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07/09/2011 19:20 CEST - INTERVISTE

Roger Federer (5.9.2011)

R. Federer b. J. Monaco 6-1 6-2 6-0 - Trad. a cura di Francesca Sarzetto

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D: Quando ha cominciato a piovere, te ne sei accorto durante il match, eri preoccupato?
RF: Sì, ho visto. Era all'inizio del terzo set, credo. Hanno anche controllato prima che rientrassimo sul campo.
Del resto se piove è così, non puoi farci niente. Diverse volte sono dovuto tornare in campo il giorno dopo. E' già molto tardi. Sarei stato molto dispiaciuto, anche di non avere neanche la possibilità di giocare per quei fan che sono rimasti, anche se il match femminile è stato grandioso, ma penso che alcuni fossero venuti per il nostro.
Mi ha fatto piacere che siano rimasti e abbiano reso il match molto speciale, perché poteva andare diversamente, quando gli spettatori non sono coinvolti. Ma questo è stato proprio un bel match. L'ovazione che ho avuto è stata incredibile. Ovviamente è una cosa che ho apprezzato tantissimo.

D: Come spieghi il tuo essere così in forma ad un'ora così tarda?
RF: Beh, mi è successo spesso di dover aspettare molto. Ho dovuto aspettare forse due ore più del solito. Non otto. Può succedere anche quello. Ma è vero, è molto tardi. Altri sport cominciano alle otto di mattina, come il golf. E' pazzesco come i nostri orari cambino in continuazione. Per questo per noi tennisti è molto difficile essere al top ogni singolo giorno.
A volte succede come stasera, vedi il match femminile, ti scaldi diverse volte, aspetti, magari mangi qualcosa, poi ti rilassi di nuovo. Non stai nella pelle perché non vedi l'ora di giocare, e invece devi aspettare ancora. E' dura.
Sono molto contento di come ho reagito oggi. Come hai detto, ho giocato molto bene, concentrato, pronto. Mi sentivo benissimo. Come ho detto, il pubblico mi ha aiutato molto al riguardo.

D: C'è uno spettacolo di qualche tipo che aspetteresti fino a oltre l'una di notte per vedere? Se sì, quale?
RF: Beh, se volessi vederlo, non mi importerebbe cosa succede il giorno dopo. Se ho un biglietto, aspetto quello che c'è da aspettare. Certo potrebbe danneggiare un po' i miei impegni, ma nello stesso tempo magari non avrò più làoccasione di rivedere quel comico, persona, artista, mai più. Resterei.
Ma mi rendo conto che molti devono lavorare il giorno dopo e non possono permettersi di restare, e capisco anche quello.

D: A che ora sei arrivato oggi?
RF: Verso le 5, le 6. Non male.

D: Quando hai sentito le previsioni del tempo, ti sei preoccupato?
RF: Beh, sarebbe stato un vantaggio, in questo caso per Tsonga, se io non avessi finito oggi, o non avessi potuto neanche cominciare. Per cui sono stato contento almeno di scendere in campo. Dopo il primo set, pensavo, Ok, se ora piove almeno sono avanti di un set. Se dovessi tornare domani sarei in una buona posizione. Ma così è tutto normale. Domani pioverà molto, vero? Questo mi preoccupava di più che non giocare a sprazzi stanotte.
Ma non c'era molto spazio per noi perché era già molto tardi. Se ci fosse stata un'interruzione per pioggia probabilmente avrebbero mandato tutti a casa.

D: Giocherai in Coppa Davis, e se sì, che problemi ci saranno ad andare a giocare in Australia?
RF: Sì, che ci vuoi fare, è così. Sorteggio molto sfortunato per noi. Certo l'Australia è una grande nazione, orgogliosa della sua squadra di Davis. Questo lo rende un incontro molto interessante.
ma gli svizzeri sicuramente speravano in un altro scontro in casa. 8.000 persone l'ultima volta, per un incontro di secondo turno dei play off. Non avremmo potuto averne altrettanti stavolta perché quello stadio non era disponibile. ma per noi è dura fare le valigie, e pagare un sacco di soldi per i voli e gli alberghi. La federazione non è contenta. Il minimo che possiamo fare è cercare di vincere e tornare nel World Group.
Vedremo come va. Spero di poter andare a giocare contro gli australiani.

