatore di Nadal non prenderà parte alla contesa, solo grazie ad una pesante dose di stupefacenti lisergici si può immaginare che Ryderstedt (chi?), Eleskovic (eh?), Lindstedt e Aspelin possano togliere tre punti ai serbi. Il fattore campo (che in Svezia, oltretutto, vista la placidità dei tifosi locali, conta meno che in altri contesti), la superficie, il fatto di giocare indoor, passa tutto in secondo piano di fronte all’assenza di Soderling, vero fattore di questa contesa. Coach Enqvist, probabilmente, farebbe miglior figura rispetto ai quattro fenomeni della racchetta di cui si è trovato a disporre dopo che il suo big ha deciso di non partecipare. I serbi dal canto loro, sempre guidati da Obradovic, schiereranno tre schiappe come Djokovic, Troicki, Tipsarevic e un ottimo doppista come Zimonjic. Anche in caso di avvelenamento da parte di un Paoloni di passaggio, improvviso mancinismo, tafazzismo puro nello schierare Zimonjic in singolare, la sfida sarebbe ugualmente segnata. Gli svedesi potranno (forse) prendersi o quantomeno lottarsi almeno il punto del doppio, visto che Lindstedt e Aspelin sono buona coppia. Per il resto, l’unica curiosità consiste nello scoprire quanti game potrà mai conquistare Ryderstedt (senza tralasciare il roboante Eleskovic) contro Nole. Che, detto per inciso, poteva pure restarsene a Belgrado. Pronostico secco: Serbia 5-0. Somma dei game svedesi in singolare: 3

Nicola Gennai

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