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30/04/2012 11:21 CEST - L'analisi

Poco Fab
molto Four

TENNIS – Cosa manca a Murray per vincere nei tornei che contano? Carenze mentali, ma non solo. In questo articolo, un tentativo di analisi costruttivo sulle mancanze tecnico tattiche dello scozzese. E negli ultimi 3 anni e mezzo... Enzo Cherici

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Mi rendo conto, il titolo è provocatorio. Lo ammetto subito, costituendomi, così ci togliamo il pensiero. In realtà, l'avrò scritto mille volte in altri articoli, pagelle e commenti, considero Murray un ottimo giocatore. Che è però capitato in un periodaccio, con tre tra i più grandi fenomeni della storia del tennis capitati tutti insieme nella sua epoca proprio per rompergli le scatole.
Quello che qui gli si contesta è la sua appartenenza al ristretto club dei Fab Four. Ma in questo caso lui non c'entra niente, la colpa è la nostra, di noi che scriviamo di tennis e che troppo spesso ci facciamo ingolosire da un titolo evocativo (tipo quello del pezzo che state leggendo) o tendiamo a una semplificazione eccessiva. Vogliamo dirlo una volta per tutte? I Fab Four non esistono. I Fab veri sono solo tre, poi ci sono tutti gli altri. E di questi, Murray è senza dubbio il più bravo.

Tutto questo c'ha spesso portato ad essere troppo severi nei suoi confronti. Qualche volta (io per primo: mea culpa!) forse eccessivamente ironici verso questo giocatore. Ogni sua sconfitta viene analizzata e vivisezionata con cura ed attenzioni degne di miglior causa. Quando forse sarebbe il caso di cominciare ad accettarlo per quello che è: un degnissimo numero 4 del mondo che ha avuto la sfiga di trovarsi davanti tre più bravi di lui.

Certo, non sempre è stato così. Alzi la mano chi, tre anni fa, si sarebbe immaginato un Murray ancora a secco di titoli Slam nel 2012. Personalmente, non ho mai pensato potesse prendere il posto di un Federer o di un Nadal, o che potesse avere un'esplosione alla Djokovic, ma ero certo che prima un poi uno/due titoli tra Melbourne e New York se li sarebbe portati a casa.
Credevo che il problema principale dello scozzese fosse mentale, di testa. Ero convinto che una volta sbloccatosi, la sua carriera potesse svoltare. Sbagliavo. I problemi “di testa” c'erano e continuano ad esserci tutti. Avevo però colpevolmente sottovalutato le carenze nella parte “tecnica” del suo gioco. Troppo spesso si sente parlare della sua “manina”, del suo fantastico rovescio, dei suoi recuperi, del suo servizio e tante altre virtù. Tutto vero. Ma, allo stesso modo, si tende un po' troppo a tacere dei suoi limiti tecnico/tattici. Che sono ancora li', evidentissimi, davanti agli occhi di tutti. Vediamo di analizzare insieme i principali.

Dritto. Inutile girarci intorno, nel tennis moderno per vincere occorre avere un gran dritto. E quello di Murray continua ad essere molto ballerino. È molto efficace in difesa, nei colpi di sbarramento; assai deficitario in fase di spinta. Lasciamo per un attimo da parte Federer e Nadal, giocatori dal dritto naturale o naturalmente portati a comandare col dritto. Il loro esempio non porterebbe valore aggiunto alla discussione. Molto più utile analizzare il caso di Djokovic, giocatore dal rovescio naturale e che avrebbe quindi in teoria meno necessità tecnica di cercare il dritto. Eppure, anche se in modo molto meno accentuato rispetto a Federer e Nadal, vediamo sempre più spesso Nole cercare di comandare lo scambio con il dritto (molto spesso riuscendoci), proprio per gli enormi progressi compiuti negli ultimi due anni su questo fondamentale. Nel caso di Murray, niente di tutto questo è avvenuto. Anzi. L'impressione è che, rispetto al primo Murray, il colpo faccia meno male. È diventato senz'altro un colpo più regolare, ma dal quale arrivano molti meno punti diretti rispetto alla grande concorrenza. Dal punto di vista squisitamente tecnico, rimane l'impressione di un colpo giocato “scappando via”, quasi sempre incrociato (ahhhh il dritto lungolinea di Lendl...) e non troppo potente. Insomma, non fa male. E senza un dritto che faccia male, difficilmente si vincono grandi tornei.