D: E' difficile dopo uno Slam?
RF: Dopo aver vinto l'Australian Open, sono andato in Romania sulla terra battuta. Arrivato venerdì, ho giocato sabato e domenica.

D: Bevi caffè o qualche stimolante per stare concentrato in situazioni come questa?
RF: Quando è tardi? Bevo caffè durante il giorno, ma non stasera. Ieri notte sono andato a letto verso le due meno un quarto. Mi sono abituato a orari che per me non sono assurdi, perché so che ci sono le sessioni serali. Ho cercato di dormire il più possibile l'ultimo paio di giorni, così avrei potuto giocare anche alle 5 di mattina. Devi essere pronto a tutto, perché è già successo alcune volte.

D: Quanto bene hai giocato stasera?
RF: Molto bene. Vedi, giochi sempre tanto bene quanto il tuo avversario ti concede. A volte giocano in un modo diverso, che interferisce col tuo. Lui è un giocatore che può mettermi molto in difficoltà. Ma oggi direi che ho risposto molto bene. Ed ero molto sicuro sul mio servizio. Da fondo comandavo tutto il tempo.
Ero superiore in tutte e tre le aree di gioco, e questo ha reso il match molto facile, che è positivo.

D: Il tuo prossimo avversario sarà Tsonga. Lui ha giocato cinque set molto duri. Il tuo match è durato molto poco. Questo influirà sul risultato?
RF: No, non credo stavolta. Non mi pare che il suo match sia stato particolarmente duro o lungo.
Certo mentalmente cinque set sono duri, ma lui ha avuto un giorno di riposo. Ha finito molto prima di me. Per cui non penso che uno di noi sarà avvantaggiato. I miei orari sono più sballati, ma di questo non mi preoccupo. Se gioco di notte, non dico che sia un vantaggio, ma l'ho già fatto due volte.
A dire il vero non vedo l'ora di giocare con lui. E' un bel giocatore da vedere e da affrontare. E' molto interessante. Penso che a Wimbledon abbiamo fatto una grande partita, che sfortunatamente ho perso.
Ma pensavo che stavo giocando molto bene e non avrei dovuto perdere, ma lui ha giocato alla grande e ha rimontato. E ha dimostrato anche a Montreal quanto bene sta giocando. E' in un ottimo periodo. Spero di riuscire a fermarlo stavolta.

D: Sei contento di affrontarlo di nuovo in uno Slam?
RF: Non importa che sia in uno Slam, ma di sicuro non vedo l'ora. Io vivo per i match importanti, per incontrare avversari esplosivi, potenti. Mi piace affrontare questo tipo di giocatori, specialmente nelle ultime fasi del torneo.

D: Quanto ti ha pesato quel match di Wimbledon?
RF: Non molto, a dire il vero. Per qualche motivo, siccome so di aver fatto tutto quello che potevo, è stato quasi come giocare un vero match su erba. Un paio di colpi qua e là hanno fatto la differenza, soprattutto nel break che ho subito nel terzo set. Non avrei mai dovuto farmi brekkare.
Per qualche motivo assurdo mi ha brekkato in quel momento e poi è andata com'è andata. Un tempo sull'erba la gente faceva serve&volley. In questo caso era primo servizio, primo colpo, e il punto era finito in moltissimi casi, da una parte o dall'altra. Alla fine ha prevalso lui.
Non sono stato troppo deluso. Ero un po' frustrato all'inizio perché sapevo che stavo giocando abbastanza bene da vincere il torneo. E invece ero lì seduto, senza poter giocare due giorni dopo. E' quello che è duro da sopportare, soprattutto a Wimbledon, che conta così tanto per me. Ma è successo. E' dura. Non mi era mai successo in uno slam di essere avanti di due set e perdere. Ma mi sono goduto le vacanze, almeno.

D: E adesso ti sembra di giocare abbastanza bene da vincere il torneo?
RF: Penso di sì. A dire il vero in tutti gli slam quest'anno ho giocato molto bene. In Australia ho giocato alla grande, il match con Djokovic è stato molto equilibrato. A Parigi ovviamente ero lì. Anche a Wimbledon ci sono andato molto vicino.
E anche qui sono in buona forma. Ora dipende da me fare bene fino alla fine.

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