26/08/2011 00:28 CEST - L'OPINIONE DI RINO TOMMASI

Us Open: due tabelloni incerti

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I tornei dell’estate non hanno davvero aiutato chi volesse tentare una previsione credibile sull’Open degli Stati Uniti. Nella sostanza però rimangono alcuni punti fermi. Ci sono soltanto quattro giocatori con una ragionevole possibilità di vincere il torneo e sono – naturalmente – i primi quattro della classifica mondiale. Volendo leggermente allargare il quadro dei favoriti aggiungerei l’argentino Juan Martin Del Potro, che due anni fa ha determinato una clamorosa sorpresa battendo in finale Roger Federer ed il ceko Thomas Berdych che ha dato qualche timido segnale del suo talento ma che però fino ad oggi non ha mai avuto il conforto di una vittoria importante. La sconfitta subita in finale a Cincinnati non può sottrarre a Novak Djokovic il ruolo di favorito. E’ dai tempi di John McEnroe (1984) che un giocatore non giunge a questo appuntamento avendo subito in tutta la stagione soltanto due sconfitte. Tra i suoi avversari Rafael Nadal e Roger Federer vantano una maggiore abitudine ad affrontare con successo i tornei dello Slam dove invece non è mai riuscito ad imporsi Andy Murray, il vincitore di Cincinnati, che però ha nel suo record .ben tre finali perdute.

L’altra faccia della medaglia tennistica è molto più avara di indicazioni per la mancanza di una giocatrice leader. Valga questa semplice notazione statistica. Solo quattro giocatori hanno vinto il singolare maschile negli ultimi 23 tornei dello Slam mentre nello stesso periodo si contano ben otto diverse vincitrici del titolo femminile. Se dico che ci sono almeno dieci o forse dodici giocatrici che possono vincere l’Open degli Stati Unti senza che la sua vittoria sia considerata una clamorosa sorpresa, così com’è accaduto quando hanno vinto la Schiavone, la Na Li e la Kvitova, rischio di sbagliare per difetto. Ciò premesso ripeto ancora una volta che se Serena Willkiams sta bene ed ha voglia è ancora in grado di mettere in fila tutte le sue rivali. .

A queste considerazioni si aggiungono i dubbi sulle condizioni fisiche e di forma di alcuni protagonisti. Il ritiro di Djokovic nella finale di Cincinnati è stato solo prudenziale o ha nascosto un infortunio più serio ? La crisi di risultati di Nadal e di Federer è stata determinata dalla diminuita fiducia dei due campioni Inoltre il ritorno alla vittoria di Murray è stato occasionale oppure avrà un seguito? A monte di tutto questo c’è la follia di un calendario internazionale che mai come quest’anno ha danneggiato la credibilità di alcuni importanti tornei senza che la Federazione Internazionale, l’ATP o la WTA abbiano avvertito la serietà del problema.

Rino Tommasi