Seconda palla. “Murray ha un ottimo servizio”. Quante volte lo abbiamo sentito dire? Innumerevoli. Ed è vero, attenzione. Solo che il servizio consta di una prima e di una seconda palla. E tra i due colpi del buon Andy c'è una differenza enorme. Così, capita che Nadal e Federer con il loro 57% di punti trasformati con la seconda, si trovino (tanto per cambiare) ai primi due posti di questa speciale classifica davanti a grandi battitori come Roddick (3°), Isner (4°), Sampras (18°), Stich (25°) e per non farci mancare niente pure Karlovic (47°). Mentre il nostro Murray col suo 51% di trasformazione è soltanto al 66° posto in questa statistica. Preceduto anche dal suo coach Lendl (35°). È chiaro che qualcosa non torna. Perché è vero che è preceduto da gente che ha obiettivamente un servizio migliore del suo; ma anche da giocatori (Nadal su tutti, addirittura 1°!) che certamente non basano il proprio gioco su questo fondamentale. Urgono correzioni in corsa, altrimenti si rischia ogni volta di andare in apnea su un punto di inizio gioco che, teoricamente, dovrebbe invece essere favorevole.

Tattica. Discorso trito e ritrito, che non può essere però fatto senza tenere in debito conto quanto detto finora. Tecnica e tattica (intesa come strategia di gioco) non possono essere disgiunte, fanno parte di un pacchetto unico. E allora Murray ha un rovescio fantastico, vero. Ma perde di efficacia se giocato 3 metri dietro la linea di fondo. Ma lo stesso rovescio sarebbe ugualmente “fantastico” se giocato con con i piedi sulla linea di fondo? Qui entra in gioco un ulteriore fattore, che cercherò di analizzare nel paragrafetto successivo: il talento.

Talento. Molti di voi non saranno d'accordo, lo so. Ma, pur riconoscendo in Murray un giocatore di buonissimo talento, ritengo che queste doti vengano talvolta esaltate oltremodo. Del rovescio s'è già detto in precedenza, ma si può andare avanti chiedendo: a cosa serve avere un'ottima volée quando se ne giocano 5-6 a match? Un maggior talento, inoltre, dovrebbe consentire di poter variare maggiormente il gioco. Non è il caso dello scozzese, che spesso si addormenta a fondocampo, senza mai un'accelerazione, una palla corta, un'invenzione. Anche qui, ritengo utile alla discussione portare l'esempio di Djokovic, troppo spesso indicato come “randellatore sprovvisto di talento” da osservatori forse un po' troppo sempliciotti. I colpi di Nole (soprattuto col rovescio), a differenza di quelli Murray, passano 2 cm sopra il nastro. Non è talento quello? Ancora: non è talento colpire la palla quasi di controbalzo (anche se non accentuato come quello di Federer) per 20 volte di seguito, senza retrocedere di un centimetro? Attenzione, non mi sto riferendo alla perfezione stilistica (unita ovviamente a talento puro) di un Federer. Sto facendo riferimento alla capacità di rendere efficace al massimo un proprio punto di forza. In questo senso, credo che l'accostamento tra Murray e Djokovic possa fornire un valido contributo alla discussione, partendo dall'assunto (a mio avviso sbagliatissimo) del maggior talento di Andy rispetto a quello di Nole.

