HOMEPAGE > > Bartoli ferma Vika Nadal di un soffio.

29/03/2012 17:35 CEST - Miami

Bartoli ferma Vika
Nadal di un soffio

TENNIS - Prima sconfitta stagionale per Viktoria Azarenka nei quarti di Miami con una Marion Bartoli in grande spolvero. Nadal di misura su Tsonga (6-4 al terzo). Da Miami, Vanni Gibertini

 

| | condividi

Bartoli b. Azarenka 6-3, 6-3

Tanto tuonò che piovve! Dopo lo spavento avuto nel match con la Cibulkova, è finalmente arrivata la prima sconfitta stagionale per Viktoria Azarenka. Si ferma a 26 la striscia vincente della n.1 del mondo, che abdica così il trono del Sony Ericsson Open uscendo sconfitta dal quarto di finale contro una splendida Marion Bartoli, che ha giocato dall’inizio alla fine con grande aggressività, senza paura, ed ha continuato nel suo piano d’attacco anche quando nel secondo set la sua avversaria era andata in vantaggio per 3-1 e sembrava che il suo ritmo si stesse affievolendo.

Nella serata più mite di questa settimana a Miami, accompagnata da una brezza costante ma in generale non fastidiosa, il pubblico arriva puntuale alle 19 per godersi questo succulento antipasto femminile al piatto forte del quarto maschile tra Nadal e Tsonga. I VIP presenti in tribuna (la ex tennista Anna Kournikova, amica di Azarenka, ed il campione NBA dei Dallas Mavericks Dirk Nowitzki) vengono deliziati con uno dei migliori esempi di tennis femminile visti negli ultimi tempi, anche meglio di quanto mostrato da Cibulkova ed Azarenka due giorni fa (il nostro Riccardo Nuziale ne sarebbe stato entusiasta). Bartoli entra in campo con l’idea ben precisa di tenere l’iniziativa del gioco, aggredendo fin dalla risposta ed affondando sul rovescio dell’avversaria. Sono molti più i vincenti degli errori nei primi tre game del match, che mandano subito la transalpina in vantaggio 3-0. Azarenka subisce il contraccolpo e commette qualche errore di troppo consentendo all’avversaria di allungare sul 4-0, prima di reagire da par suo e recuperare uno dei due break di vantaggio. Marion però tiene benissimo lo scambio, annulla una palla break sul 4-2 e riesce a tenere il servizio fino alla fine del primo parziale che si aggiudica per 6-3 in 44 minuti.

Nella seconda frazione Bartoli insiste ad aggredire la seconda di servizio di Azarenka, e con due sganassoni di risposta conquista il break in apertura, tenendo la testa dell’avversaria sott’acqua. Ma quando sembra che la partita possa rapidamente concludersi, il ritmo forsennato tenuto dalla francese per la prima ora di gioco si affievolisce un poco, e la n.1 del mondo inizia lentamente a salire in cattedra negli scambi. L’attacco a tutto campo della Bartoli richiede grandi energie, e se Vika riesce ad allungare lo scambio ad alta velocità le sue probabilità di portare a casa il punto aumentano, data la sua maggiore tenuta atletica. La bielorussa si porta sul 3-1 nel secondo parziale, ma a quel punto Bartoli ritrova forze insperate e nonostante gli errori che ora cominciano a fioccare numerosi continua a picchiare in maniera forsennata e riporta il match in parità. Sul 3-3 30-30 Viktoria Azarenka inizia a fare qualche esercizio di allungamento, che presto si concentrano sulla coscia destra. Quasi improvvisamente le gambe di Azarenka cominciano a sembrare molto più pesanti, e dopo aver subito un break a zero, la n.1 del mondo si nasconde furibonda sotto l’asciugamano ed inizia a colpire la coscia con pugni rabbiosi. Al rientro in campo quasi in lacrime Azarenka lotta con grande cuore, ma è evidente che non riesce più a muoversi come vorrebbe, e deve cedere gli ultmi due game che concludono la sua avventura in questo torneo e la sua straordinaria cavalcata vincente degli ultimi tre mesi. . “Non ero infortunata – ha chiarito subito Vika dopo il match – ero solo stanca. Lei ha giocato benissimo, forse il miglior tennis della sua carriera, come la Cibulkova due giorni prima, ma è una cosa che non deve sorprendere: quando si gioca contro la n.1 del mondo si dà tutto quello che si ha. Ora credo che mi prenderò una pausa dopo quello che ho fatto in questi ultimi mesi, di cui devo essere veramente orgogliosa, e penso tornerò in campo a Madrid”.

Quando giochi con Vika devi stare dentro il campo e non lasciarla comandare – ha spiegato una felicissima Bartoli dopo il match - perché altrimenti diventa difficile contrastarla. Stasera in certi scambi sembrava ping-pong, ma nel campo in cui ho imparato a giocare a tennis non c’erano molti ‘out’ per cui sono abituata a rimanere dentro il campo. Ho cercato di pensare positivo sempre, in ogni momento, ed anche quando lei è andata 3-1 nel secondo, sono riuscita a non farmi assalire dalla negatività ed a restare positiva. Proprio prima di questo torneo ho cambiato racchetta, ed è stata sicuramente una decisione azzeccata, perché sento che questo nuovo attrezzo mi aiuta molto a colpire con più potenza ed a rendere i colpi più penetranti”.

