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17/03/2012 21:54 CEST - Indian Wells

Federer vs Nadal: la semifinale!

TENNIS -  Del Potro continua a non far male a Federer. Lo svizzero chiude 63 62 in 70 minuti. In semifinale sfida numero 28 con Nadal (18-9 i precedenti per Rafa) che soffre ma piega 46 75 64 Nalbandian. Vanni Gibertini

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La semifinale della parte bassa sarà quella che tutti avrebbero voluto vedere, Federer Nadal. Nella parte alta Isner sfiderà Djokovic (2-0 nei precedenti). E' la 23ma volta dal Roland Garros 2007 che Nadal, Federer e Djokovic si trovano in semifinale.

Nadal b Nalbandian 46 75 64

Don't cry for them, Argentina. Dopo Del Potro, anche Nalbandian saluta il torneo e regala ai tifosi e agli organizzatori la semifinale che tutti avrebbero voluto vedere: Federer-Nadal. Il maiorchino cede il primo set del torneo ma chiude 46 75 64, con un buon 69% di prime in campo e 30 vincenti. Buoni segnali comunque per l'argentino che aveva perso le ultime 11 partite contro un top-10 prima di questo torneo, dove ha piegato Tipsarevic e Tsonga: non ne batteva due nella stessa settimana da Bercy 2008.

Per un set e mezzo, Nalbandian riesce a fare in modo che quasi la metà degli scambi (54 su 89 sul 3-3 nel secondo set) si concluda prima del quinto colpo e a vincerne la maggior parte. Quando non ci riesce più, quando perde campo ed efficacia alla risposta, scrive il suo destino.

Nadal raggiunge così le semifinali per la settima volta consecutiva a Indian Wells e ottiene la quarta vittoria di fila sui sei precedenti con Nalbandian. Le prime due sfide si erano chiuse con una "mattanza". L'argentino è nell'autunno magico del 2007, Nadal raccoglie sette game in due partite. A Madrid elimina Rafa (che però veniva da uno stop di cinque settimane per l'infortunio al ginocchio), Federer e Djokovic prima di vincere il torneo e dare il bis a Bercy sconfiggendo il maiorchino in finale.

Proprio a Indian Wells, in ottavi nel 2009 Rafa ha battuto Nalbandian per la prima volta. Ha chiuso 36 76 60 ma ha dovuto salvare cinque match point (quattro sul 5-3, uno sul 5-4) nel secondo.

Nei primi game, Nadal fatica a trovare profondità e precisione nei colpi da fondo. L'argentino, però, litiga un po' troppo con la risposta soprattutto quando il servizio del maiorchino salta all'altezza della spalla. Nalbandian deve inseguire la perfezione, ma non la trova sulla volée bassa di rovescio che consente a Nadal un comodo passante in avanzamento e la prima palla break (2-2 vantaggio esterno). Non aspetta, David, accorcia il campo e gli scambi, spinge con quella sua peculiare rotazione di busto e spalle con cui genera spin e potenza, salva la palla break con lo smash a campo aperto e si salva.

Efficace quando anticipa da fondo entrando coi piedi in campo, non sempre Nalbandian ottiene gli stessi risultati quando si avvicina a rete. Volée e dropshot, soprattutto di rovescio, non incidono e spesso Rafa ci arriva bene e passa. Anche nel settimo game Nalbandian va sotto al servizio (15-30) ma ancora una volta rimane avanti. Si lamenta Rafa nell'ultimo punto. La prima dell'argentino viene chiamata buona, Nadal, che chiude lo scambio con un dritto largo, vorrebbe chiedere il Falco ma lo fa troppo tardi e la verifica può solo riguardare l'ultimo colpo. Fergus Murphy lo rassicura che la prima di Nalbandian era buona, ma la ricostruzione digitale mostra che aveva torto. Si può pensare abbia davvero visto male o più plausibilmente che abbia cercato di tenere tranquillo il giocatore senza dare contro al giudice di linea.

Un nastro che allunga un dritto a campo aperto e un rovescio scentrato regalano a Nalbandian il primo spiraglio sul servizio del maiorchino e lo portano a due punti dal set (5-4 15-30). Anche la volée bassa che lo porta a set point sarebbe tutto tranne che perfetta (palla altissima sopra la rete, facile da leggere) ma in realtà il punto l'aveva chiuso prima con un rovescio lungolinea che arriva dritto dritto dalle sue migliori stagioni. Nalbandian converte subito con il nono vincente (a 6), condanna Nadal a subire il primo break del torneo e interrompe una serie di cinque set persi di fila negli ultimi due precedenti. Un traguardo accompagnato da Asereje sparato a tutto volume dagli altoparlanti: tormentone estivo per due campioni che sono tutto tranne che effimeri e passeggeri.

I 15 errori di Nadal, quasi tutti di rovescio, si spiegano anche con le difficoltà che riesce a creargli un Nalbandian tonico, che gioca a ridosso della riga e col rovescio riesce sia a spingere e stringere sulla diagonale sia a costringerlo sulla difensiva nelle accelerazioni lungolinea.

E' il 12mo gratuito di rovescio, un cross affossato a rete, a dare a Nalbandian la prima palla break in avvio di secondo set, ma Rafa stampa un servizio vincente. Dall'altra parte, però, c'è un giocatore che con quel rovescio può fare ciò che vuole e sfodera tutta la varietà di soluzioni per procurarsi una seconda palla break. Può diventare un momento chiave del match, e Nadal dimostra ancora una volta di avere la stoffa dei campioni, quelli che hanno paura di perdere mentre gli altri hanno paura di vincere, come diceva Billie Jean King. Si salva ancora da campione, costringe l'avversario a tentare un impossibile passante a tutto braccio di dritto incrociato che si ferma a mezza rete prima di infilare gli ultimi due punti del game.

Continua a pressare Rafa da fondo e il maiorchino continua a sbagliare. Sotto 3-4 0-30, infila quattro punti consecutivi, ma nonostante gli incitamenti di Ben Stiller il sedicesimo gratuito di dritto porta Nalbandian a due punti dalla vittoria (5-4 30 pari). Ancora una volta, quando serve, spalle al muro, Rafa trova un tennis proattivo e brillante. Invece il cordobese si rilassa. Viene tradito prima dal rovescio e poi dal servizio: con un doppio fallo apre la porta a Nadal che strappa il break, sorpassa sul 6-5 e va a servire per il set. E' il punto che fa girare il match.

Salgono i decibel dei "vamos" di Rafa che tiene a 15 e chiude il parziale con una prima esterna vincente nonostante i 14 errori (a 12). Ma fa più vincenti, 12 a 8, alza le percentuali di prime (che passa dal 59 al 78%) e raccoglie di più: la chiave è tutta qui.

I problemi aumentano, sale la frustrazione scende la concentrazione. Altro dritto steccato e strappato di spalla, secondo break di fila per Rafa che fa corsa in testa dall'inizio del terzo. Mentre si accendono i riflettori Nalbandian si concede il punto del match, volée dorsale di rovescio e smash che costringe a un generoso e infruttuoso recupero Nadal, si prende gli applausi convinti di Larry Ellison e Charlie Pasarell seduto accanto a lui e si toglie almeno un po' dalle sabbie mobili.

Il pubblico, però, è in gran parte per Nadal, che trova un nuovo break a zero e va a servire per il match (5-2). Ma l'argentino rifiuta la doccia, pianta una volée di dritto vincente e firma il controbreak. Non è finita finché non è finita. Rafa serve per il match per la seconda volta, ma la resistenza di Nalbandian è da applausi, alza un lob velenoso con Rafa che affossa lo smash per la disperazione di Pasarell: 15-40. La prima palla break se la gioca malissimo, tentando una palla corta di rovescio che non ha alcun senso, e lo sa. Si dispera e fa bene, perché Rafa batte, scende e salva la seconda. Poi gioca un gran scambio per convertire il secondo match point. Il pubblico ha la semifinale che voleva. L'Argentina ha ritrovato un grande Nalbandian. (Alessandro Mastroluca)

Federer b. Del Potro 63 62

Il numero 13 evidentemente non porta fortuna a Juan Martin Del Potro – la tredicesima sfida tra lui e Roger Federer finisce come 10 dei loro 12 precedenti incontri, in gran parte per merito di un Federer calibrato e cinico, ma un po’ anche per una circostanza sfortunata nel primo game dell’incontro che lo ha distratto e gli ha fatto subire l’unico break del set.

E’ chiaro fin dal nostro arrivo all’Indian Wells Tennis Garden che oggi non è una giornata come le altre: i due quarti maschili di cartello e le semifinali femminili attraggono al torneo non solo maggior pubblico (nonostante la giornata pur sempre feriale) ma anche un pubblico diverso: la fila di fuoriserie al “valet parking” antistante l’ingresso è di quelle importanti, e le corporate suites sono molto più frequentate dei giorni precedenti. La giornata è la solita, tipica, magnifica giornata di sole cui ci ha abituato la Coachella Valley, con 28 gradi di temperatura massima ed una brezza in aumento che anticipa la tempesta invernale che dovrebbe arrivare nel fine settimana.