Atteggiamento. Non sto facendo riferimento a quello tattico. Ne abbiamo già parlato a sufficienza. Parlo proprio del modo di stare in campo, della presenza, del linguaggio del corpo. A volte (spesso) sembra spento, moscio. Ma avete visto Nadal quando tira un dritto? Tutti parlano delle sue braccia, ma anche le sue gambe, i suoi piedi attaccati al terreno, esprimono una tale potenza che sembrano poter scavare una fossa sul campo! E Djokovic? Pur non sviluppando la stessa potenza di Rafa, basta vedere l'espressione del viso mentre colpisce la palla: sembra stia per mangiarsela! Ma non lasciatevi nemmeno ingannare dall'apparente inespressività di Federer quando tira i suoi colpi. È la classica rilassatezza derivante dalla perfezione. Avete presente le guance danzanti di Usain Bolt mentre corre i 100 metri? Stessa cosa. Ognuno dei Top Three ha insomma una sua peculiarità anche nell'atteggiamento in campo. L'unico – ma forse sono io che non colgo – che non mi trasmette nulla di particolare è proprio Murray. Ok, qualche urlo belluino dopo un grande punto, ci mancherebbe. Ma io mi riferisco alla costanza dei colpi e quindi del gioco. Rispetto ai primi tre (e anche a qualcuno di quelli che gli sono dietro) Andy mi sembra ancora molto carente dal punto di vista della “presenza” in campo.

Concentrazione. Insomma, è bene ripeterlo, stiamo facendo le pulci a un ottimo giocatore che sembrava poter diventare un grande. Magari è ancora in tempo per diventarlo, glielo auguro di cuore. D'altra parte, quanti avrebbero scommesso sull'esplosione di Djokovic dopo le annate 2009-2010? Buonissime, per carità, ma nemmeno lontanamente paragonabili a quella del RoboNole 2011.
Se consideriamo però le stagioni di Murray dal 2009 in poi (da quando cioè è entrato stabilmente tra i primi 4 del ranking) notiamo un fatto curioso. Nel 2009 ha avuto un record di 66-11 e raramente perdeva match contro giocatori molto distanti in classifica. Le 11 sconfitte sono arrivate con giocatori aventi un ranking medio di 11,9. Lo vediamo qui di seguito:

Murray 2009
Verdasco (15), Nadal (1), Nadal (1), Monaco (58), Del Potro (5), Gonzalez (12), Roddick (6), Federer (1), Cilic (17), Stepanek (14), Federer (1)
Record: 66-11
Ranking medio avversari: 11,9

L'anno successivo, 2010, sono arrivate 18 sconfitte, contro giocatori di ranking medio 25,38. Il valore medio degli avversari vittoriosi su Murray si abbassa dunque sensibilmente:

Murray 2010
Federer (1), Tipsarevic (36), Soderling (7), Fish (101), Kohlschreiber (33), Ferrer (17), Ferrer (12), Berdych (17), Fish (90), Nadal (1), Querrey (20), Fish (36), Wawrinka (27), Ljubicic (17), Monaco (25), Monfils (14), Federer (2), Nadal (1)
Record: 46-18
Ranking medio: 25,38

Nel 2011 le sconfitte scendevano a 13, ma scendeva anche il ranling medio degli avversari: 28,76:

Murray 2011
Djokovic (3), Baghdatis (20), Young (143), Bogomolov jr (118), Nadal (1), Bellucci (36), Djokovic (2), Nadal (1), Nadal (1), Anderson (35), Nadal (2), Berdych (7), Ferrer (5)
Record: 56-13
Ranking medio: 28,76

Per finire, nello scorcio di stagione in corso le sconfitte sono già 6, contro avversari con ranking medio 21,3:

Murray 2012
Djokovic (1), Federer (3), Garcia-Lopez (92), Djokovic (1), Berdych (7), Raonic (25)
Record: 21-6
Ranking medio: 21,3

Vogliamo provare a fare un paragone con i primi tre del ranking? Iniziando da Djokovic, vedremo subito come il serbo, pur perdendo abbastanza nel biennio 2009/2010, saprà esplodere letteralmente nel 2011 e si manterrà ad ottimi livelli, come qualità delle sconfitte, anche nello scorcio di stagione in corso.