In semifinale Bartoli dovrà affrontare la sua bestia nera, Agnieszka Radwanska, contro la quale non ha mai vinto in sei precedenti incontri, anche se l’ultimo confronto risale a più di un anno fa (Dubai 2011).

Nadal b. Tsonga 6-2, 5-7, 6-4

Ci è mancato poco che il tennis francese celebrasse una serata memorabile. Dopo il successo della Bartoli, anche Tsonga è arrivato alla volata finale nel suo quarto di finale contro Rafael Nadal, ma alla fine ha dovuto capitolare di fronte alla maggiore consistenza ed alle maggiori qualità agonistiche dello spagnolo, che pure durante il match ha avuto preoccupanti passaggi a vuoto che hanno rimesso in partita un avversario che sembrava abbastanza disposto alla facile sconfitta.

Grande atmosfera per il secondo match serale, nonostante una temperatura abbastanza mite, per gli standard di Miami: stadio pressoché esaurito, con un parterre di grande prestigio impreziosito dalla presenza delle stelle NBA dei Miami Heat e dei Dallas Maverick che giovedì sera alla American Airlines Arena di Miami daranno vita alla rivincita della finale del campionato 2011.

L’inizio è catastrofico per Tsonga, che cede immediatamente il servizio da 40-0 e lascia scappare la “lepre maiorchina” subito 3-0. Tanti errori per il francese, che riesce a procurarsi occasioni, ma fallisce sempre miseramente quando si tratta di concretizzarle. Il primo set si conlcude in 40 minuti senza sussulti di rilievo, lasciando presagire una fine piuttosto rapida del match.
L’inizio del secondo parziale non sembra particolarmente foriero di cambiamenti: Tsonga commette ben 8 errori gratuiti nel primo game, ma grazie a 3 aces riesce a salvare due palle break ed a rimanere in linea di galleggiamento. Nadal però sembra solido come una roccia e non sembra intenzionato a concedere sconti, quando si porta 4-2 e va al servizio per il match sul 5-4. Improvvisamente qualcosa si inceppa: il campione spagnolo dal 15-15 commette tre errori totalmente gratuiti, tra cui un doppio fallo, e per la prima volta nel match cede la battuta, rimettendo tutto in discussione. In quel frangente Tsonga prende coraggio, e rischiando tutto sul 6-5 riesce a vincere il set con una bomba di risposta di diritto: dopo 1 ora e 50 minuti si va al terzo set.

Il transalpino inizia bene la partita decisiva cancellando due palle break in apertura con due belle prime, e completa la sua serie di 5 giochi consecutivi per passare al comando nel match. La prima chance per Tsonga arriva al sesto game, quando sul 30-40 mette in rete un passante di diritto in corsa difficile ma non impossibile. Nel game seguente ancora un servizio vincente nega il sorpasso a Nadal (che intanto ai cambi di campo si era fatto massaggiare la coscia sinistra), ma due game più tardi, sul 4-4, Tsonga commette il suo quarto doppio fallo sul 30-30, e poi il suo diritto in corsa va lungo su una accelerazione di Nadal. Qui accade un episodio piuttosto spiacevole al cambio di campo: Tsonga discute a lungo con l’arbitro di sedia, l’argentino Steiner, accusandolo di non prendere mai nessuna decisione contro Nadal (a suo dire infatti una palla dello spagnolo durante lo scambio poteva essere fuori) perché altrimenti la sua carriera ne sarebbe danneggiata. “L’arbitro non prende mai iniziativa nel cambiare una decisione che vada contro Nadal, sono sempre io a dover fare il challenge – ha spiegato Tsonga dopo il match – è sempre così, sempre. Quindi io devo stare sempre molto attento perché l’arbitro non farà mai una chiamata contro Rafa se la palla è molto vicina, ma la farà contro di me. D’altra parte se a Rafa non piace un arbitro, per lui diventa impossibile arbitrare partite importanti”.

Il maiorchino dunque serve ancora una volta per il match sul 5-4, ed ancora una volta non chiude il match, sparando un diritto fuori di metri sul suo primo match point. Tsonga avrebbe altre due occasioni per il 5-5, ma commette due errori, il secondo del quale per colpa della rottura di una corda. Rafa può finalmente festeggiare la semifinale quando sul suo terzo match point Tsonga sbaglia l’ennesimo diritto della serata e lo spagnolo può esplodere nelle sue consuete celebrazioni.

Non ho giocato per nulla bene – taglia corto Jo Wilfred – soprattutto perché ci ho messo quasi due set ad abituarmi al campo. Il centrale è abbastanza diverso dai campi laterali, e per me questo era il primo match sul centrale, mentre per lui era il terzo. Comunque, è andata così. E’ frustrante perché credo fosse un match che si poteva vincere”.

Nemmeno Nadal è contento della sua prestazione: “All’inizio ho giocato bene, poi man mano che il match proseguiva sono andato peggiorando. Chiaramente ho un problema al ginocchio sinistro, e non so in che stato arriverò alla semifinale, che dovrò giocare contro uno dei giocatori più duri da affrontare”. Per quel che riguarda la polemica di Tsonga nei confronti dell’arbitro, in parte dà ragione al francese: “E’ vero che con Hawk Eye gli arbitri fanno meno overrule. Basta guardare quello che è successo nel mio match con Berdych in Australia. Ma lo fanno con tutti, non solo con quelli che giocano contro di me”.

Vanni Gibertini

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

Che passante di Djokovic a Miami!

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis