26/08/2011 00:15 CEST - Tennis Flash

Manerbio: Pashanski batte Bolelli

Sembra non conoscere fine il momento negativo di Simone Bolelli. Un periodo che perdura ormai da due anni (proprio prima dello Us Open 2009 visse a New Haven l'ultima settimana positiva prima di entrare in un vortice di sconfitte), eccezion fatta per alcune belle prestazioni (Wimbledon su tutti, ma anche un paio di vittorie ai challenger di Torino 2010 e Roma 2011). Al ricco challenger di Manerbio (85.000€, terra), il "Bole" si è arreso al serbo Boris Pashanski, classe 1982 e numero 349 ATP (anche se è stato numero 55 nel 2006). Pashanski si è imposto con il punteggio di 6-4 1-6 7-6 contro un Bolelli che è parso un filo più reattivo sul piano mentale, ma che ha evidenziato i problemi che ormai lo attanagliano da tempo. In particolare, Simone manca nei momenti importanti. Sotto 3-4 e 15-30 nel terzo set, ha commesso un doppio fallo e ha sparato un dritto in rete. Sul 3-5 ha trovato il controbreak e poi si è arrampicato sul 5-5. Chi sperava che potesse essere la svolta, di un match ma anche di una stagione, è rimasto deluso dal tie-break finale, in cui dal 3-3 ha finito col subire tre punti consecutivi (due winner di dritto di Pashanski e un clamoroso nastro amico per il serbo) per poi perdere 7-4. L'ultimo punto è stata una smorzata vincente di Pashanski. Bolelli aveva rinunciato alla trasferta americana per giocare i tre importanti challenger di San Marino, Cordenons e Manerbio. L'obiettivo, per bocca di coach Renzo Furlan, era quello di tornare tra i top 100. Per riuscire nell'impresa ci volevano un centinaio di punti, ma Bolelli ne ha colti solo 29 in virtù del primo turno a San Marino, dei quarti a Cordenons e del secondo turno a Manerbio (al primo turno aveva colto una discreta vittoria contro Jan Hajek). Bolelli farà parte del team di Coppa Davis che andrà in Cile: la prossima settimana andrà a New York per giocare il torneo di doppio allo Us Open e aggregarsi ai compagni, poi dovrebbe provare le qualificazioni nei tornei asiatici sul cemento.

Riccardo Bisti