Djokovic 2009
Gulbis (53), Nieminem (40), Roddick (9), Tsonga (12), Ferrer (12), Nadal (1), Roddick (7), Murray (4), Nadal (1), Nadal (1), Nadal (1), Kohlschreiber (31), Haas (41), Haas (34), Roddick (5), Federer (1), Federer (1), Davydenko (8), Soderling (9)
Record: 78-19
Ranking medio avversari: 14,26

Djokovic 2010
Tsonga (10), Youzhny (20), Ljubicic (26), O. Rochus (59), Verdasco (12), Verdasco (9), Krajinovic (319)*, Melzer (27), Malisse (74), Berdych (13), Federer (3), Roddick (13), Nadal (1), Federer (3), Federer (2), Llodra (34), Nadal (1), Federer (2)
Record: 61-18
Ranking medio avversari: 18,17 (34,88 solo se si considerasse il match perso per ritiro a Belgrado contro Krajinovic per problemi respiratori)

Djokovic 2011
Federer (3), Murray (4), Del Potro (17), Nishikori (32), Ferrer (5), Tipsarevic (9)
Record: 70-6
Ranking medio: 11,66

Djokovic 2012
Murray (4), Isner (11), Nadal (2)
Record: 24-3
Ranking medio: 5,66

Anche prendendo in considerazione le prestazioni di Nadal nello stesso periodo, vedremo come la qualità delle sconfitte del maiorchino è nel tempo sensibilmente migliore rispetto a quella di Murray. Abbastanza incredibilmente, soltanto nel suo anno d'oro il ranking medio degli avversari vittoriosi è stato superiore a 10 (16,6) mentre in tutti gli altri anni è stato costantemente inferiore.

Nadal 2009
Monfils (13), Murray (4), Del Potro (7), Federer (2), Soderling (25), Del Potro (6), Djokovic (4), Del Potro (6), Cilic (15), Davydenko (8), Djokovic (3), Soderling (9), Davydenko (7), Djokovic (3)
Record: 66-14
Ranking medio: 8,21

Nadal 2010
Davydenko (6), Murray (4), Ljubicic (26), Roddick (8), Lopez (31), Murray (4), Baghdatis (20), Garcia-Lopez (53), Melzer (12), Federer (2)
Record: 71-10
Ranking medio: 16,6

Nadal 2011
Davydenko (22), Ferrer (7), Djokovic (3), Djokovic (2), Djokovic (2), Djokovic (2), Tsonga (19), Djokovic (2), Dodig (41), Fish (7), Djokovic (1), Murray (4), F. Mayer (23), Federer (4), Tsonga (6)
Record: 69-15
Ranking medio: 9,66

Nadal 2012
Monfils (16), Djokovic (1), Federer (3)
Record: 26-3
Ranking medio: 6,66

Terminiamo questa analisi con i risultati di Federer nello stesso periodo 2009-2012, quindi certamente non un Federer d'annata. Vedremo come anche un Federer non esattamente al massimo delle sue potenzialità raramente ha perso contro avversari improbabili e che è l'unico dei 4 a non aver mai perso contro avversari classificati oltre la 50^ posizione del ranking (sconfitta con giocatore di classifica più elevata: Benneteau 49 del mondo).

Federer 2009
Murray (4), Nadal (1), Murray (4), Djokovic (3), Wawrinka (16), Djokovic (3), Tsonga (7), Del Potro (6), Djokovic (3), Benneteau (49), Del Potro (5), Davydenko (7)
Record: 61-12
Ranking medio: 9

Federer 2010
Davydenko (6), Baghdatis (33), Berdych (20), Gulbis (40), Montanes (34), Nadal (3), Soderling (7), Hewitt (32), Berdych (13), Murray (4), Djokovic (3), Murray (4), Monfils (14)
Record: 65-13
Ranking medio: 16,3

Federer 2011
Djokovic (3), Djokovic (3), Djokovic (3), Nadal (1), Melzer (9), Nadal (1), Gasquet (16), Nadal (1), Tsonga (19), Tsonga (16), Berdych (9), Djokovic (1)
Record: 64-12
Ranking medio: 6,83

Federer 2012
Nadal (2), Isner (17), Roddick (34)
Record: 23-3
Ranking medio: 17,6

Ultimissima osservazione: mi sembra evidente che dopo questo articolo Murray farà il Grande Slam!


 

Enzo Cherici

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