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12/04/2012 12:40 CEST - Quasi Campioni

Alex Corretja
classe infinita

TENNIS - Continua la nostra rubrica sui "quasi campioni". Visto l'avvio della stagione sulla terra battuta oggi parliamo di un giocatore che si è fatto valere soprattutto su questa superficie, Alex Corretja.  Francesca Sarzetto

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Alex Corretja è stato uno dei precursori, insieme a Moya, Costa e Ferrero, dell'armada spagnola attuale, dominando soprattutto sulla terra battuta ma non solo, e anzi lamentandosi, in un'intervista del 2004, di come i giornalisti associassero ai giocatori spagnoli buone capacità solo sul mattone tritato. In effeti sette dei suoi diciassette titoli sono arrivati da altre superfici, e tra questi sono degni di nota soprattutto Indian Wells 2000 e il master di fine anno del '98, indoor.

CARRIERA - Nato nel '74, vince l'Orange Bowl under 16 nel '90, per poi diventare professionista l'anno successivo. Il primo titolo arriva a Buenos Aires nel '94. Nel '96, affronta Pete Sampras ai quarti di finale dello US Open, nella famosa partita in cui Pete lascia tutto sul campo, cena compresa... per poi vincere quando Corretja commette doppio fallo sul match point.

1998 e 2000 sono le stagioni migliori, ognuna con cinque titoli. Il '98 è impreziosito dalla prima finale slam, a Parigi, persa con Moya in tre set, e soprattutto dal gioiello del master, vinto battendo Pete Sampras in semifinale, 4-6 6-3 7-6 dopo aver annullato tre match point, e Moya in finale 3–6 3–6 7–5 6–3 7–5, diventando così il primo giocatore della storia a vincere un master senza avere vinto Slam, come hanno fatto poi anche Nalbandian e Davydenko. Nel febbraio '99 tocca il suo best ranking al n.2, ma la stagione si rivela poi deludente, senza nemmeno un titolo.

Nel 2000 vince Indian Wells e aiuta la Spagna a conquistare la sua prima coppa Davis, e in più ottiene il bronzo olimpico nel doppio insieme a Costa. Nel 2001 la seconda finale a Parigi, persa da Kuerten 7–5 5–7 2–6 0–6, dopodiché ancora qualche titolo minore sulla terra e poi il ritiro nel 2005. In seguito ha allenato Murray per la stagione sul rosso dal 2008 al 2011, e quest'anno ha assunto il ruolo di capitano per la squadra spagnola di Coppa Davis.

STILE DI GIOCO E PUNTI DI FORZA - Amava gli scambi lunghi e faceva molto uso dello spin, ma soprattutto aveva un ottimo acume tattico che spesso lo tirava fuori dai guai. Sapeva capire le debolezze degli avversari, ed era in grado di chiudere il punto su tutte le superfici. Fuori dal campo, tutti lo ricordano come una persona molto cordiale e allegra, nonché dal grande spirito sportivo: vincitore dello Stefan Edberg Sportmanship Award nel '96 e '98, nel quarto turno del Roland Garros '97 ha corretto una chiamata a suo favore dando il punto all'avversario Dewulf, cosa che alla fine gli è costata il match.

COSA GLI E' MANCATO? - Non aveva il grande talento di altri campioni, e interrogato sul segreto della Spagna tennistica rispondeva "Lavoro, e ancora lavoro, e ancora lavoro, e ancora lavoro". Però per quanto con grandi sforzi sia riuscito a farsi valere anche sul veloce, difettava di potenza e non aveva un dritto fenomenale, cosa che sui campi rapidi degli anni '90 non lasciava scampo.

Partite memorabili:
VIDEO 1 - VIDEO 2

Puntate precedenti della rubrica:
-
Mecir
-
Leconte  

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Francesca Sarzetto

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