Federer e Del Potro si incontrano per la quarta volta nel 2012, con un bilancio di 7 set a zero per lo svizzero. Come detto, il primo game dell’incontro, durato 18 punti e 10 minuti, risulta in qualche modo decisivo, più per colpa dell’ingenuità di Del Potro che non per meriti di Federer. L’argentino inizia palleggiando da molto dietro la linea di fondo, mentre Federer prova ad aprirsi gli angoli con colpi incrociati corti e manovrando con il drop shot di diritto. Ci sono subito due palle break per Del Potro, che però se ne vanno con due errori dell’argentino dopo scambi ben impostati da Federer. Sul quinto deuce, Federer serve uno slice esterno che viene giudicato in campo: Del Potro chiama il challenge, e Federer si prepara per servire la seconda. Diversi secondi di attesa, e le immagini di Hawk Eye non vengono mostrate sullo schermo perché indisponibili (secondo una nota ufficiale della Hawk Eye, un interruzione del collegamento internet tra le telecamere sul campo ed il computer che analizza i dati non ha consentito la trasmissione dei dati e quindi la creazione dell’immagine simulata). Il giudice di sedia Layani quindi applica il regolamento, secondo il quale se Hawk Eye non è disponibile, si applica la chiamata originale, per cui viene assegnato l’ace a Federer. Juan Martin va su tutte le furie, non ci sta, si lamenta con l’arbitro, ma l’unico effetto che ottiene è quello di perdere concentrazione, game e turno di servizio successivo, consentendo a Federer di scappare sul 3-0.”La palla era chiaramente fuoriha confermato Del Potro dopo il match - la macchina non funzionava, non so esattamente cosa sia successo, ma l’arbitro mi ha detto che ha fatto un errore, e la cosa mi ha innervosito parecchio, perché contro questi giocatori normalmente le chance si hanno più all’inizio che alla fine. Comunque non ho perso la partita per questo, anche prima dell’incidente avevo avuto due palle break, che ho sbagliato con un diritto ed un rovescio facili, quindi se sbaglio io può sbagliare anche l’arbitro”. Da eccellente front –runner qual è, lo svizzero cinicamente porta a casa il set capitalizzando questo unico break, anche se non conquisterà più un punto sul servizio dell’avversario.

Dopo soli 37 minuti Del Potro si trova quindi sotto di un set, con un avversario che fa un po’ fatica a rispondere al suo servizio, ma che sembra piuttosto ben centrato negli scambi e molto lesto a prendere la rete quando occorre. Nel primo gioco del secondo parziale, l’argentino prova a palleggiare più sulla diagonale rovescia per insistere sul colpo più debole dell’avversario, ma si imballa in un paio di errori che lo portano 0-40, e Federer ottiene il break anche nel secondo set. Da quel punto lo svizzero non si guarda più indietro e fila sparato verso la vittoria: c’è tempo per un secondo break sul 3-1, quando riesce a contenere molto bene diverse prime molto violente di Del Potro, e si concede qualche schema “palla corta + lob/passante/volée” che però non sempre sortisce l’effetto sperato.

Al di là dell’episodio del game iniziale, Del Potro ha attribuito la sua sconfitta alla cattiva vena del suo servizio: “Ho servito troppo male, e non sono riuscito a convertire le occasioni che ho avuto. Quando giochi contro Federer, Nadal o Djokovic, se non sfrutti le occasioni non puoi vincere”.

Anche Federer, noto “nemico” della tecnologia Hawk Eye, ha scherzato sull’incidente ricordando errori ancora più gravi avvenuti in passato: “Sono cose che possono sempre capitare, quello che accadde qualche anno fa qui tra Murray e Ljubicic fu molto più grave. E’ successo e continuerà a succedere, ed avere delle cattive chiamate a volte aggiunge un po’ di pepe alla vicenda. Non è la prima volta che succede: se ricordate accadde anche sul 6-6 nel quinto della finale di Wimbledon con Rafa, perché non c’era abbastanza luce. Beh, dopo tutto non era una partita così importante… Credo comunque che quella palla fosse fuori”.

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Da Indian Wells, Vanni Gibertini

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