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26/08/2011 16:28 CEST - VERSO GLI US OPEN 2011

New Generation a New York

TENNIS - A pochi giorni dall’inizio dell’ultimo Slam dell’anno, facciamo il punto sulla situazione delle “Next big thing” del tennis. Quali sono le loro possibilità di ben figurare nello slam della grande mela? Raonic, intanto, è già fuori gioco ancor prima di iniziare. I tre nomi su cui puntare, dunque, sembrano essere Grigor Dimitrov, Ryan Harrison e Bernard Tomic. Stefano Broccoli

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Il 2011 è stato l’anno in cui molti dei migliori giovani si sono messi in gran evidenza, alcuni anche negli slam; nello specifico, il canadese Milos Raonic e l’australiano Tomic. Il primo ha iniziato l’annata col botto: vittoria a San Jose su Verdasco, finale a Memphis e ottavi agli Australian Open. Le sue peculiarità sono un gran diritto e un servizio costantemente sopra i 220 orari, scagliato da quasi due metri di altezza. Con questi mezzi e risultati, il canadese si è posto in pianta stabile attorno alla 30° posizione del ranking, meritandosi il titolo di miglior giovane dell’anno e l’attenzione di tutti gli appassionati. Dopo l’interlocutoria stagione sul rosso (in cui ha avuto comunque modo di familiarizzare con la superficie, vincendo qualche partita) lo si attendeva di nuovo protagonista a Wimbledon e soprattutto sul cemento americano estivo. Ma la sfortuna ci ha messo del suo: Raonic si è infortunato all’anca nel secondo turno dei Championships. Infortunio che lo ha costretto ad operarsi, e a 6 settimane di stop, obbligandolo a saltare anche il master 1000 casalingo di Montreal. Il canadese sperava di recuperare in vista degli Us Open ma proprio 2 giorni fa ha dato forfait per lo slam Newyorkese:” Ora sto bene, i medici mi hanno dato il via libera per riprendere ad allenarmi con costanza, ma non voglio affrettare i tempi. Tornerò per lo spareggio di Davis contro l’Israele.” Dispiace non poter vedere all’opera Raonic sui veloci campi di Flushing Meadows, dove avrebbe potuto dar fastidio a molti. Più che la rinuncia in sé (vista l’età, a Raonic non dovrebbero mancare le occasioni di giocare a New York) ad instillare dubbi è il suo fisico. Il canadese è di stazza notevole e forse proprio quest’aspetto potrebbe creargli problemi in futuro, se il suo fisico non sarà in grado di sostenerla.

Bernard Tomic, classe 92’, è il nome su cui molti australiani stanno puntando già da qualche anno per rinverdire i fasti del passato. Ma il giovane di origini croate, si è fatto conoscere in questi anni, più per il suo carattere difficile che per i risultati. Almeno fino al torneo di Wimbledon di quest’anno, dove c’è stato un vero e proprio sussulto: quarti di finale raggiunti brillantemente, eliminando tra gli altri Robin Soderling e impegnando seriamente l’imbattibile Novak Djokovic. Con questo prestigioso risultato, Tomic ha cambiato la sua dimensione di classifica, guadagnando circa 70 posti, stabilendosi intorno alla 70 esima posizione del ranking. Un balzo importante, che consente all’australiano di affrancarsi dal circuito challenger ed entrare direttamente nei main draw di tornei a cui in passato aveva avuto accesso solo grazie a Wild Card. Ma dopo Wimbledon, Tomic è riuscito a vincere una sola partita, contro Lu a Montreal; la sua condizione per gli Us Open è quindi tutta da verificare. Di certo essendo un incontrista, ha nel cemento la sua superficie preferita. Il difficile, si sa, è riconfermarsi, anche se l’attitudine mostrata da Tomic a Wimbledon è quella dei grandi. L’australiano giocherà gli Us Open per la prima volta dal tabellone principale( lo scorso anno giocò e perse al secondo turno delle qualificazioni).

Dei teenager futuribili, il più chiacchierato è senza dubbio Grigor Dimitrov. In virtù del talento cristallino che a sprazzi si è già visto, per quei colpi portati così elegantemente e per il rovescio ad una mano, per i reiterati paragoni con Roger Federer, fatti anche da Peter Lundgren, che ha avuto la possibilità di allenare entrambi. Il bulgaro, dal canto suo, non ha fatto nulla per evitare tale accostamento, che è divenuto ancora più palese dopo il cambio di racchetta da Head a Wilson, almeno visivamente. Il problema per lui è che la somiglianza è meramente estetica, almeno per ora. Come detto però, il ragazzo non è propriamente un bluff. Il talento c’è ed è anche di prima scelta ma questo non è sufficiente. Il bulgaro è ancora tanto immaturo e pure il suo tennis sembra essere in cantiere. Diverse sono le soluzioni tecniche che ha a disposizione ma spesso finisce col specchiarsi troppo, nel tentativo di emulare il suo idolo. Nel periodo post-Wimbledon, il suo rendimento non è stato esaltante ma ha comunque raggiunto il suo best ranking al numero 52: sono arrivate diverse sconfitte, molte anche deprimenti( come definire altrimenti i match persi contro Rajeev Ram e Denis Kudla) Con Ferrer a Cincinnati, si sono però rivisti scampoli del gran tennis già messo in mostra a Wimbledon contro Tsonga. E’ un po’ poco per sperare in uno Us Open da protagonista, ma chissà… Forse l’aria del grande evento può fare bene a Grigor. Uno che di grandi tornei potrebbe farne indigestione, ma il cui futuro è ancora tutto da definire.

Tomic sta all’Australia come Harrison sta agli Stati Uniti. Anche gli americani attendono un nuovo messia dopo la dipartita di Agassi e Sampras e il declino di un giocatore minore come Roddick. Ryan Harrison, diciannovenne della Louisiana sembra avere la carte in regola: dotato di buon talento, un tennis completo e divertente nonché la giusta mentalità e sfrontatezza. Anche lui è entrato da poco nei 100, grazie a due semifinali consecutive raggiunte nei tornei 250 di Atlanta e di Los Angeles, perse entrambe da Mardy Fish. Grazie al suo nuovo ranking, avrà l’opportunità di frequentare maggiormente il circuito Atp, e di confrontarsi con i migliori. Pure l’americano infatti, pecca in maturità e la sconfitta a Winston Salem contro l’ignoto canadese Duclos, lo testimonia. Quest’ultima battuta d’arresto, si può comunque vedere in senso positivo, dato che gli Us Open cominciano tra pochissimi giorni. Harrison, dopo un estate di lenti ma continui progressi, si presenta agli Us Open in ottime condizioni, pronto per mettersi in luce di fronte l’intera nazione nello slam di casa.

Stefano Broccoli

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