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18/03/2012 22:24 CEST - Indian Wells

Vika – Masha,
la sfida continua

TENNIS - Seconda finale importante, secondo scontro Azarenka-Sharapova. La nuova padrona del circuito sembra inarrestabile, ma dovrà fare i conti con la classe e l'orgoglio della numero due del mondo. Luca Pasta

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Se non proprio sempre, molto spesso, soprattutto nel tennis femminile, i grandi appuntamenti non "mentono", ed emettono responsi fedeli alle gerarchie. E così è stato anche questa volta ad Indian Wells. La prima e la seconda giocatrice del mondo, già protagoniste della finale del primo Slam dell'anno, l'Australian Open, si ritrovano in finale nel primo torneo "premier" "mandatory" (obbligatorio) del circuito wta, sotto il sole della California (che ha imperversato, ma a dire il vero non è sicuro splenda oggi e domani).

Assente Serena che ha cancellato Indian Wells dalla sua carta geografica, in precarie condizioni la Kvitova, subito eliminata, alle prese con i suoi cronici e tuttora irrisolti problemi la ex numero uno del modo Caroline Wozniacki, a farsi largo nel tabellone sono state la prima e la seconda testa di serie, Azarenka e Sharapova.

Masha ha passeggiato fino ai quarti lasciando le briciole a Dulko, Halep e Vinci, ma l'ha scampata bella nel quarto con Maria Kirilenko, nel quale peraltro ha dimostrato che quando si tratta di lottare e di tirarsi fuori dai guai rimane sempre una grande maestra. In semifinale ha poi usufruito del ritiro di una Ivanovic che colpiva la palla in modo pieno e con una convinzione che non si vedeva da anni.

Sull'altro versante del tabellone Victoria Azarenka ha mostrato una volta di più quanto sia cambiata rispetto a soltanto un anno fa o poco più. Quello che colpisce di Vika non è tanto il progresso tecnico o la stabilità fisica, quanto l'incredibile salto mentale di cui è stata protagonista in questa fase della sua carriera. Se oggi si guarda Azarenka sul campo, il linguaggio del suo corpo, i suoi sguardi, i suoi atteggiamenti, si capisce di avere di fronte un'atleta che ha le idee chiare, è serena, ed ha un'enorme fiducia in sè stessa. Match come quello d'esordio qui in California una volta li avrebbe buttati al vento non una ma mille volte, ed invece qui è stata lei alla fine a piegare l'arrembante Barthel nel tiebreak decisivo.

Scampato il pericolo, i turni successivi ci hanno detto che anche fisicamente è ormai completamente trasformata: il 7-6 al terzo con la ragazza teutonica al primo turno non ha lasciato alcun segno, se è vero che Kuznetsova, Goerges e Radwanska sono state sepolte e hanno messo insieme in tutto 9 games. Di questi, due, e solo due, li ha fatti Agnieszka Radwanska, contro la quale Vika ha giocato con una cattiveria particolare. "Ha dato una brutta immagine del tennis femminile" disse la polacca dopo aver peso la semifinale di Doha contro una zoppicante ma, secondo Radwanska, anche recitante Azarenka. "Spero di aver dato una buona immagine del tennis femminile" ha sibilato la numero uno del mondo, dopo aver disintegrato la sua forse ormai ex amica nei quarti. In fondo nulla di più che una polemica come tante, ma rivelatrice della spavalderia che ormai contraddistingue Azarenka che, forse anche in parte inconsciamente, ha elaborato e messo in pratica il concetto di "punizione".

Certo se la bielorussa pensa di intimidire anche Masha, ha molto probabilmente sbagliato indirizzo. I precedenti sembrano però esprimere un'indicazione a favore della numero uno del mondo, non tanto perché Azarenka conduce per 4 vittorie a 3, quanto perché, dopo il primo confronto vinto dalla bielorussa allora diciottenne a Mosca, le uniche due vere vittorie di Masha vennero, in match peraltro molto tirati, quasi tre anni fa a Los Angeles ed a Pechino.

Se poi si depurano gli ultimi 4 incontri della vittoria romana della Sharapova per ritiro di Vika, altro non rimane che tre vittorie di Azarenka, sempre in due set, due delle quali in grandi appuntamenti quali Miami e Melbourne. L'auspicio di tutti è che sia una grande finale e non un match breve ed incolore come la finale di Melbourne. Se si dovesse dare un consiglio ed entrambe le giocatrici, probabilmente si dovrebbe invitare Vika a non essere "overconfident", a non essere troppo sicura di sè, ma soprattutto si dovrebbe chiedere a Maria Sharapova di fare appello a tutte le sue risorse fisiche, nervose e caratteriali. E' dalla capacità che Masha avrà di attingere al massimo ad esse, che dipende probabilmente la qualità della finale a cui ci apprestiamo ad assistere.

I precedenti: Azarenka-Sharapova 4-3

2007 MOSCOW CARPET R16 V.Azarenka7-6(9) 6-2
2009 LOS ANGELES HARD R32 M. Sharapova 6-7(4) 6-4 6-2
2009 BEIJING HARD R32 M. Sharapova 6-3 6-7(5) 7-5
2010 STANFORD HARD F V.Azarenka 6-4 6-1
2011 MIAMI HARD F V.Azarenka 6-1 6-4
2011 ROME CLAY Q M. Sharapova 4-6 3-0
2012 AUSTRALIAN OPEN HARD F V.Azarenka 6-3 6-0
 

 

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Luca Pasta

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