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18/08/2011 01:02 CEST - VERSO LO US OPEN

Serena, 4 problemi per Flushing

TENNIS - Nonostante sia ancora indietro in classifica (e oggi si sia ritirata dal torneo di Cincinnati), Serena Williams sarà la favorita numero 1 all'Open degli Stati Uniti. Tuttavia ci saranno almeno 4 ostacoli da superare: la competitvità della vecchia guardia, la "fame" delle nuove leve, una condizione fisica tutta da verificare e l'accoglienza del pubblico (ricordate il suo ultimo Us Open?). Stefano Pentagallo

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NDR: Questo articolo è stato scritto prima della notizia del ritiro di Serena dal torneo di Cincinnati, quindi ovviamente non può tenere conto delle novità sulle condizioni fisiche della giocatrice.

Wimbledon 2010 - Eastbourne 2011. Circa un anno è trascorso dall'ultimo grande trionfo, il tredicesimo negli Slam, di Serena Williams al suo rientro nel circuito. Dodici mesi che definire travagliati è un eufemismo. Trecentoquarantasei giorni in cui la campionessa americana è passata dalla gloria al baratro. Dapprima l'infortunio al piede destro, causatole dai resti di vetro di una bottiglia rotta, che le è costato una lacerazione al tendine, costringendola così a ricorrere ad un doppio intervento chirurgico; poi l'embolia polmonare, con tanto di ricovero d'urgenza, che ne ha messo a repentaglio la vita. Infine, dopo tanti patemi, il tanto sospirato rientro in campo, suggellato dalle vittorie di queste ultime settimane. Durante la sua assenza se ne sono dette e scritte di tutti i colori. E ammetto di aver avuto, io stesso, dei dubbi circa un suo possibile rientro in campo - o quantomeno sulla sua effettiva voglia di accelerare i tempi del recupero - impegnata com'era più a farsi immortalare dalle riviste di gossip che non sui campi da tennis. Ma Serena, come è solita fare, ha risposto con i fatti. E come me, tutti coloro che hanno dubitato di lei, dovrebbero fare mea culpa. Quante volte interrogandosi sullo stato di salute del tennis femminile si è sottolineato l'assenza di una figura dominante. Esattamente quel che rappresenta Serena nel circuito WTA. E l'incertezza, determinata dalla sua assenza forzata, non necessariamente è sinonimo di bellezza. Per suscitare interesse, e dunque essere più godibile, il tennis ha bisogno dei domini e dei regni più di quanto non abbia bisogno di incertezza, e di conseguenza delle vittorie della Wozniacki o della Li di turno. Ottime giocatrici, per carità, ma non campionesse tali da poter far elevare la qualità del tennis, creando quel pathos necessario per la bellezza del gioco stesso. Trovo sia di gran lunga più interessante chiedermi chi possa sconfiggere Serena Williams agli Us Open, piuttosto che avere mille dubbi su chi possa essere la vincitrice tra un lotto di cinque o sei giocatrici. Lo sport, e il tennis non fa eccezione, è fatto di favoriti, di record ed è giusto che sia così. Contribuisce a rendere il tutto più interessante. E a dare maggiore risalto alle imprese degli outsider.

Al prossimo Us Open, tra le donne, la favorita non potrà che essere Serena Williams. Specialmente dopo le recenti vittorie nei tornei di Stanford e Toronto. A tal proposito il Bleacher Report ha individuato quattro possibili variabili che potrebbero frapporsi tra la minore delle Williams ed il suo quarto trionfo a Flushing Meadows.

La vecchia guardia
La lunga assenza è costata a Serena un crollo nel ranking, fino a scendere al numero 175, pur essendo ora risalita sino alla posizione numero 31. Questo potrebbe comportarle un tabellone insidioso fin dalle prime battute. Sharapova, Clijsters e Zvonareva poi sono giocatrici che già l'hanno battuta e che la conoscono piuttosto bene. Non partono favorite contro l'americana, ma in una giornata di grazia possono senz'altro batterla. Non bisogna nemmeno dimenticare la sorella Venus, la Li Na e Marion Bartoli, giocatrici che sanno cosa significa arrivare fino in fondo in uno Slam. Sarà interessante vedere come Serena saprà districarsi contro la vecchia guardia, in un tabellone che rischia di essere irto di ostacoli.

La nuova generazione
Le ragazze terribili hanno tanta voglia di ritagliarsi il proprio spazio e di imporsi sui palcoscenici che più contano. A guidare questo gruppo di giocatrici c'è la numero 1 del mondo, la danese Caroline Wozniacki, ancora priva di uno Slam e decisa a scrollarsi di dosso l'etichetta di "peggior numero 1 della storia del tennis femminile", riuscendo così a dimostrare di esser degna di ricoprire tale posizione. Ancor più ostiche per la Williams potrebbero essere Azarenka e Kvitova. Ma mentre la prima è stata battuta piuttosto agevolmente dalla stessa Serena a Toronto, la seconda ha dalla sua tanta fiducia in più, dovuta al primo Slam vinto in carriera a Wimbledon. Inoltre possiede un gioco che può far male: potente ed efficace. Senza contare che sembra non soffrire affatto i grandi appuntamenti, al contrario sembra esaltarsi. Se dovessi scegliere un'alternativa a Serena, ora come per il futuro, non esiterei a puntare sulla ceca.

Forma fisica
A Wimbledon Serena non si è presentata in condizioni accettabili. Sono bastate quattro partite a farla apparire stanca. Ma era piuttosto comprensibile, con un solo torneo sulle spalle, dopo un anno di inattività. Per conquistare New York, dovrà avere energie sufficienti per vincere sette partite di fila. Essendo una delle giocatrici più pesanti del circuito, ha bisogno di maggior tempo per entrare in condizione rispetto alle colleghe e questo potrebbe esserle fatale. I tornei di Stanford e Toronto, però, sembrano aver dissipato in parte i dubbi in tal senso. Ha giocato e vinto undici partite nel giro di tre settimane e questo non è possibile se non si è in buone condizioni. A Toronto poi ha dovuto vincere sei match per aggiudicarsi il titolo, non credo che affrontarne sette comporti un dispendio di energie tale da farla crollare sul più bello.

Il pubblico di New York
Un punto di svolta nel torneo della 29enne di Saginaw potrebbe essere rappresentato dall'accoglienza del pubblico newyorchese. L'anno scorso la Williams è stata costretta a saltare l'appuntamento di "casa" e non si sa quali strascichi possa portarsi dietro l'episodio che la vide coinvolta nel 2009, nella semifinale con Kim Clijsters, in cui minacciò una giudice di linea. Episodio che le costò la partita, privando il pubblico di un finale degno di un penultimo atto di un torneo dello Slam. Bisognerà, dunque, vedere se la gente coverà dentro di se ancora rancore per quella folle reazione. In tal caso avere il pubblico a proprio sfavore potrebbe distoglierle attenzione dal proprio gioco, cosa di cui, al contrario, ha assolutamente bisogno. Sarà il pubblico a spingere Serena verso il suo quattordicesimo Slam?

Stefano Pentagallo

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